I'm sorry Jane

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Jeff si gira verso di lei
Tap. Tap.
Sorride,schiaccia il suo viso sul vetro.
Tap. Tap.
Batte il coltello sul vetro.
Tap. Tap.
È scomparso.

Jane si svegliò di botto. Aveva avuto un altro dei suoi incubi,uno di quelli che riguardavano lui. Si mise a sedere e controllò la sveglia sul comodino. Mezzanotte e due minuti. Era da molto che vontinuava a dare la caccia a Jeff,dovevano essere quasi quattro anni e fino ad allora non era mai riuscita a trovarlo o ad avvistarlo. Eppure tutti i notiziari e i giornali parlavano di lui. Era sempre sulle prime pagine e lei non poteva soppottarlo. Oh,ma un giorno l'avrebbe trovato e finalmente avrebbe potuto vendicare i suoi genitori. Era il momento di riprendere la sua caccia. Si stiracchiò e si alzò in piedi. Una folata di vento le arrivò alle spalle. Pensò al condizionatore acceso,ma dopo una breve controllata,si accorse che era spento. Volse allora lo sguardo alla finestra.

Era aperta.

Perplessa,andò a richiuderla.

Dopo qualche passo si accorse che dietro la tendina c'era qualcosa. O qualcuno.

Senza pensarci un attimo afferrò il suo fidato coltello e cominciò ad avanzare. Appena fu un tantino piú vicina, lo vide.

Gli occhi neri come la pece,grandi come palline cerchiati sempre di nero. La bocca mostrava un largo sorriso,un sorriso folle. Le guance erano state tagliuzzate via,lasciando posto a due lunghissime cicatrici rosse.

<< Torna a dormire...>> sussurrò quella figura.

"Jeff!" pensò Jane. Senza rifletterci un secondo,Jane afferrò per un polso il giovane assassino e lo trascinò a terra. Gli portò via il coltello dalla mano e portò il proprio alla sua gola.

<< Ci rincontriamo,Killer!>> disse stringlendo la presa sul suo polso. Lui parve molto confuso:<< Chi sei?!>> chiese mentre cercava di liberarsi. Jane ci rimase male.

Davvero si era dimenticato di lei?

<< Sono Jane. Avevamo tredici anni quando ci siamo conosciuti. Hai ucciso la mia famiglia e mi hai dato fuoco. Adesso ti ricordi?!>> ringhiò la killer. Jeff smise di divincolarsi, come preso da un improvviso flashback.

<< Jane...>> sussurrò.

<< Jeff...>> fece eco la ragazza.

<< Avanti, fallo>> disse Jeff,il volto rinchiuso in una maschera di ferro. Non si riusciva a capire se fosse spaventato oppure no. Ed anche se lo fosse stato,non lo avrebbe mai ammesso. Jane sorrise:

<< Non ti smentisci mai>> lui ridacchiò:

<<Beh? Non mi pugnali? Vediamo com'é morire>>. Era incredibile la sua completa ignoranza del dolore,sia fisico che psicologico. Jane alzò in aria il coltello, lasciandolo sospeso a mezz'aria, indecisa se colpirlo subito al cuore o farlo soffrire, pugnalandolo piú volte. Optò per la seconda scelta, Jeff meritava una morte lunga e dolorosa,quella a cui era scampato per quattro anni così Jane avrebbe potuto vivere finalmente la sua vita in pace. Sorrise follemente.

Un rapido gesto,e lo pugnalò ad un fianco. Il sangue macchiò il tappeto,il coltello e anche i suoi vestiti. Jeff non si mosse.

Senza pietà, cominciò a pugnalarlo di nuovo, all'altro fianco, le spalle, le gambe finchè il temerario killer non si lasciò sfuggire un rauco gemito.

Jane guardò la sua vittima.

Era pieno di tagli ovunque e il sangue cominciava ad uscire più velocemente, nonostante le ferite che gli aveva procurato fossero poco profonde.

<<E così, il grande killer di cui tutti parlano, sta per morire...>> disse ansimando.

Jeff sputò un grumo di sangue, macchiando ancora il vestito di lei:<<Sei riuscita ad uccidermi alla fine, che cosa farai ora? Ti farai ingaggiare come modella? Pff,non credo sia il caso...>> e ridacchiò.

<<Idiota, stai per morire e hai ancora voglia di fare lo spiritoso?>> disse Jane arrossendo.

<<Io sono divertente,come,dove e comunque.>>

<<Capisco...>>

Rimasero a guardarsi per lunghi minuti, Jeff continuava a sanguinare e lei era rimasta ferma, a rigirarsi il coltello fra le mani. Voleva davvero ucciderlo? In fondo, quando aveva tredici anni, aveva una cotta per lui. Oh, ma cosa stava pensando?! Lei innamorata di Jeff? Che orribile...giusta affermazione!

Un colpo di tosse la fece tornare alla realtà, Jeff stava peggiorando, se lo avesse lasciato così in poche ore sarebbe morto dissanguato. Sospirò.

<<Jane...>> sussurrò Jeff.
<<Jane, per favore finiscimi. Ti prego.>>

La killer rimase sorpresa a quelle parole.Cosa voleva significare? Anche Jeff aveva paura di morire, allora?

<<Non volevi sapere com'è morire? Com'è provare dolore?>> Jane sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Lei aveva provato molto dolore, mentre lui era contento e felice. Era stato lui ad uccidere la sua famiglia, era stato lui a causarle tutti quei problemi. Ma allora, perchè le faceva così pena?

<<L'ho appena provato...e non mi piace.>>

<<Figurati io...>> la ragazza sospirò. Lo aveva cercato per quattro anni, aveva l'occasione di ucciderlo e adesso? Non ne aveva la forza.

Posò lentamente il coltello a terra e si alzò. Jeff boccheggiò per qualche secondo, indeciso su cosa dire.

<<C-che cosa stai facendo...?>>

<<Me ne vado.>>

<<Ma non volevi...?>>

<<Volevo, appunto.>>

Rimaserò in silenzio, poi Jane afferrò il lenzuolo del letto su cui dormiva,lo fece a brandelli e si avvicinò ancora una volta al killer. Dopo avergli tolto la felpa, disinfettò le ferite e lo bendò per bene.

<<Così le ferite si rimargineranno ma non devi fare troppi sforzi... Ci siamo intesi?>> disse dopo un po' la ragazza.
Jeff annuì.

Jane strinse i pugni, raccolse le proprie cose e con quello che era rimasto del lenzuolo, formò una corda. La legò alla base del letto e la lanciò giù dalla finestra.

<<Jane...>>

Lei si voltò, giusto in tempo per vedere Jeff che, dopo essersi alzato, sebbene con un po'di fatica, si avvicinava a lei. Si trovarono uno di fronte all'altro, a distanza di pochissimi millimetri. I loro occhi si incrociarono per un lunghissimo periodo, quasi come una sfida.

Perdeva chi abbassava lo sguardo per prima.

Nessuno cedeva.

Dopo lunghi attimi Jeff circondò Jane con le braccia e la attirò a sè, stringendola forte.

<<Mi dispiace, Jane...>> poi le baciò la fronte, anche se il suo, non era un vero e proprio bacio dato che le sue guancie erano state tagliate via. Ma quel gesto, quel semplice "mi dispiace" le bastò.

Rimasero alcuni secondi attaccati, poi Jane si staccò da lui.

<<Ci rivedremo un giorno, Jeff The Killer?>>

<<Lo spero, Jane The Killer.>> e risero.

Poi la ragazzasi calò giù dalla finestra, lasciandosi il passato alle spalle.

Spazio me
Non ho scritto spazio autrice perchè la storia non l'ho scritta io, ma bensì l'ho copiata per farvela conoscere.
Non mi fate i complimenti(non essendo mia non li merito).
Spero vi sia piaciuta, ci rivediamo in un'altra storia!

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