Prologo

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Non fu la sveglia a strapparlo dal sonno come invece succedeva ogni mattina.
La sua stanza-dove ora si trovava- era semplice. Un letto matrimoniale nel quale giaceva al momento,una piccola libreria,una poltrona di pelle di un colore rosso acceso e una semplice finestra dalle dimensioni medie,all'incirca 50cm per lato.
Si affacciava sul giardino,un tempo rivestito da un manto di erba verde smeraldo,sempre curato dai giardinieri.
Aone si alzó di fretta dal letto,in preda al panico: aveva intuito cio' che stava succedendo. Guardó con orrore fuori dalla finestra. Osservó il suo riflesso sullo sfondo rosso al di fuori della finestra. Il suo volto era stanco e malridotto: la barba di tre giorni,gli occhi grigi e i capelli arruffati gli davano un'aria da anziano.
Fuori tutto bruciava. Il giardino sul quale si accostava l'entrata di Palazzo era un insieme di vorticanti fiamme,che raggiungevano la cima dell'albero al centro del giardino. Un tempo ad Aone e i suoi amici piaceva giocare sotto quell'albero,stendersi sull'erba soffice e lasciarsi accarezzare dai tenui raggi del sole che filtravano attraverso la chioma del grande albero.
Sua moglie Lyssa stava ancora dormendo nel letto matrimoniale;aveva il volto sereno e le labbra leggermente incrinate in un sorriso. Aone continuó a osservare le fiamme che divoravano il giardino fino a quando non sentì sua moglia che si muoveva nel letto: la sua espressione ora era preoccupata; non stava più dormendo ma bensì era in uno stato di dormiveglia. Si giró e guardó Lyssa con compassione: la donna che amava e che gli era sempre stata accanto stava per morire soffocata dalle fiamme. Fu in quel momento che si scosse. Lyssa non meritava una morte del genere. Si avvicinó di fretta al letto e inizió a scuoterla prima delicatamente,poi sempre più con turbolenza,osservandola mentre lentamente si abituava alla luce rossa che arrivava dalla finestra e che riempiva la stanza.
Non ebbe il tempo di chiedere cosa stesse succedendo che subito capì. Ancora in veste da notte si mosse verso la porta aspettandosi di trovare Aone ad accorrere dietro di lei. Ma così non fu. Si era lentamente riportato ad osservare dalla finestra il giardino bruciare. Lyssa non avrebbe potuto lasciarlo lì; saldó i piedi a terra e fissando la sua sagome disse con voce dolce "Fallo per lei. Per Demi".
Al sentir pronunciare quel nome in Aone si accese la fiamma di quando era a giovane.
Demi.
Si,Demi era viva. Demi era destinata. Avrebbe dovuto salvarla. Oltrepassando a lunghi passi la moglie aprì la porta e percorse il corridoio. La stanza di Demi era a 20m dalla loro,ragion per cui la raggiunse in meno di una ventina di secondi. Si scaraventó sulla porta della stanza di Demi,pronto ad entrare per portarla in salvo. Ma la porta non si aprì: ancora una volta Demi si era chiusa a chiave all'interno. Era una sua abitudine per isolarsi da quel mondo che ancora non comprendeva,che ancora doveva scoprire e non semplicemente osservare dalla sua piccola finestra.
Probabilmente anche quella sera era rimasta fino a tardi ad ascoltare musica,seduta sulle morbide lenzuole grige del grande letto,immaginando un futuro da normale ragazza.
Allora Aone riprovó ad aprire la porta: nessun risultato.
Inizió a battere i pugni contro la porta urlando "Vieni fuori Demi!"
Intanto Lyssa l'aveva raggiunto percorrendo il corridoio di corsa. Poco dopo accorsero anche i servi,accortisi dell'incendio e del fracasso che Aone stava creando. Ma Demi non rispondeva.
Sua madre iniziò a singhiozzare,mentre suo padre batteva sempre più arrendevolmente i pugni sulla porta. I servi pregavano i loro sovrani di scappare,di mettersi in salvo,di pensare al Regno,ai suoi abitanti.
Ma per Aone e Lyssa quelle parole risuonavano vuote.

Quando suo padre aveva iniziato a battere i pugni contro la porta della sua stanza,lei si stava preparando per saltare. Raccolse i lunghi capelli neri in uno chimmion. Si sistemò la cintura in vita,assicurandosi di avere tutto il necessario. Chiuse gli occhi e per un attimo vide davanti a se' tutti bei momenti passati con la sua famiglia: le risate,i giochi.
No,quella era la sua immaginazione. Non aveva mai passato bei momenti con la sua famiglia.
Aprì di scatto gli occhi e velocemente si avvicinó alla finestra. La aprì con un colpo secco e osservó il giardino in fiamme: niente di più riappacificante.
Fece un grosso respiro e con l'adrenalina che saliva sempre di più si tuffó dalla finestra: un volo di tre piani,sul quale si era preparata durante i suoi allenamenti giornalieri a Palazzo.
Atterró morbida e leggera in un punto dove l'erba era totalmente bruciata.
"Finalmente qualche frutto dei miei duri allenamenti",pensó,con un ghigno.
Si alzó spazzandosi dai vestiti la cenere che aveva alzato. Indossava un paio di jeans strappati e una felpa nera con sotto una maglietta bianca sulla quale era stampato un alieno.
Sicuramente un abbigliamento inappropriato per una principessa.
Si tirò sù il cappuccio della felpa e iniziò a correre tra le vorticanti fiamme,le scarpe che schiacciavano l'erba bruciata e le lacrime che infuriavano sul suo viso.
Corse per 50metri e arrivó davanti al grande cancello di metallo che ormai si stava consumando a causa dell'incendio. Con un calcio fece crollare una delle due porte-alte 10metri- e si ritrovò fuori,nella città,metà della quale stava già bruciando: l'incendio era partito da li,e pian pian si era insinuato per le strade fino a Palazzo,raggiungendo i primi piani. Demi sentiva già le urla.
Si accasciò a terra e lasciò libero sfogo alle lacrime. Scesero una a una,lentamente,tra i singhiozzi di Demi,bagnando l'asfalto su cui era inginocchiata. Intorno a lei c'era solo caos.
Normalmente sarebbe rimasta esterrefatta dal magnifico paesaggio di distruzione davanti al quale si trovava.
Ora invece,china sull'asfalto,voleva solo liberarsi da tutto il dolore e sentirsi debole per un'ultima volta.
Tra le urla della gente e lo scalpitio dei disperati che cercavano di scappare e di portare in salvo i propri cari,Demi smise di piangere e alzò lentamente la testa. Osservò estasiata la vista di tutto quello scompiglio: corpi a terra,bambini soli in mezzo alla strada che cercavano confusi le loro madri e il piangere di chi aveva appena perso qualcuno.
Le labbra di Demi si incrinarono.
Sorrise,
e tutto intorno a lei esplose.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 05, 2015 ⏰

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