Hello

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"Hello, it's me. I was wondering if
after all these years you'd like
to meet. To go over everything
They say that time's supposed to heal
ya, but I ain't done much healing"
-Hello, Adele




In quei giorni Londra era ancora più caotica del solito. Tutti stavano approfittando di quei giorni soleggiati per svolgere varie faccende o anche solo per fare un giro in centro, facendo così aumentare il già interminabile traffico che ogni giorno regnava sovrano in città.
La sfortuna voleva che Harry decidesse di tornare dal suo viaggio ad Holmes Chapel giusto quella mattina, restando imbottigliato nel traffico per almeno un'ora, tra mezze bestemmie contro autisti impediti e clacson suonati in continuazione che distruggevano i timpani.
Arrivato a casa aveva tirato un sospiro di sollievo, finalmente avrebbe avuto un po' di pace. Gettò in malo modo le chiavi sul tavolino all'ingresso, poi raggiunse a grandi falcate la sua camera, pronto a sbarazzarsi degli stivaletti e del cappotto. Li tolse e buttò le scarpe a terra, vicino alla finestra, mentre appese con cura il cappotto.
Si sedette sul letto sospirando, poi si passò le mani sul viso. Anche se non stava facendo niente di che in quei giorni di pausa era davvero stanco, forse perché dormiva in media tre ore a notte, quattro quando gli andava bene.
Decise di farsi forza e si alzò: prima finiva di disfare la valigia, prima avrebbe potuto tentare di dormire.
Si diresse verso la scrivania e decise di sentire i vari messaggi che gli avevano lasciato sulla segreteria del telefono fisso. Attivata la riproduzione, si diresse verso la valigia e la mise sul letto, iniziando a togliere i vari vestiti.
"Tesoro, sono io" la voce di sua madre di fece largo nelle sue orecchie, facendogli aggrottare le sopracciglia, stranito. Era partito da Holmes Chapel solo poche ore prima, cosa poteva volere?
"So che probabilmente non sei ancora arrivato a casa, volevo solo avvisarti che hai lasciato a casa un maglione verde e il pollo che ti avevo lasciato per pranzo. Non so neanche cosa te lo sto dicendo a fare, considerando che non puoi tornare a prenderli. Comunque ora vado, ti voglio bene"
Harry rise di gusto, scuotendo leggermente la testa: sua madre era incredibile, quando faceva così capiva bene di chi aveva preso.
Continuò a mettere a posto sorridendo felice, incurante di altre registrazioni che si disperdevano nell'aria.
"Ciao Harry, sono io". Quella voce, che non sentiva da mesi, gli fece venire un colpo al cuore, lasciandolo talmente sorpreso che il maglione che aveva in mano cadde a terra. «Louis» sussurrò. Quella voce, così dolce e acuta, lo aveva cullato per anni prima di dormire e poi era diventata il suo peggiore incubo. Si sedette sul letto, gli occhi verdi spalancati dalla sorpresa, le mani tremanti per l'ansia, che stringevano forte il maglione che Louis usava sempre per dormire e che Harry si ostinava a portare sempre con se, ovunque andasse. C'era ancora il suo profumo, per quello lo custodiva come un tesoro, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
"Forse ho perso il diritto di dire un semplice «io» mesi fa, quindi è meglio ricominciare. Ciao Harry, sono Louis Tomlinson, tuo ex migliore amico e tuo ex ragazzo. Non so come mi sia venuto in mente di chiamarti, ma era diventata un'esigenza fisica ormai. Perché, per la miseria Harry, mi manchi come l'aria. Non riesco più a stare senza te. Non riesco a sopportare di non trovarti a casa a preparare la cena, di non darti fastidio mentre cerchi di concentrarti a scrivere qualche nuova canzone; non sopporto di non poterti più guardare negli occhi, di non poter accarezzare i tuoi capelli. Non sopporto più niente di tutto questo. E so che la colpa è tutta mia, che se tra noi è finita non è stata una scelta, ma un mio grandissimo errore, ma davvero non ce la faccio. Io ti amo Harry, nonostante tutto ciò che ho fatto giuro che ti amo. E so che sto chiedendo davvero tanto, ma non potremmo incontrarci? Parlare di noi faccia a faccia? Perché io lo so, so che esiste ancora un noi, che anche tu provi ancora qualcosa per me. Quando ci siamo lasciati Liam e Niall dissero che il tempo ci avrebbe aiutati a lasciarci tutto alle spalle, ma non è vero Harry, per niente. Nonostante i mesi io sono ancora a pezzi e so che per te è lo stesso. Ho parlato con Gemma, mi ha detto che la notte non dormi, che sei sempre stanco. E io per te non voglio questo, non voglio che tu stia male. Perché tu sei una persona stupenda e non meriti di stare male, non per me. Per questo, ti prego, appena ascolti questo messaggio chiamami, spero che accetterai di vedermi. Ciao, Harry."
Harry si alzò di scatto dal letto, correndo poi verso la scrivania a fermare la riproduzione della segreteria. Tornato il silenzio si accasciò a terra, con la schiena contro il muro. Era assurdo, Louis non poteva ripiombare nella sua vita così. Erano passati solo pochi mesi, è vero, ma lui era così intenzionato a togliere il castano dalla propria vita che sembrava fossero passati anni. Aveva cercato di dimenticare ogni più piccola cosa legata a loro e Louis aveva vanificato tutti i suoi sforzi in una fottutissima registrazione.
Ricordava ancora ogni singolo momento passato insieme, dal più importante al più banale e in quel momento faceva ancora più male del solito ricordare.


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