I'm a mess |Newtmas|

I'm a mess

"Newt? Sei lì dentro da troppo tempo" disse Thomas, con tono preoccupato, bussando contro la porta del bagno.
Dall'altra parte non si udì risposta. Thomas era preoccupato. Newt era chiuso in bagno da più di un'ora. Poteva essergli successo qualcosa, ma non poteva aiutare il suo amico, perché il biondo si era stupidamente chiuso dentro a chiave.
Fissando la serratura della porta venne colto da un'idea improvvisa.
Thomas si diresse in camera di sua madre e frugò fra i cassetti della specchiera fino a trovare una forcina per capelli.
La infilò nella serratura e provò ad aprire la porta. Aveva fatto pratica qualche anno prima, quando i suoi genitori lo chiudevano in camera per punizione.
Finalmente sentì un click. Girò la maniglia ed entrò nel bagno.
Thomas si guardò attorno, alla ricerca del suo amico. Lo vide, seduto dentro la vasca da bagno. Si avvicinò e si sedette di fronte a lui.
Rimase interdetto quando vide delle macchie rosse sul fondo della vasca.
Newt tremava e aveva le mani sporche di sangue, lo sguardo fisso verso il basso.
"Newt..." mormorò Thomas.
Sentendo il suo nome il biondo alzò la testa.
Il ragazzo moro notò che l'altro aveva lo sguardo spaventato, smarrito. Così gli prese le mani fredde e sporche di sangue, stringendole fra le sue.
Newt sussultò al contatto. "Io non..." Gli tremava anche la voce.
"Shh, va tutto bene" cercò di rassicurarlo il moro.
"No. Non va bene" il biondo si guardò le braccia. Thomas seguì il suo sguardo.
Sulle braccia magre del ragazzo vi erano vari segni rossi. Tagli orizzontali che creavano un disegno contorto sulla pelle pallida.
Ecco da dove veniva il sangue.
Perché lo aveva fatto? Pensò Thomas. Poteva morire. Come avrei fatto senza di lui?
"Avanti, dillo anche tu" disse Newt, distogliendo l'amico dai suoi pensieri.
"Dire cosa?"
Newt si torturò le labbra con i denti, fino a farle sanguinare. "Dillo. Dì che sono un disastro" urlò con le lacrime agli occhi, "perché è così!"
"Sì, se un disastro" disse Thomas, mentre le lacrime iniziarono a scendere lungo le guance del biondo.
"Ma sei il mio disastro"