Capitolo 2. Hospital.

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Harry non seppe cosa lo spinse a salvare quel ragazzo misterioso, sapeva solo che aveva agito d'istinto. Certo, poteva salvarlo prima, ma qualcosa lo bloccava e gli diceva che doveva aspettare. E infatti il momento giusto arrivò, prese quel piccolo corpicino tra le sue braccia esili e corse verso l'ospedale; appena entrò nella grande struttura iniziò a chiedere aiuto a chiunque pur di poter salvare la vita al ragazzo che aveva in braccio. Un dottore lo aiutò e prese una barella dove poter poggiare Louis in modo che lo potesse portare verso una stanza, arrivarono alla 34 del corridoio "A" e lo lasciarono lì dopo averli somministrato alcuni medicinali. Harry stette nella stanza tutto il tempo, fino a quando un medico non li disse che doveva uscire perché dovevano fare dei controlli per accertarsi che stesse bene. Harry eseguì gli ordini e uscì dalla stanza ma, rimase comunque nel corridoio ad aspettare che il dottore finisse gli accertamenti.







Louis fu svegliato da una voce, ma non la voce che aveva sempre in testa.
Lo aveva svegliato una voce che non conosceva, una voce roca e profonda, una voce adulta.

-Chi è lei? E dove mi trovo?
-Sei stato aggredito da un gruppo di bulletti e un ragazzo riccio ti ha portato qui di corsa chiedendo aiuto. Io sono il dottor Bass e sono venuto qui per farti dei controlli.

Louis annuì leggermente e lasciò fare il dottore mentre lui era assorto nei suoi pensieri, davvero il ragazzo riccio lo aveva portato lì? E se non si trattasse del suo riccio? Si sentiva patetico a pensare quelle cose ma Harry gli era entrato nella mente dalla prima volta che lo aveva visto, molto spesso si chiedeva cosa aveva quel ragazzo per non andare d'accordo con nessuno e stare sempre solo ma alla fine anche Louis era a quel modo, asociale e timido.

-Abbiamo finito, a quanto pare te la sei scampata bene ragazzino: hai solo qualche contusione ma nulla di grave. Puoi andare.

Louis annuì col capo e si alzò dal lettino per poi infilarsi il cappotto e riprendersi lo zaino prima di uscire dalla stanza, Harry rimase sorpreso di vederlo e Louis aveva il cuore a mille.

-Mi hai portato tu qui?
-Sì...
-Perché?
-Non lo so, ho agito d'istinto probabilmente.
-Beh grazie ma non dovevi.

Detto questo Louis se ne andò senza aggiungere altro e Harry rimase ancora un po' nel corridoio prima di seguirlo. Rimase a testa bassa per tutto il tragitto fino alla fermata del bus e Louis non lo degnò nemmeno di uno sguardo, ma alla fine a volte il silenzio era meglio di cento parole che potevano ferirti.
L'autobus arrivò poco dopo ed Harry salì senza curarsi del fatto che il ragazzo misterioso era rimasto alla fermata, il riccio si sedette vicino ad un finestrino e iniziò a guardare fuori mentre il veicolo ripartì: il sole iniziò a oscurarsi e delle gocce di pioggia iniziarono a scendere giù dal cielo, una frase che Harry aveva sempre amato era "C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo." E in effetti questa frase era vera, molte volte lui mentre tornava a casa scoppiava a piangere per far confondere le lacrime con le gocce di pioggia. Ormai la depressione era parte di lui, non gli si poteva dire nulla che subito scoppiava in lacrime e si chiudeva a chiave in camera ad ascoltare musica depressa.








Harry.
Ecco a cosa stava pensando Louis, sempre a quel solito ragazzo riccio con gli occhi verde smeraldo che facevano pietà anche a Putin, nessuno avrebbe resistito alla dolcezza di quegli occhioni che guardavano verso un mondo migliore, un mondo dove magari le perosne non insultavano e disprezzavano il diverso.
Louis scosse la testa per scacciare via quel ragazzo dai suoi pensieri, dannazione! Era sempre presente eppure così assente, il liscio iniziò a fare due passi per raggiungere un qualche posto sperduto dove poteva fumare marijuana in santa pace e le sue preghiere furono ascoltate: trovò un'area pic nic dove non circolava un'anima viva.
Entrò e si sedette ad un tavolo da pic nic per poi estrarre l'erba e le cartine e iniziare a rollare per la millesima volta nella sua inutile adolescenza dove i suoi unici amici erano alcool e fumo. Caccia fuori l'accendino e si accende la canna per poi aspirare leggermente e godersi l'effetto malevolo ma benefico.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 03, 2016 ⏰

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