Sono nata in un piccolo paesino del nord Italia. Più precisamente l'11 agosto del 1998, non che questo abbia importanza per il seguito della storia, ma mi piace dare ordine alle cose. Ero una bambina davvero adorabile, paffutella e tranquilla. Ero la ragazzina simpatica ma che a volte si sedeva nell'angolo della classe, si aggiustava gli occhiali, tirava fuori un libro dallo zaino e leggeva. Ho sempre avuto questo difetto: ho bisogno dei miei momenti di solitudine, mi aiutano a tenere pulita la mente e a rilassarmi. Forse è proprio per questo che non sono mai stata un amante degli sport, e forse questo ha definito chi sono adesso. Se solo fossi stata giusto un po' più socievole e atletica, tutto questo non sarebbe mai successo, forse, o almeno a volte mi piace credere così.
Le elementari passarono piuttosto in fretta, la mia migliore amica Christine, era esattamente come me. Insieme passavamo ore a disegnare o semplicemente a leggere sedute fianco a fianco, in silenzio. Era un silenzio magnifico, quel silenzio che é tale per il semplice fatto che non ha bisogno di parole, non era un silenzio imbarazzante o opprimente, era un silenzio mite e tranquillo. Un giorno la mia professoressa di italiano alla scuola media disse "c'è una buona relazione tra due persone quando entrambe riescono a stare in silenzio nella stessa stanza senza provare imbarazzo". In quel momento capii esattamente il significato di quella frase. Questo era esattamente quello che provavo con Christine. Lei era la mia migliore amica. Mi ricordo che quando la maestra ci divideva di banco fingevamo di piangere in modo che la maestra cambiasse idea, non riuscivamo davvero a stare l'una senza l'altra.
Quando alla fine della quinta elementare lei mi disse che si doveva trasferire lontano da me io ero completamente distrutta. Rimasi in quello stato per un tempo che mi parve interminabile. Non mi sentivo affatto depressa, mi sentivo persa, come se una parte di me se ne stesse andando per sempre. Non importava affatto quante volte i miei genitori dicessero che non era cosi lontano e che avremmo avuto modo di vederci, lei era comunque lontana da me. Questa era l'unica cosa che mi importava in quel momento. Christine era la mia unica vera amica. Parlavo con altre persone, certo, ma lei era diversa, lei era me e io ero lei. Passai l'estate cercando di distrarmi, anche se a volte mi sentivo come una busta di plastica in una giornata di vento: mi sentivo trascinata da una forza che non potevo controllare.
Ma fu solo un periodo e me ne feci una ragione, o almeno ci provai con tutte le mie forze. Dovevo iniziare le medie in perfetta forma per fare nuove amicizie o rinforzare le vecchie, su questo non c'erano dubbi. Non volevo essere quella strana, io volevo essere quella simpatica con tanti amici, come era mia sorella. Ero pronta a tutto.
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Questa sono io.
General FictionQuesta e la mia storia. Potrà sembrarvi interessante o meno, ma non ha importanza. Questo libro e la mia valvola di sfogo, il mio modo di urlare al mondo che sono viva e che ho qualcosa da dire e da raccontare. Spero davvero vi piaccia :)