Prefazione a cura dell'autrice
“Volevo fossi tu” è liberamente ispirato ad una storia vera. Liberamente nel senso che non è realmente accaduto tutto ciò che leggerete. Le sue radici affondano nella vera storia di una ragazza, nella sua ultima estate da studentessa, l’estate che precede il quinto anno superiore. Man mano che si evolve la storia si allontana sempre più dalla storia reale, finita nettamente peggio, per ramificarsi e fiorire nell’immaginazione dell’autrice ormai più grande di quella ragazzina.
Seguirete Ram e Dario nella loro “never ending story”, la loro “storia infinita”, desiderata a quanto pare da sempre e da tutti. La storia è rapida, di corsa come è la vita vera. Non so se queste poche pagine riusciranno a farvi viaggiare insieme a loro o se almeno riusciranno a non annoiarvi. Non sono scrittrice, non mi reputo tale e questa non penso sia la strada del mio futuro, ma ci sono sere in cui prende l’ispirazione e mi trovo al computer a scrivere invece di navigare senza meta tra le pagine dei vari social network (che ci distaccano sempre più dai rapporti reali e dalla lettura di tutto ciò che non sia reperibile preceduto da un www).
Adesso mi metto da parte e vi lascio in pace a scorrere queste poche pagine.1.
“Certo che sono strana! Mancano poche settimane alla fine della scuola e invece di esultare per le vicine vacanze sono depressa!” Ram, al secolo Ramona Centini, era appoggiata sul solito basso muretto di fronte all’enorme portone scuro della sua scuola. Il leggero vento di quella mattinata di metà Maggio le scompigliava i capelli, spingendo qualche ricciolo più ribelle davanti ai suoi grandi occhi castani coperti dalle solite lenti scure. Si ritrovava così ogni anno, nello stesso periodo, ferma su quello stesso muretto, a guardare la solita strada dove si affollavano genitori e figli, alunni e professori. Ferma a pensare all’anno scolastico che stava per lasciarsi alle spalle, alla gita appena passata, ai suoi compagni, ai suoi amori, alle sue delusioni, alla sua vita. E come ogni anno si ritrovava in preda alla nostalgia.
“Le vacanze arrivano sempre nel momento meno opportuno!” Ram non se la sentiva di interrompere proprio adesso i rapporti coi suoi compagni. Sapeva che durante l’estate non si sarebbero più visti, non si sarebbero più frequentati. Sicuramente avrebbe visto e sentito spesso Alex (al secolo Alessandra Oricelli) e Vale (al secolo Valeria Miceli): trovavano sempre il modo di restare in contatto. Ma Diego? No, Diego Mantegna l’avrebbe perso di vista. Ne era sicura! Da qualche settimana a quella parte si ritrovavano spesso a parlare e a raccontarsi a vicenda. Per Ram era fantastico poter parlare così liberamente con un ragazzo! Da troppo tempo non lo faceva! E ora? Le vicine vacanze li avrebbero fatti allontanare di nuovo? Avrebbe perso quel rapporto così importante e speciale per lei? Troppe domande a cui solo il tempo avrebbe dato risposta! Decise di non pensarci più.
“Sta arrivando Vale. Perché sorride così? Chissà cosa dovrà raccontarmi”
- Ram, grandi notizie! -
- Ciao Vale, dev’essere qualcosa di grande davvero se riesci a essere così! -
- Così come? -
- Sveglia! Io sono ancora uno zombie! -
- Trucchi del mestiere. E 20 kg di fondotinta!!! -
- E allora? Queste grandi notizie? -
- Ah si, le grandi notizie. Finalmente ho conosciuto quel ragazzo. Ti ricordi? Il cugino della mia compagna di squadra? -
- Certo. come si chiamava? Fil…Fer…Fa…non me lo ricordo!!! -
- KEVIN!!! -
- Dai, c’ero vicinissima. -
- Proprio! Come l’Africa e il Nord-America! -
- Non te la prendere!!! Quindi, eravamo rimasti che hai conosciuto finalmente questo Kevin. Continua. -
- Ti ricordi la foto? -
- Si, anche se vorrei dimenticare! O è poco fotogenico o è davvero ai confini delle decenza. Anzi no, proprio ai confini dell’orrido! -
- Ti assicuro che è poco fotogenico! È troppo carino! Alto, fisico asciutto, capelli scuri, occhi verdi, nasino perfetto, labbra da urlo! -
- Hai trasmesso il concetto: ti piace! -
- E non poco! Ma la cosa finisce qui! Sua cugina mi ha avvertito che è abbastanza, come dire, non è proprio tipo da storia seria! Dopotutto in questo periodo non me la sento neanche io di iniziare una storia troppo seria. Sono stata troppo male quando io e Federico ci siamo lasciati e solo perché mi sono affezionata subito a lui senza capire com’era in realtà. Non rifarò gli stessi errori. Per il momento prendo quello che viene con Kevin. Tanto ancora non ne abbiamo mai parlato. -
- Io non lo conosco, posso solo dirti che persone peggiori di Federico non possono esistere. Quindi puoi solo migliorare! Ma dopo la brutta scottatura che ti sei presa ti consiglierei di andarci coi piedi di piombo prima di tirare fuori i sentimenti! -
- Tranquilla! Tanto a questa storia gli do massimo un mese! -
- Non si può mai dire cosa ti riserva la vita! -
- Speriamo bene. A te come va? Sei già entrata nel periodo di depressione che precede ogni fine di anno scolastico? -
- Oggi! -
- Così presto? Stai peggiorando! Manca ancora un mese! -
- Lo so, ma sono preoccupata per come potrà finire con Diego. -
- Puoi evitarmi di parlare di quell’essere! -
- Non fare così Vale! È vero, il vostro rapporto si è incrinato da quando siamo tornati da Napoli, ma non è colpa tua né colpa sua. È stato un insieme di situazioni che lo ha portato a cambiare. Ora la pensa in modo diverso su tante cose, ma comunque ti vuole bene, come te ne ha sempre voluto! Il fatto è che lo dimostra in modo diverso adesso! -
- Non lo dimostra proprio vorrai dire! -
- Esagerata! -
- Cambiamo argomento, per favore? -
- Va bene! Sai che fine ha fatto Alex? -
- Aspetta. È esattamente…qui! - ed indicò l’altro lato della strada con l’indice.
- Ciao ragazze come va? - Alex comparì con un grande sorriso contagioso che mostrava dei perfetti denti bianchi. - Io sto morendo di sonno! - alzò con due dita gli occhiali scuri per lasciar vedere alle compagne due occhi truccati perfettamente ma un po’ troppo gonfi per non tradire una nottata passata in bianco.
- Sei stata sveglia tutta la notte per il compito di informatica? - domandò Vale.
- Quale compito di informatica? - tuonarono insieme Alex e Ram.
- Quello di oggi! - rispose Vale
- Oggi? Compito di informatica? - Ram sentiva le gambe tremare!
- Aspetta. - Alex pensò un attimo a quello che stava per dire. - Stupida idiota, oggi non è c’è compito di informatica. C’è interrogazione di diritto! -
- Opsh! Mi sono confusa! Il compito è domani! Fortuna che io già sono stata interrogata! - disse Vale con un sospiro di sollievo.
- Interrogazione di diritto? Cavolo! Non so una parola! Posso sognarmelo il voto alto in pagella! -
Alex e Vale cercarono di consolare l’amica, prima di confessarle che era tutto uno scherzo, perfettamente riuscito! Non riuscirono a trattenere una risata spropositata vedendo la faccia della loro amica trasformarsi da preoccupata a incredibilmente arrabbiata. Ram strinse un pugno e cercò di sbatterlo contro la spalla di Vale. La ragazza però si spostò rapidamente.
- Eh no Ram! Non essere così violenta di mattina! Lo sai che ti fa male! - e sorrise lasciando intravedere dei denti finalmente allineati e liberi dopo anni di “sorrisi di ferro”.
- Siete pazze a fare questi scherzi? Poteva venirmi un infarto, lo sapete che io sono un piccola bimba indifesa che soffre di cuore! - guardò le compagne con una faccia che avrebbe fatto impietosire chiunque, sbatté le palpebre ripetutamente e strinse le labbra in una smorfia che avrebbe voluto essere triste ma che riuscì a provocare solo un'altra forte risata!
Alex guardò l’orologio. - Piccola bimba indifesa e col cuore malato vedi che siamo quasi in ritardo! Entriamo altrimenti quel pazzo di Fornarini ci sbatte fuori! È incredibile come fa un professore a rompere tanto per qualche minuto di ritardo! -
Vale la guardò perplessa. - Perché? Da quando rompe solo per il ritardo? Le sue lezioni sono da tagliarsi le vene! -
- Eh no! - intervenne Ram - Fornarini sarà anche pazzo e superpuntiglioso ma di certo non ci si annoia con lui! Ci facciamo i meglio flash! E poi quando si mette a discutere con Cris e Patroz. Sono irresistibili! -
- Cris e Patroz fanno sbellicare dalle risate anche senza l’aiuto di Fornarini! - aggiunse Alex - ma con lui è tutta un’altra cosa anche se qualcuno dovrebbe ricordargli che i lupi ormai sono specie protetta in via d’estinzione! Almeno tornerebbe più spesso a trovare i suoi antenati, secondo me discende dai lupi di alta montagna! -
- Noooo! - Vale prese un atteggiamento serio e quasi professionale - Si racconta che quando aveva poco più di tre anni i suoi genitori, volendosene sbarazzare lo abbandonarono in un vecchio campanile. Non sapevano però che lì viveva un licantropo, si insomma, un uomo lupo! Questo mannaro alla prima notte di luna piena lo morse e morì. I geni manipolati da quel morso non troppo profondo portarono all’esistenza il professore Fornarini per come lo conosciamo noi oggi. Ha le caratteristiche fisiche del licantropo ma non solo durante le notti di luna piena. Come potete notare le mantiene per vivere in qualsiasi istante della sua vita! -
Alex e Ram la guardarono per un attimo perplesse. Vale sembrava conoscere davvero quella storia. Sembrava raccontare un fatto realmente accaduto, con tanto di prove a carico della sua veridicità. Ram fu la prima a parlare. - Tu sei pazza! Sembravi Piero Angela a Superquark! Mai pensato di diventare scrittrice di libri horror? Magari potresti un giorno far concorrenza a Stephen King! -
- No ma concorrenza a Stephen King! - Vale adorava i suoi romanzi e sarebbe stato un onore per lei anche solo scriverne uno che potesse raggiungere il 10% del suo mito.
- Scrittrice o non scrittrice, arriveremo in ritardo se non ci sbrighiamo! -
Entrarono allora a scuola e percorsero insieme il lungo corridoio. Tra poco si sarebbe sentita la campana che segna l’inizio delle lezioni, ma ancora i ragazzi affollavano il corridoio centrale e non avevano nessuna intenzione di smuoversi per il momento. Tra di loro c’erano molti che non sarebbero neanche entrati, alcuni che ripassavano ansiosi per l’interrogazione a prima ora, altri che copiavano spasmodicamente qualunque cosa dal secchione di turno. Coppie che si scambiavano dimostrazioni d’affetto fin troppo esplicite per un luogo pubblico. Ragazzi che fumavano tranquillamente l’ultima sigaretta prima di avviarsi verso la classe, disobbedendo deliberatamente al chiaro cartello e non ascoltando le sollecitazioni dei vigilantes che li incoraggiavano ad uscire fuori. Ogni tanto qualcuno alzava la mano per salutare un amico che passava di là, qualcuno batteva forte la mano sulle spalle di un compagno che lo aveva raggiunto, qualcuno gridava un forte “ciao”. Ragazze si aggiravano alla sfrenata ricerca di LUI, il bello di turno, il ragazzo che le faceva impazzire. Lo cercavano per attirare l’attenzione, sperando che si accorgesse di loro, che le prendesse tra le braccia e le portasse via, ma sarebbe stato pretendere troppo magari. Speravano che le salutasse premendo le sue morbide labbra contro le loro guance fresche, ma si sarebbero accontentate anche di un semplice movimento della mano. In realtà si sarebbero accontentate anche solo di essere guardate da quegli occhi, verdi, azzurri o castani che siano. Alcune lo trovavano, altre cercavano invano l’oggetto, anzi il soggetto, dei loro desideri.
Alex, Ram e Vale entrarono in classe. Ram si sedette al suo posto lasciando che fossero le altre a litigare col nevrotico professore. Si guardò intorno e la depressione della mattina sembrò riaffiorare. Guardò i suoi compagni: Cris, Patroz (“Come fa a dormire sempre col casino che c’è in questa classe?”), Schetto (“Quante volte l’ho fatto addormentare mezzo ubriaco!”), Fabio (“Sempre con lo specchio di Mary in mano! Più narcisisti di lui non ne esistono!”)…e poi c’erano Mary, Silvia, Giorgia, Michy (“Sicuramente Giorgia starà raccontando qualcosa di scabroso! Ma che ci possiamo fare? È fatta così!”), Romeo e Giulietta, Pentium (“Sempre con le riviste di computer! Ma è fissato!”), Lorenzo (“Chissà come va con la sua ragazza? Certo che è proprio innamorato!”)…ma mancava qualcuno.
La scurrile voce del professore la riportò alla realtà - Mantegna? Diego Mantegna dov’è? -
“Che strano! Stavo per chiedere la stessa cosa! Dov’è Diego?”
- Sono qui! - una mano si agitò vicino al viso di Ram.
- Mantegna la prossima volta ti butto fuori se non rispondi all’appello! -
Ram si voltò di 45° e si ritrovò faccia a faccia con Diego. I capelli neri, studiatamente in disordine, incorniciavano un viso chiaro e due scuri occhi enormi. Le si rivolse con un sorriso che lasciava vedere appena i bianchi denti ma che gli arricciò le guance. - Quando sei arrivato? -
- Adesso! Ti saluto e spruzzo da Lorenzo! - si alzò, lasciando il suo posto ad Alex che aveva fino ad allora aspettato impazientemente di potersi accomodare.
- E questo me lo chiami saluto? - Ram si rivolse quasi offesa a Diego che, voltatole le spalle, si era avviato al suo banco.
Lui si girò a guardarla e vedendola così imbronciata tornò indietro di qualche passo - Scusa! - e la baciò sulla guancia morbida che lei gli porgeva.
- Ora và molto meglio! Ma potrebbe migliorare ancora! - prese il viso chiaro del ragazzo tra le mani e lo attirò a sé, per lasciarlo andare solo dopo aver stampato uno dei suoi più dolci sorrisi su una delle guance. - Adesso è perfetto! -
I due si scambiarono un sorriso interrotto solo dalla stridula voce del professore - Mantegna vuoi andare a sederti? E tu, Centini, ce la smetti di provocarmi quell’anima pura? Non vorrei che ti denunciasse per molestie sessuali! -
Dopo una buona risata da parte della classe, la lezione poté iniziare e poi finire.
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Volevo fossi tu
Teen FictionRam e Dario si sono conosciuti alle medie. Tra loro c'è sempre stato un legame nonostante la lontananza. Dopo anni di assenza tornano l'uno nella vita dell'altra, sconvolgendosi per cercare di vivere la storia d'amore che avrebbero sempre voluto. [O...