Capitolo 28

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Arrivai nel cortile della scuola di mio fratello,attesi la sua uscita e nel contempo scrissi a Stefano.
"Si certo,a giovedì"
Avevo proprio bisogno di parlare con qualcuno che non mi conoscesse a fondo,perché si sa,con gli estranei si parla di più.
Forse perché pensiamo che a loro non importi nulla di noi e che si scorderanno presto delle nostre informazioni,ma chissà,questo solo il nostro subconscio può saperlo.
Riflettendoci però pensai alla relazione con Riccardo,lo conoscevo solo da un paio di giorni ed ero già finita nel suo letto,io che prima di compiere qualche azione mi procuravo mille problemi,avevo permesso tutto ciò.
Ero rimasta allibita dalla persona che diventavo con Riccardo,una ragazza fragile,debole,bisognosa di protezione e che si immergeva nei suoi occhi,annegandoci.
Ebbi paura in quel momento,quella persona non ero io,non era Serena Argante.

Chi si farebbe portare a letto da una persona sconosciuta,proprio professore peraltro,il secondo giorno dopo essersi presentati?

Beh,non volevo ammetterlo a me stessa,ma non ero poi tanto diversa da Elisabetta.
E se fossi solo un suo giocattolo?
Insomma quel "ti amo" non era reale e io lo sapevo benissimo,ma ero troppo testarda per permettermi di ferirmi autonomamente con la verità.
Proprio per questo decisi di dover dimenticare Riccardo,per non diventare un'altra persona e compiere azioni errate,perché fino a quel giorno avevo creato solo problemi.
Le mie riflessioni furono fortunatamente interrotte da mio fratello.
"Sery andiamo?"
"Eh?"
Realizzai che era uscito
"Ah si,andiamo"
Dopo circa 20 minuti raggiungemmo casa.
"Luigi vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?"
"Nono,ho già mangiato i panini a scuola"
"Ok io vado a studiare,mamma e papà arriveranno più tardi"
Rispose con un "ok" e andò in camera sua,ero leggermente preoccupata per mio fratello,era ormai nella fase adolescenziale ed era cambiato particolarmente.
Oltre alla statura,anche il comportamento era cambiato,era molto più scontroso e spesso si rinchiudeva in camera sua senza voler parlare con nessuno.
Certo anche io ho vissuto la mia adolescenza ma non ricordo fosse stata così,anche io ero scontrosa ma uscivo e non restavo in casa da sola.
Ritornai nel mondo reale scrollando quei pensieri e cercando di studiare anche se invano,il pensiero di aver deluso Riccardo mi tormentava e ancor più l'immagine del suo volto.
Mi diedi un pizzicotto.
Avevo deciso di dimenticarlo e gli permettevo di intralciare il mio studio?
Dopo alcuni tentavi per svolgere le versioni,mi arresi,non potevo continuare così,non avrei concluso niente e avrei studiato male.
Così decisi di parlargli,dirgli la verità riguardo stamattina e lasciarlo(se mai ci fosse stata una relazione tra noi).
Provai a inviargli dei messaggi ma non rispose,dunque decisi si chiamarlo.
Al terzo tentativo rispose.
"Ciao"
"Ciao Riccardo"
"Che c'è?"
Disse con tono sprezzante,potevo immaginare la sua espressione
"Devo dirti la verità riguardo stamattina"
"L'ho già ascoltata,non voglio sapere altro"
"Non è quella,ti ruberò pochi minuti e una volta finito potrai anche non credermi ma io avrò la coscienza pulita"
Gli raccontai la verità,della paura di essere derisa e anche di quella che avevo quando ero con lui,diventare un'altra persona.
"Serena,mi stai dicendo che non vuoi stare con me?"
"Sto dicendo che ho paura Riccardo,io non sono quella persona,divento un'altra e faccio cose che non dovrei"
"Quindi ti sei pentita,di...beh quella notte,mi stai dicendo questo?"
"Io,io non lo so Riccardo,non lo so ed è proprio questo che mi da' fastidio.
Sono sempre stata una ragazza che sapeva ciò che voleva,ma tu mi hai stravolto tutti i piani"
"Scusami"
Disse in tono triste,poi continuò
"Io non avevo intenzione di fare qualcosa contro la tua volontà,ho sbagliato tutto io,non avrei mai dovuto offrirti quel passaggio,è tutta colpa mia"
"Ma no Riccardo,non è colpa tua"
"Scusami ancora,davvero,se questo è il meglio per entrambi non ti frequenterò più e cercherò di non disturbarti"
Si fermò un momento e con esso anche i battiti del mio cuore.
"Dimenticati di me Serena,addio"
Chiuse il telefono,sapevo che era la cosa migliore da fare ma non era ciò che desideravo.
Continuai le versioni,sempre meno concentrata,mentre delle piccole gocce bagnavano la carta,ero comunque profondamente triste per quella rottura.
Il solo pensiero di doverlo vedere ogni giorno e di non poterlo baciare mi recava un fastidio immenso.
Passai quella serata così,pensando a ciò che potevo fare per migliorare la situazione e ad ormai mezzanotte inoltrata mi addormentai.

Il Nuovo Prof. di GrecoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora