Capitolo 3

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<< andiamo Nina! Ti ci vedi me in quel posto? Tu sei abituata, ma io no!>> si lamentò Nora fissandosi allo specchio.
<< Nora con tutto il tempo che ho impiegato per farti quei boccoli, non accetto un no come risposta. E poi hai bisogno di uscire, sono due settimane che non vedi Iris e sono due settimane che sei rinchiusa in casa, è assolutamente categorico che tu esca da qui!>> sbucò fuori dalla stanza Nina.
Nora alzò gli occhi al cielo per poi recuperare il suo cappotto blu e uscire di casa.
Fecero vari giri per diversi locali e  trovarono molti ragazzi pronti ad offrire a loro qualsiasi cosa.
<< non potremmo neanche entrare in un posto come questo! >> protestò Nora alla vista del grande e lussuoso edificio.
<< senti, questi ragazzi sono stati così gentili ad invitarci, saremmo sgarbate se rifiutassimo! Dai, ti prego!>> >> mise il broncio Nina.
Nora scosse la testa esasperata e si avviò verso l'entrata.

La sua giornata si concluse nel bar del suo lussuoso hotel a cinque stelle, il Luxor, che serviva ricchi schifosi che dalla vita avevano avuto praticamente tutto senza dover fare mai granché.
Aveva adocchiata giusto qualche ragazza quella sera, mentre intraprendeva dei discorsi con dei vecchi amici.
Questo finché ai suoi occhi non gli si presentarono elegantemente due paia di gambe incredibili accavallarsi l'una sull'altra su uno degli sgabelli dinanzi al bancone. Risalii con lo sguardo lungo quella benedizione divina e cominciò a divorare lentamente con lo sguardo cosa, Dio, avesse scelto di mandargli quella sera.
Notò presto che alle gambe si sposarono perfettamente dei fianchi sinuosi e una vita sottile, fasciata da un abito nero, con una scollatura generosa ma non volgare, che lasciava intravedere quanto di piacevole potesse esserci sotto quella dispettosa stoffa. Le mani affusolate che, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare, non avevano le unghie laccate di rosso, ma di un sobrio colore naturale. Risalendo nuovamente notò due labbra, invece, rosse e piene, incastonate in un volto di pura porcellana e due splendidi occhi azzurri, nascosti appena dalle ciglia lunghe, i capelli erano sciolti sulle spalle e ricadevano disordinati anche sul viso.
A quel punto, per un millesimo di secondo, si ritrovò sorpreso di ritrovarsi ancora quegli occhi. Sembrava annoiata e guardava verso un punto indefinito dello spazio oltre il piccolo palco.

<<Prende qualcosa, madame?>>

Lei gli rivolse lo sguardo, finalmente, lo fissò per qualche istante e accennò un sorriso, mostrando, seppur lievemente, dei denti bianchi e perfetti.
Lo aveva riconosciuto quasi subito e inconsapevolmente si ritrovò a sorridere.

<< Vodka alla pesca.>>

<< sentito ragazzo? Vodka alla pesca per la ragazza e del bourbon per me.>> ordinò al cameriere l'uomo.
Prese rapidamente i bicchieri, porgendoli poi alla ragazza in parte a lui.
Tyler si appoggiò al bancone con un gomito, da vero figlio di puttana, insomma, e si mise a pochi centimetri dal suo viso, giusto per stuzzicarla un po'. La guarò sorseggiare la sua vodka.

<<Com'è?>>
<<Prova.>>

Bevve un sorso dalla sua vodka lasciando sul bicchiere un filo di rossetto e lo rigirò  verso Tyler, facendo attenzione a porgergli il lato dove le sue labbra rosse si erano posate.

"Dio, questa donna è straordinariamente intrigante! Lei si che era una che aveva le idee chiare." Pensò Tyler immaginandosi ogni possibile forma di perversione.

<<Sei venuta fuori da un'isola incantata?>>
<< se questo é il tuo modo di corteggiare una ragazza, direi che stai andando bene...>> mormorò la ragazza ghignando.
<< comunque no...>> Mormorò maliziosa. << ... dall'isola dei sogni.>>

Tyler avrebbe sfidato chiunque a staccarle gli occhi di dosso e, infatti, come non detto si avvicinò un presunto "gentiluomo" con tanto di smoking, papillon e pochette al taschino. Le avrebbe voluto offrire da bere, ma lei lo guardò solo per un istante e, ovviamente, tornò a fissare Tyler,

Lui sembrava indispettito ma non si perse d'animo, cominciò ad accarezzarle con un dito l'orlo del vestito.

<< Senta, ho avuto una giornataccia, gentilmente può togliere quella mano dalla mia coscia? Altrimenti sarò costretta a mettermi a urlare, e lei non vuole che io urli vero? Non vuole che tutte le persone, ora qua sedute, si girassero verso di lei, giusto?>> parlò calma la ragazza innocentemente. Il vecchio la fissò sbalordito, ma subito s'allontanò. Tyler la guardò incuriosito, incurvando leggermente le labbra.

Perso nei sui pensieri non si accorse neanche che la ragazza si era alzata e si stava dirigendo verso l'uscita del bar, avvolta nel suo cappotto blu.

<< aspetti, non è bello aggirasi, da soli, per queste strade a quest'ora di notte signorina... >> parlò Tyler raggiungendola fuori.

<< e chi m'assicura che con lei sarei al sicuro signor... >> sorride leggermente la ragazza continuando a camminare.

<< Tyler Black, e lei?>> domandò seguendola.

<< e dica signor Black, non ha niente di meglio da fare che seguire una ragazza conosciuta pochi minuti fa? >> domandò la giovane fissandolo.

<< in verità avevo voglia di farmi una passeggiata, così ho pensato perché non farla in compagnia?>> rispose Tyler causandolo un leggero risolino dalla ragazza di fianco a lui.

<< nel posto in cui devo andare gente come lei non dovrebbe neanche avvicinarsi...>> mormorò la ragazza fissando i suoi piedi. Tyler rimase in silenzio.

<< comunque il suo approccio è migliorato molto rispetto all'ultima volta...>> continuò la ragazza.
<< ammetto che sono stato abbastanza sgarbato. Se vuole le chiamo un taxi, almeno saprò che non vaga in giro per Manhattan da sola.>> parlò Tyler estraendo dalla tasca il cellulare.
La giovane non disse niente, si limitò solo ad osservarlo, mettendosi poi seduta su dei gradini.

<< Manhattan mi piace come città, ma credo sia troppo grande per una ragazza come me...>> iniziò lei a parlare a vanvera  senza mai fermarsi.
Tyler l'ascoltò come solo un bravo ascoltatore sapeva fare, non era un tipo di molte parole, anzi, era già tanto se non rispondeva a monosillabi.
Quindici minuti dopo il taxi giallo arrivò e la ragazza si ritrovò ad alzarsi controvoglia.
<< grazie mille per il taxi signor Black... Buonanotte.>> gli porse la mano sorridendo.
Tyler fece solo un cenno con la testa e ripercorse la stessa strada fatta prima per ritornare all'hotel.
Sentii il taxi fermarsi in parte a lui e vide la testa della ragazza sbucare fuori.
<< mi dimenticavo signor Black...>> disse sporgendosi appena.
<< il mio nome é Nora Collins...>> continuò per poi richiudere il finestrino e ritorna a casa.

Aveva decisamente fatto bene ad uscire un po', si sentiva un pochino più rilassata.
Ora l'unica cosa che la preoccupava era Nina.
"Dove cavolo sarà finita quel disastro umano che si ritrovava come migliore amica?"

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