Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction, è sui libri soprannaturali della Ward "La Confraternita del pugnale nero". E' scritta a scopo di intrattenimento quindi non si intende in alcun modo violare il copyright dell'autrice.
La sera stava calando in fretta, ormaic'era caldo, anche se un venticello insistente cercava di infilarsisotto il giubbotto. Le macchine sfrecciavano rumorose come al solito,incuranti dei pedoni e ogni tanto partiva un clacson diretto a chi sachi e chissà dove. Una tranquilla serata delle solite. Ravencamminava sulla strada dopo una giornata di lavoro alla piccolalibreria. Non era stato un giorno particolarmente faticoso, anziaveva dato i suoi momenti buoni, come nel momento in cui eranoentrate quelle due signore di mezza età che guardinghe, sierano dirette a testa bassa verso la sezione "Rosa –Sentimentali". Poverette! Erano veramente imbarazzate quando sierano presentate alla cassa con un libro ciascuno. Addiritturaavevano un certo rossore sulle guance "E' per il club dellalettura" si era affrettata a spiegare una di loro senza che lefosse stato chiesto nulla. Raven e la sua collega avevano sorrisocomplici, senza dare alcun accenno di sorpresa. Quando le due eranouscite però, erano partite le risate e i commenti. Sicuramentesi sarebbero nascoste chissà dove per leggere quei libri. Apensarci ancora sorrideva. Non lavorava in quella libreria da molto,ma si era ambientata bene. L'anziana padrona e la sua collega, cheera lì da molto più tempo di lei, la trattavano bene,si sentiva a proprio agio in quel posto.
Improvvisamente dei rumori attiraronola sua attenzione. Venivano da una via laterale, già scura edeserta. Una lotta, colpi di ferro contro ferro, soffi come dianimali. Ben lungi dal volersi immischiare o volersi trovare troppovicino, Raven accelerò il passo. Non faceva certo la figuradell'eroina, ma molto meglio una codarda viva che una superdonnamorta. Poi, obiettivamente, cosa mai avrebbe potuto fare lei? Bastavache spuntasse una pistola e tanti saluti. Stava quasi per arrivare ametà della via quando vide un lampo di luce. Quel tanto bastòa farla voltare e quello che vide la lasciò senza fiato. Uncorpo che spariva riducendosi in cenere e due energumeni con unpugnale dalla lama nera in mano che si voltavano nella sua direzione.O cazzo! Più veloce del vento si mise a correre, non mancavamolto al suo minuscolo monolocale. Non voleva neanche vedere se laseguivano. L'avrebbe solo rallentata il voltarsi, nei film lofacevano sempre e l'aggressore proprio in quell'istante li placcava.Si permise un sospiro solo quando si chiuse la portadell'appartamento alle spalle. Catena, serratura e anche lacassettiera davanti all'uscio non avrebbe di certo guastato. L'avevano seguita? In quel caso forse doveva trovare il modo disprangare anche la finestra....
Non fece in tempo a terminare ilpensiero che uno di quegli energumeni entrò proprio da lì.Alto, molto alto, muscoloso, una montagna in confronto a lei. Capellicorti scuri che spuntavano da un cappellino da baseball, occhitalmente azzurri da essere del colore del diamante. Tatuaggi e unamano guantata. Sotto shock, impietrita dalla paura e dalla sorpresanon si rese conto di quando quello strano individuo si mosse,conficcandole una siringa nel collo.
In movimento, era su qualcosa che sistava muovendo abbastanza veloce. Una macchina? A giudicaredall'odore di pelle dei sedili, fumo e Dio solo sa cosa, sembrava disi. Ma dove la stavano portando? E poi, era legata? Si, come unsalame nel sedile posteriore di una macchina sconosciuta, guidata dachissà chi e diretta chissà dove. Davvero niente malecome situazione! Il panico cominciò a farsi strada dentro dilei, ma assieme alla paura c'era una strana calma. Una voce (la suavoce interiore forse) le diceva che non era saggio farsi scoprire.Non l'avevano nemmeno imbavagliata e forse non si erano accorti cheera sveglia. "Ma non ti sei accorto proprio di nulla?" disse unavoce musicale, parlava con un accento strano, forse non era delposto. "No" rispose quello che guidava,il tono era piùprofondo, ma l'accento era identico. Chi erano per la miseria? E cosavolevano da lei?? "Andiamo fratello, sicuramente qualcosa avraivisto. Non è possibile che una cosetta da nulla come unatestimone sia passata inosservata al tuo radar soprannaturale" Larisposta questa volta fu una specie di soffio irritato, come quellodi un gatto. O madonna, erano pazzi, due energumeni pazzi furiosi.Era veramente a posto. " D'accordo d'accordo" continuòquello ciarliero. "Se dici che non l'hai vista sul serio ti credo.Sentiremo cosa ne pensano gli altri e il re." A quel punto un suonosoffocato deve esserle sfuggito dalla bocca, perchè quelloallegro si girò verso di lei "Ah ti sei svegliata!" nellapenombra non riusciva a vederlo bene, ma sembrava un gran belfigliolo. Capelli troppo lunghi forse e, ma non ne era sicura, dalcolore strano..."Chi siete? Perchè mi avete rapita? Dovestiamo andando?" "Hei calma calma! Avrai le tue risposte frapoco" " Col cazzo!!! O mi dite subito dove stiamo andando oppuregiuro che ve ne pentirete!!" Era pazza. Come mai si
comportava così? Non lo sapevadire. Avrebbero potuto ucciderla anche subito se volevano. Forse erail tono allegro di quell'energumeno, non lo sapeva, fatto stàche iniziò a prendere a calci le portiere. Non le avevanolegato neanche i piedi. "No! Ferma! Hei! Basta!!" "FermalaPhury per amor della Vergine, sennò distrugge la macchina!"Infuriata e con l'adrenalina alle stelle, Raven continuò acalciare e urlare, sperando che qualche macchina di passaggio siaccorgesse del trambusto. "Brutti energumeni schifosi! Lasciatemiandare subito!!!" "Il quartier generale grazie al cielo!!" Urlòil tizio con i capelli strani. La macchina si fermò ad unsensore di riconoscimento, poi entrò in un largo cortile.Pochi metri più avanti entrò in un garage sotterraneo elì si fermò. A quel punto i due scesero e quello con ilcappellino la prese poco cerimoniosamente per una gamba (in unsecondo, anche se le muoveva come un forsennata) e altrettanto pococerimoniosamente la scaraventò a terra. "Hei!" Le sueproteste non servirono a nulla. Era rimasta sola con quel tipo.L'altro si era già avviato verso un ascensore. " Ti alzi ecammini da sola o ti devo convincere con le buone?" "Cosa..."Neanche finì la frase che venne caricata a forza sulle spalledi quell'energumeno come un sacco di patate. La testa che penzolavadalla sua schiena "Mettimi giù!! Sei diventato matto?? Socamminare!!" Niente. Quell'uomo continuò a camminare con leiin spalla, salì sull'ascensore ed uscì in un ingressostupefacente. Raven non aveva mai visto niente di simile. Eralussuoso da fare impressione. Luci ovunque, passatoie rossosangue...con il cuore in gola si ritrovò ad ammirare, a testain giù, quella magnificenza. Salirono su una scala di marmobianco ed imboccarono un corridoio pieno di statue. Entrando in unastanza con una grande scrivania al centro, Raven venne scaricata efatta sbattere con il sedere sul pavimento. "Ahia!Razza di..." Siammutolì all'istante. Intorno a lei stavano quattro uominimastodontici, sei, contando i due che l'avevano portata li. Seduta aterra si sentiva grande quanto una pulce, ma non osava alzarsi. Nonavevano uno sguardo amichevole e da un momento all'altro siimmaginava di veder comparire un enorme schiacciamosche che lariduceva in poltiglia. "E' questa l'umana di cui hai parlato altelefono V?" Disse quello con gli occhiali da sole. La sua voce eracavernosa e con un tono minaccioso. "Si mio signore" rispose iltipo con il cappellino. V? Ma che razza di nome era? V.... " Quindinon vedi proprio niente in lei? Neanche ora?" V (almeno potevaassociare un nome a quello strano volto) si avvicinò. Iniziòa fissarla con insistenza, quasi volesse perforarla con lo sguardo."No. Niente" Mormorii in una lingua a lei ignota si sparsero fragli altri. Gli unici silenziosi rimasero V, quello con i capellilunghi e strani (alla luce si accorse che lo erano sul serio, non siera sbagliata. E aveva pure gli occhi gialli!) e quello che sembravaessere il loro capo, quello con gli occhiali scuri. "Strano. Unafaccenda che merita di essere approfondita. Per il momento datele unadelle stanze, finchè non avremo chiarito." Era tutto.Neanche il tempo di aprir bocca che venne ricaricata sulla schiena daV e portata fuori dalla stanza.
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La sindrome del chihuahua
Random...."Non riesco a capire il tuo comportamento" aggiunse Butch dopo un' altro momento di silenzio. "Hai rischiato di farti incenerire dalla Vergine Scriba, rispondi a V come se non avessi paura di quello che potrebbe farti..." "Ah sindrome del chihua...