Capitolo 3

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Chiusa nella stanza a Raven non erarimasta altra scelta che sdraiarsi sul letto. Però, morbidequelle lenzuola. Scorrevano sotto il palmo come la seta e forse eraproprio seta, non avrebbe saputo dirlo. Aveva tenuto le scarpe(pronta per un'eventuale fuga), tenendo però i piedi fuori dalbordo del letto per non sporcarlo. Quanto era passato? Minuti? Ore?Giorni? Non sapeva dirlo. Fuori era sempre buio. Aveva un mal ditesta insistente e sentiva i muscoli tutti indolenziti. Una belladoccia e una dormita non avrebbero guastato di certo. A parte essererispedita a casa ovvio. Cosa volevano da lei? A chi aveva detto didoversi rivolgere l'uomo con gli occhiali da sole? Non aveva bencapito. Vergine qualcosa. Questi erano pazzi, completamente suonati.Era finita proprio in un bel guaio.

Senza contare che potevano schiacciarlain due come una nocciolina. O calpestarla sotto una scarpa, nonfaceva molta differenza. Ora che era rimasta sola si concesse illusso di rabbrividire e non dal freddo. Ripensò a quella massadi muscoli ambulanti che aveva visto nella stanza dove l'avevanoportata la prima volta. Ma esistevano delle persone così?Aveva visto qualche culturista, in palestra o sui giornali, ma quegliindividui se li potevano mangiare a colazione e sputare le ossa perusarle come stuzzicadenti. Erano dei mostri! Certo, benproporzionati ma...montagne umane era dir poco!

Continuò a rabbrividire. Nonavrebbe dovuto abbassare la guardia neanche per un secondo. Il fattoche fino ad ora non l'avessero uccisa non significava che nonl'avrebbero fatto in seguito. Tutto stava a cosa avrebbe detto quellaVergine qualcosa. Era immersa nei suoi pensieri quando la riscosse untimido ma deciso bussare alla porta. Ritirandosi ancora di piùsul letto ma in guardia, rispose "Si?" La porta si aprì edentrò un...maggiordomo? Si, era proprio un maggiordomo.Vestito alla maniera della servitù, con un elegante completonero. Le stava facendo pure l'inchino! Roba da non credere! Sembravaavesse circa sessanta – settant'anni, ma non era mai stata brava adefinire gli anni, quindi non poteva dirlo. "Signorina? Mipermette? Sono Fritz il doggen dei Signori. Le ho portato qualcosa damangiare..." Non fece in tempo a finire la frase che uno deibestioni, quello tatuato, fece irruzione nella stanza. "ScusaFritz, non c'è tempo ora" "Come vuole padrone" e con unprofondo inchino, il maggiordomo sparì all'istante. "LaVergine Scriba ha parlato con il nostro re. Siamo tutti attesi nelsuo studio per parlare" Raven rimase impietrita a fissarlo. L'oradella verità era arrivata e sinceramente aveva un po' dipaura...e va bene, tanta paura. " Vieni con le buone o devo tirarefuori le manette e trascinarti con la forza?" Questo la riscosse."No no, arrivo". E uscirono dalla stanza.

Arrivati nello studio del re, Raventrovò anche tutti gli altri ad ascoltare la "sentenza"."La Vergine Scriba ha espresso il suo volere" iniziòl'uomo con gli occhiali da sole senza tanti preamboli " Non mi haspiegato nulla nel dettaglio, ma ha detto che servi allaConfraternita, per questo motivo rimarrai dove sei. V, scortala nellasua stanza, alla sua sistemazione completa penseremo piùtardi" "Come??Cosa?? Tutto qui?? Come sarebbe che servo allaConfraternita? Cosa significa? E chi è questa Vergine Scriba?Non ho il diritto di esprimere la mia opinione? Fatemici parlare!Voglio parlare anch'io!!" "No" rispose semplicemente l'uomo.Raven venne caricata ancora urlante sulle spalle del bestionetatuato, esattamente come la prima volta, come un sacco di patate. "Lasciami andare brutto rinoceronte decerebrato!! So camminare,mettimi giù!!" Le sue urla piene di insulti si persero nelcorridoio della villa, alle spalle della porta chiusa dello studio.   


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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 24, 2015 ⏰

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