PROLOGO

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Grida,ancora grida.

Chiusa nella mia camera cercai di coprirmi la testa con il cuscino,per non sentire più quello che ogni giorno faceva parte della mia vita,delle mie giornate.

Non esisteva un giorno in cui i miei genitori non iniziassero ad urlare tra di loro,a dirsi le cose peggiori che potevano uscire dalla bocca di due "innamorati".

Ho sempre creduto che non fossero mai stati innamorati davvero,visto che sarei stata il frutto di una notte di passione tra loro due,non destinata,di certo,a finire in tre.

Avevo sempre vissuto con quel peso,con il peso di essere la figlia non voluta,quella che era stata cresciuta dalla nonna perché i genitori non avevano avuto nè la voglia,nè il coraggio di farlo.

Non avevo mai ricevuto un abbraccio,un "ti voglio bene" da parte loro e,forse,questo avrebbe potuto,e dovuto,alimentare ancora di più il mio odio nei loro confronti,ma l'unica cosa che avevo sempre fatto era stata credere che quella situazione prima o poi sarebbe cambiata,che prima o poi mi avrebbero accettata per com'ero .

L'unica persona a cui avevo voluto veramente bene nella mia vita era stata mia nonna,la donna che mi aveva cresciuto,la quale,nonostante fosse la madre della donna che mi aveva messo al mondo,era la persona più dolce e affettuosa che poteva esistere sulla faccia della terra.

Perderla era stato doloroso,troppo forte da superare,una mancanza che da quel giorno sentivo nel cuore come una ferita che non si sarebbe più rimarginata.

Nessun'altro mi aveva amata,protetta,accudita come aveva fatto lei e,ad un certo punto,avevo iniziato a pensare che,molto probabilmente,nessuno lo avrebbe mai più fatto.

Avevo perso la persona più importante della mia vita quando avevo solamente 12 anni e non avevo più conosciuto nulla,e nessuno, che fosse stato in grado di rendermi felice,di colmare quel vuoto.

Quando avevo 14 anni nacque la mia sorellina e cercai di darle tutto l'amore che io non avevo potuto ricevere;lei era la figlia voluta,quella tanto desiderata e perfetta per i miei genitori,ma,nonostante ciò,non avevo mai provato alcun tipo di invidia nei suoi confronti.

Negli ultimi due anni era diventata la ragione per cui continuavo a vivere,la ragione per cui cercavo di non farmi troppo male,quel pensiero che mi manteneva viva quando l'unico desiderio era morire.

Nessuno conosceva davvero la mia storia,nessuno sapeva tutto ciò che nella mia vita avevo dovuto sopportare,nessuno sapeva come ci si sentiva a vivere dentro di me,dove il sentimento che dominava le mie giornate era solo uno.

La tristezza;non c'era niente nella mia vita che mi avesse reso davvero felice fino in fondo.

Non ero mai stata bella,per questo non avevo mai avuto un ragazzo;oltre ad essere "bruttina",ero sempre stata grassa o comunque troppo in carne rispetto agli stardard di ragazza perfetta.

Non avevo mai provato amore verso me stessa,verso il mio corpo e tutto quell' odio,quel disprezzo mi aveva portato in un tunnel,ed uscirne era piuttosto complicato.

Se avessi avuto qualcuno a rassicurarmi,a dirmi che prima o poi sarebbe andato tutto bene forse tutto ciò non sarebbe mai iniziato,non sarebbe diventato una dipendenza.

L'unico modo che avevo per sfogarmi,per liberarmi da quella sensazione,per sentirmi bene,era la violenza,una forma di violenza molto più forte e crudele del normale.

Iniziai a farlo senza sapere cosa fosse,senza sapere che quel tipo di autodistruzione si chiamasse autolesionismo,senza sapere che sarebbe diventata l'unica via di uscita che avevo da tutti quei pensieri che occupavano la mia mente,senza sapere che sarebbe entrato a far parte della mia quotidianità,senza sapere che sarebbe diventata la mia più grande dipendenza.

Tutti i giorni coprivo i miei polsi con grosse felpe che non lasciavano intravedere nulla e indossavo una maschera,una maschera fatta di sorrisi falsi,finte risate e di una felicità che non mi apparteneva.

Nessuno sapeva davvero chi fossi,chi era Aria,perchè nessuno si era mai accorto che in me c'era qualcosa che non andava,che non ero la ragazza che tutti pensavano.

Forse nessuno se n'era mai accorto perché non avevo mai avuto una persona,tanto vicina a me,che fosse stata in grado di rendersi conto che tutto ciò era solo una montatura,una maschera,una parte che interpretavo.

Continuavo a sperare che quella persona un giorno sarebbe arrivata,che mi avrebbe salvato,che mi avrebbe aiutato ad uscire fuori da quel tunnel tanto tortuoso e difficile da percorrere... 


SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti :)

"Almeno tu,ti prego,salvami" è stata la prima storia che ho scritto in tutta la mia vita,quella che,in qualche modo,mi ha avvicinato alla scrittura e che mi ha reso una persona diversa da quella che ero sempre stata.

Bene,non so cosa mi ha spinto a riprendere questa storia dopo un bel po' di tempo.

Forse ci sono ancora molto attaccata e non volevo che rimanesse così,in sospeso,un po' per me e un po' per tutte quelle persone che,giorno dopo giorno,si sono avvicinate ad essa.

Comunque è un bel po' di tempo che volevo riprenderla,rileggerla,revisionarla e terminarla.

Sono cambiata rispetto al momento in cui avevo iniziato a scriverla,sono maturata e cresciuta,quindi spero che questa "nuova versione" vi piaccia e spero che possa soddisfare coloro che iniziano a leggerla per la prima volta.  

Detto ciò,la storia sarà sempre la stessa,ma ci tenevo a migliorarla sia dal punto di vista lessicale che della trama,per renderla anche un po' più scorrevole.

Buona lettura a tutti. :)                                                                           






Almeno tu,ti prego,salvami. (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora