Continuavo a fissare da un po' l'insalata che avevo sotto gli occhi,rigirando più e più volte la forchetta nel piatto.
Intorno a me c'erano persone che parlavano,che urlavano,che scherzavano,che si divertivano.
Tavoli pieni di ragazzi e ragazze felici di ritrovarsi per il pranzo dopo le lezioni.
Io ero sola nel mio grande tavolo,che non era mai stato pieno;a nessuno era mai passato per la mente di sedersi accanto a me.
Alla fine era comprensibile.
Perchè sedersi vicino ad una ragazza che non diceva mai una parola,mai nulla di divertente,mai nulla che potesse essere minimamente interessante?
Ero abituata,ogni giorno era così:mangiavo,o almeno facevo finta,e tutto andava bene.
Ho avuto un periodo della mia vita in cui il cibo era la mia unica via di fuga,fin quando decisi che,forse,non mangiando mi sarei sentita meglio e sarei diventata la ragazza che tutti avrebbero desiderato.
Per primi i miei genitori non mi avevano mai accettata per com'ero. Troppo timida,troppo bassa,troppo "cicciona",troppo brutta per l'immagine che la famiglia doveva mantenere.
Mai abbastanza per partecipare a cene di lavoro,cene tra parenti o semplicemente a pomeriggi in famiglia.
La mia casa era piena di foto,ma praticamente in nessuna di queste c'ero io:c'erano sempre e solo mia madre,mio padre e mia sorella.
Comunque era da un po' che non mangiando mi sentivo meglio,mi sentivo pura,pulita,senza colpe per essere com'ero.
Dimagrendo forse qualcuno mi avrebbe accettata,magari avrei potuto trovare qualche amico con cui passare il tempo,a cui confidare tutto ciò che provavo,ciò che mi succedeva.
Ma più il tempo passava e più la situazione peggiorava. Niente cambiava.
Non ero mai stata presa particolarmente di mira dalle persone nella mia scuola,diciamo che principalmente la gente quando mi vedeva cambiava strada,mi ignorava semplicemente,come fossi solo un puntino insignificante.
Molte volte mi ero ritrovata a pensare che se mi avessero presa di mira forse mi sarei sentita meglio,almeno avrei avuto la certezza che la gente sapeva della mia esistenza,nonostante fossi un fottuto sbaglio.
Invece no,ero inesistente per qualsiasi persona;neanche i professori si accorgevano della mia presenza.
Non avrei mangiato quella schifosa insalata,quindi mi alzai e la gettai nel secchio vicino,per poi uscire e tornare nella mia classe prima del suono della campanella.
Tutti i miei compagni impiegavano un bel po di tempo per tornare in classe,si divertivano a stare un po' con i loro amici,ma io,non avendo nessuno con cui stare,preferivo "ripassare" la lezione dell'ora successiva.
Non ero mai stata una "secchiona",semplicemente non avendo grandi cose da fare durante le mie giornate studiavo solo un po' di più degli altri,anche se,spesso,con scarsi risultati.
Mi impegnavo,ci provavo,ma la maggior parte delle volte non riuscivo a capire nulla e,pur di non alzare la mano per chiedere chiarimenti,me ne stavo zitta.
Purtroppo,così facendo,mi ritrovavo qualche insufficienza e il mio rendimento scolastico non era dei migliori.
Questo era un altro dei motivi per cui,per i miei genitori,non ero la figlia che speravano fossi.
Ero nata da uno sbaglio,da un incidente di percorso e,se almeno fossi stata la figlia perfetta,non sarebbe stato così difficile,per loro,da sopportare.
Invece ero tutto il contrario.
Dopo 16 anni non ci facevo neanche più caso,vivevo la mia vita abituata a sentirmi così,ad essere così.
Fu il rumore della campanella ad interrompere i miei pensieri,ad indicarmi che l'ora di matematica sarebbe iniziata di li a poco.
Tutti,chi prima chi dopo,rientrarono in aula in attesa dell'insegnate.
-Buongiorno ragazzi.-Disse la professoressa dai ricci capelli rossi,entrando in classe.
Sistemò le sue cose sulla cattedra nel silenzio della classe.
-Ragazzi,devo comunicarvi che,per via della situazione disastrosa in cui si trova la classe,la scuola ha promosso una serie di corsi di recupero per chi si trova in condizioni gravi nelle materie principali.-Disse alzandosi in piedi per attirare l'attenzione della classe.
Tutti,o quasi,ruppero il silenzio con sonore proteste,fino a che la professoressa,con un brusco colpo di cattedra,riportò il silenzio.
-Non c'è una persona che,almeno nella mia materia,abbia dei voti superiori al 6 scarso,quindi non siete nelle condizioni di lamentarvi.-Disse.-I corsi di matematica inizieranno domani pomeriggio,dalle 15:00 alle 17:00 e dureranno circa tre mesi.-Aggiunse poi.
Bene,per i successivi tre mesi avrei avuto il doppio da studiare.
-Ora vi dirò i nomi di chi dovrà partecipare al corso,anche se,visti i voti negativi,dovreste già saperlo.Carletti,Tomson,Martin...-
Smisi di ascoltare quando sentii il mio nome tra i primi della lista.
Pensavo solo a quale sarebbe stata la reazione dei miei genitori...
SPAZIO AUTRICE.
Ecco il "nuovo" primo capitolo. :)
Ci troviamo ancora all'inizio,tutta la storia deve ancora prendere forma,ma tra il prologo e questo primo capitolo ho cercato di spiegare al meglio la situazione in cui si trova la nostra protagonista Aria. :)
Spero vi appassionerete alla mia storia,anche perché ci tengo particolarmente e se vi va fatemi sapere con un commento cosa ne pensate. :)
Grazie mille :)
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Almeno tu,ti prego,salvami. (In Revisione)
RomanceLa mia vita. Qual'è il senso della mia vita? Perchè continuo a "vivere"? Forse la mia vita un senso non ce l'ha,ma continuo a "vivere" nella speranza di trovare la pace,la serenità,la tranquillità,la FELICITA. A primo impatto la mia vita può sembrar...