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Il treno non smetteva di emanare fumo. Le persone urlavano, si potevano sentire le persone disperare mentre lasciavano i propri figli a un treno. Un treno che non sarebbe mai ritornato a Londra. Il nostro futuro sarebbe dipeso da quel treno.

"Beatrix, ci sei?"

"Mh cosa? Si ..."

"Ascoltami bene, il treno è il mezzo più sicuro che esista. Appena arriverete ad Allerdal Hall prometto che ti scriverò per sapere tue notizie. Mi raccomando fa attenzione e.. Sta lontana dai problemi."

Le sue mani erano gelide mentre accarezzavano le mie guance, non riuscivo a sentire il calore che emanava sempre. Riuscivo vedere nei suoi occhi la disperazione, come se chiedessero aiuto.
Come sarebbero andate le cose dopo che sarei salita su quel treno? Che sarebbe stato di mamma e papà? Chi si sarebbe preso cura di loro?

"Ora va e non dimenticare." Annuii e annuii come ormai facevo da settimane. La guerra stava portando via anche le mie forze, il campo da battaglia era ricoperto da granate che aspettavno solo il momento giusto per scoppiare.

Salii su quel treno carico di bambini e ragazzini che non conoscevano il loro futuro. Erano fin troppo piccoli per capire come sarebbero andate veramente le cose.

Il mondo era su un sottilissimo filo e io mi chiedo quando si sarebbe spezzato.

Erano passate due ore dalla partenza e Londra, ormai, suonava più come un ricordo lontano cosí lontano che impossibile da raggiungere.
I miei occhi si concentravano su quei fiocchi di neve che danzavano nel vuoto. Un vuoto che sarebbe finito perchè si sa, tutto ciò che si crea è destinato a distruggersi.

"C'è di peggio a Allerdal Hall. " Disse all'improvviso una ragazza seduta davanti a me. Le mie parole si incastonarono nella mia gola, sembrava non avessi più voce o semplicemente, non avevo la forza di parlare.
Corrugai solamente la fronte etornai a guardare fuori dal finestrino, chiedendomi come poteva esserci di peggio.

" Ogni sera alle otto in punto, la bufera si innalza e non c'è modo di scappare da quel manicomio. " Il suo sguardo. Il suo sguardo era perso ,come il mio, in quel gelido vuoto che ci aspettava.

"Ma-manicomio?" Balbettai confusa alle sue parole mentre pensavo all'edificio che avremo raggiunto.

"Fare la guerra o essere rinchisu lá dentro è lo stesso. Non c'è via di fuga e la salvezza è solo un'illusione che ci danno. " Come non potevo darle ragione? Il mondo era in guerra e anche la piccola Allerdal Hall rientrava nel piano di battaglia.

"Concordo pienamente." Ammisi osservandola dalla testa ai piedi. Aveva lunghi capelli neri, occhi chiari e una pelle pallida.

"Perdona la mia maleducazione, io sono Becki Swartz." Alllungai la mano verso la sua e la strinsi, sentendo la morbidezza delle sue mani scivolare sulle mie.

"Io sono Beatrix North."
"Abbiamo a bordo un'americana!
Sai.. Fa strano, vi ho sempre immaginati più rumorosi."
"Beh, mi spiace ma credo che questo dipenda da persona a persona."
Ammisi divertita dalla sua idea mentre la sua risata contagiosa pervase il brusio che ,ormai da ore, scivolava tra i sedili del treno.

Il fischio del treno spaventò la maggior parte di noi presi dai nostri pensieri che lasciammo poco dopo.
I soldati ci obbligarono a prendere i nostri bagagli e a metterci in fila uno dopo l'altro mantenendo la calma e il silenzio.

Sarebbe diventato un mondo silenzioso.

"Trix dobbiamo raggiungere poi gli altri." Sussurrò dietro di me Becki , presa nel mangiarsi nervosamente le unghie. Non credo lo facesse nervosamente, forse aveva fame o semplicemente non sapeva più che fare.
"Gli altri?"
" Ho reclutato nuovi compagni."
"Compagni?" Chiesi ancora più confusa senza togliere lo sguardo dalla guardia qualche metro più lontana da noi.
"Meno domande, appena ci smisterranno avrai la possibilitá di conoscerli... Oh almeno spero."
Le ultime parole furono più un sussurro. Nessun luogo era sicuro, niente era sicuro, niente era certo.
La mia paura era su quel filo pronto a spezzarsi.

"Benvenuti a Allerdal Hall! Io sono la Signora Myra Hazweïl e questa sará la vostra nuova casa finchè la guerra non finirá.
Sarete tenuti severamente all'interno di queste mura.
Le stanze sono divise: quelle dei maschi nel corridoio a destra e quelle delle femmine a sinistra.
La sveglia sará per tutti alle otto, pranzo a mezzogiorno e cena alle sette in punto.
I ritardatari subiranno punizioni che, saranno decise sul momento in base alla gravitá. Le stanze del piano terra sono vietate. Per chi non lo sapesse, erano usate per le miniere sotto a questo edificio."
La voce stridula della signora davanti a noi rimbombava all'interno dell'entrata.
A destra portava suppongo alla sala, o almeno cosí sembrava, e a sinistra alle cucine. Di questo ne ero sicura, si potevano notare le mensole con sopra le posate e i piatti.
Insomma, l'edificio non era male a parte la costante  puzza di marcio.

"Spero abbiate capito tutto, in ogni caso domani mattina vi sará rispiegato tutto nei minimi dettagli.
Ora vi chiedo di accomodarvi nelle vostre stanze assegnate, mi raccomando leggete il numero posto sopra i vostri bagagli e passate una buonaserata."

E fu cosí che mi ritrovai in stanza con Becki. Non smettevo di sorridere per la sua buffaggine, era cosí aperta con tutti che in meno di cinque minuti fece amicizia con le nostre due conquiline.
Si chiamavano Alyna e Ramona, non avevo capito bene da dove provenivano ma dal loro accento supponevo dal Nord.

"Come  fate a non conoscere la storia degli Sharpe?! È disumano."

"Secondo me è solo una stupida leggenda ,niente di vero." Ammise Ramona con il suo tono duro e seria mentre i suoi occhi erano fissi sulla figura di Becki.

"Allora chi è la signora dipinta nel quadro nella sala principale?"

Ramona non trovò una risposta pronta a questa domanda. Forse cercava di negare la realtá anche se io, per prima, non ne sapevo niente.

"Beatrix! Sembri una culturata. Racconta la storia dei fratelli Sharpe."

Mi ritrovai con il dito di Becki puntato verso di me, il suo sguardo assotigliato come se pretendesse che tutti sapessimo questa storia degli "Sharpe".

"Becki, nemmeno io la conosco." Risposi con tono basso , accennando un  sorriso innocente sperando nel suo perdono.

Silenzio.

"Bene allora posso avere l'onore di raccontarvela io. "



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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2015 ⏰

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