-

856 58 7
                                    

Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza già dilegua
e ora nel mio letto resto sola.
[...]

Tramontata è la luna, Saffo

A Gennaro era sempre piaciuta la luna, fin da bambino, quando credeva ancora che risplendesse di luce propria e fosse una specie di Sole dei notturni, poteva definirsi incantato dalla luce tenue che rifletteva, era meglio della stella diurna, lei si faceva guardare.

Aveva passato serate intere seduto sul davanzale della sua finestra a guardare il satellite, pensando e ripensando, magari suonando la chitarra, credendo di poter fuggire un attimo da quel mondo che tanto male gli aveva fatto, voleva scappare ed andarsene su quel corpo celeste che lui tanto osservava.

E la luna era davvero bella, avrebbe scritto canzoni su canzoni su come lui se ne stava lì a guardarla, a memorizzarla, a restarne quasi ipnotizzato.

E Gennaro era luna, Gennaro era ipnotizzante, magnifico e misterioso.

Era pallido e nei suoi occhi ci potevi vedere le stelle, Gennaro era il cielo notturno.

E così, quando baciò Alessio per la prima volta la luna era lì, a confortarlo, a rilassarlo e ad impedirgli di andare da Alessio per ribaciarlo, perché lui eccome se l'avrebbe fatto.

Ma era così sbagliato e così giusto allo stesso tempo.

E di quel bacio più si parlò.
-
Altra sera, altro giorno, stesso davanzale, stessi problemi, stessa luna.

Stesso ragazzo, stesso luogo, un altro bacio.

L'aveva fatto dopo l'esibizione di Ocean, era andata da schifo e Gennaro si era sentito così in colpa per Alessio; lui aveva rovinato tutto, non aveva fatto propria la canzone, troppo occupato a pensare ad altro, aveva visto il moro seduto in un angolo della loro stanza, mentre si mordeva il labbro e si guardava le mani intrecciate e non ce l'aveva fatta, si era avvicinato di soppiatto, aveva preso il suo viso tra le mani e l'aveva baciato.

E così era successo, il sesso presi dall'euforia dell'esibizione.

Nudi, goffi e felici.

E Gennaro, lo giurava a se stesso, non avrebbe mai più fatto una cosa del genere.

E mentre pensava a tutto ciò guardava la luna e piangeva in silenzio, perché non doveva e non poteva farsi sentire.

Era tutto così sbagliato, lui non poteva sentirsi attratto da quello che per anni era stata la sua colonna per non crollare, era tutto così strano e errato.
-
"Gennaro, ne dobbiamo parlare"

Alessio lo chiamava poche volte "Gennaro", usava sempre "Genn" o "Butch", usava "Gennaro" solo quando era arrabbiato o deluso.

E Gennaro non sapeva se fosse l'uno o l'altro.

Optò per la via più facile, l'ignorare.

"Di cosa?"

Alessio sgranò gli occhi e "Lo sai benissimo di cosa".

Gennaro emise una risata vuota, più uno sbuffo e tacque.

Alessio era sempre stato quello che lo riportava a terra quando iniziava ad avere la testa troppo sulle nuvole, e perderlo così, dicendogli che quei due stupidi baci gli erano pure piaciuti, non se la sentiva proprio.

"Gennaro Raia."

"Cosa?"

"Ti odio quando fai così"

"Pensavo mi odiassi sempre"

Un sussurro emesso dal ragazzo.

Non voleva dirlo, doveva solo pensarlo.

"Eh?"

Gennaro sbuffò, cosa doveva dire?

"Gennaro, cosa?"

"Niente, tranquillo"

"No, adesso mi spieghi come questa idea del cazzo possa esserti saltata in testa, davvero tu credi io ti possa odiare quando ho ricambiato i tuoi baci?"

Colpito e affondato.

"N-non lo so"

"Certo che non lo sai, perché non ha un cazzo di senso"

Alessio sbuffò e si sedette sul bordo del divano del loft che, essendo notte inoltrata, era deserto.

Passò un minuto in cui l'unico rumore presente nella stanza erano gli sbuffi di Alessio.

Gennaro si avvicinò alla vetrata e guardò la luna, gli era così famigliare che non poté fare altro che un sorrisino.

"Genna'"

La voce di Alessio lo riportò alla realtà, e si girò di scatto verso l'altro, con il cuore a mille e i polmoni mal funzionanti.

"Siediti qui un attimo" disse, battendo le mani sulle sue ginocchia.

Gennaro lo guardò con le gote arrossate e si avvicinò all'altro, sedendosi sulle sue gambe.

Alessio prese la sua mano fredda nella sua e se a portò sul petto, all'altezza del cuore.

"Lo senti? Lo so, sta battendo più veloce del normale"

Gennaro, seduto sulle ginocchia dell'altro, lo guardò negli occhi e unì le loro labbra.

Perché c'erano così tante cose da dire e così poco tempo.

E mentre si scambiavano emozioni e dolci promesse la luna li illuminava sapendo che, a Gennaro, sarebbe servita un po' meno.

Angolo Autrice

Hi Freunde!

Rieccomi con una nuova one shot!

Hope you like it!

(Se non conoscete Saffo leggetevi qualcosa di lei perché è la mia bambina bellissima e merita tantissimo)

Anna. xx

Twitter: ikigaitaylor

Facebook: Anna Fangirl





selenophilia ➸ Gennex [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora