Era una giornata tranquilla, il sole splendeva e si sentivano i bambini giocare in mezzo alla strada, o almeno provarci prima di essere ripreso da madri forse un po' troppo apprensive.
Quella giornata Gennaro l'avrebbe passata volentieri in giro per la città piuttosto che nell'ormai fin troppo familiare loft da cui, da un paio di mesi a questa parte, usciva solo per i live di XFactor.
Mancavano solo pochi giorni al momento in cui sarebbero tutti stati nuovamente liberi continuava a ripetersi, non sapendo se avrebbe dovuto sentirsi triste o felice.
In fondo, per quanto gli mancasse poter uscire di casa a suo piacimento e sentire l'aria fresca accarezzargli il volto, quella era stata una delle più belle esperienze della sua vita, se non la migliore.
Era stato fortunato ad arrivare fino a lì e si sentiva ancora più fortunato perché aveva potuto vivere tutto questo con Alessio, il suo migliore amico.
Non era certo che senza di lui sarebbe riuscito ad arrivare fin lì, anzi, era certo che senza di lui non avrebbe passato nemmeno le selezioni.
Lui e Alex erano due facce della stessa medaglia e l'uno senza l'altro non potevano stare.
Da soli erano solo due ragazzini che amavano cantare strimpellando la chitarra, ma insieme erano gli Urban Strangers.
Insieme erano forti, da soli non erano niente.
O meglio, lui non valeva niente da solo, Alex invece era tutta un'altra storia.
Aveva cominciato a rendersene conto da quando erano entrati nel loft, ma in quei giorni una nuova certezza cominciava a farsi strada nella sua mente: Alex se la sarebbe cavata benissimo anche senza di lui, cosa che Gennaro era certo di non poter fare.
Lo aveva capito vedendo con quanta facilità il ragazzo aveva fatto amicizia con tutti, con quale velocità aveva stretto un legame quasi fraterno con Giò(con cui sembrava flirtare continuamente)e Davide, trascinandosi dietro il biondino quasi come un peso morto, perché nello stringere rapporti con altri esseri umani Gennaro era sempre stato un disastro e Alex lo sapeva perfettamente; lui stesso ci aveva messo anni a riuscire a convincere l'amico che poteva fidarsi di lui.
Gennaro era un asociale, per scelta ma soprattutto per costruzione, perché lui ci aveva anche provato ad essere un tipo più socievole, ma i risultati erano stati disastrosi.
Forse avrebbe dovuto impegnarsi di più, ma in fondo, dopo aver trovato Alessio, non aveva più sentito il bisogno di altre persone e quindi aveva lasciato stare.
Mentre continua a rimuginare su tutte queste cose sente gli altri membri della Baell squad scoppiare in un grassa risata, di quelle sincere che escono spontanee dal cuore, e una voce dentro di lui cominciava a chiedergli perché invece di ridere con loro, lui stesse seduto sul divano, con le ginocchia strette al petto e lo sguardo perso fuori dalla finestra in una città in cui non poteva uscire liberamente.
Gennaro non riusciva a trovare una spiegazione sensata, e un'improvvisa ondata di tristezza lo invase senza che lui ne capisse il motivo.
C'era un solo rimedio al fiume di emozioni che stava cominciando a travolgerlo, Gennaro lo conosceva bene sin da quando era un ragazzino, così si alzò e si avvicinò agli altri per picchiettare sulla spalla di Alessio.
-Alè?-
-Mmh?-gli rispose l'amico girandosi un istante verso di lui.
-Credo dovremmo provare i pezzi per la finale-
-Tra un po' andiamo, fammi finire la partita-
Solo allora Gennaro si rese conto che i suoi amici stavano giocando a Monopoli mentre lui era troppo preso a scrutare il panorama.
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I'd come for you
FanfictionMancavano solo pochi giorni al momento in cui sarebbero tutti stati nuovamente liberi continuava a ripetersi, non sapendo se avrebbe dovuto sentirsi triste o felice. In fondo, per quanto gli mancasse poter uscire di casa a suo piacimento e sentire l...