Giovedì 24 Dicembre 2015. Un pianoforte suonava, triste, "Have Yourself A Merry Little Christmas", alla debole luce di una lampada di un giallo tenue. Nel salotto di piccole dimensioni, occupato per lo più da un ingombrante divano a L color crema e un tappeto persiano, tutti stavano ad ascoltare, chi chiudendo gli occhi, chi battendo il ritmo con il piede -rigorosamente fuori tempo-, chi muovendo la testa come il pendolo di un orologio. Destra, sinistra. Destra, sinistra.
E le ore, per Liam Payne, sembravano non passare mai.
Vicino alla tenda del medesimo colore della lampada, scostata appena, osservava la neve cadere lenta e depositarsi sull'asfalto già spennellato di bianco. Su finestre e balconi di ogni casa, non mancavano mai Babbi Natale appesi e varie lucine sbrilluccicanti, decisamente insistenti con il loro continuo lampeggiare, quasi a voler attirare l'attenzione dei passanti. Il castano, con la tempia poggiata sul freddo doppio vetro, desiderò di poter scappare via, magari con una scaletta, proprio come quei buffi Santa Claus sospesi nel vuoto, per sfuggire alla noia di quella serata. In fondo, era più o meno così che si sentiva. Senza terra sotto i piedi, ma in gabbia. Ignorando completamente tutto ciò che lo circondava, batté piano le ciglia lunghe ad incorniciargli quegli occhi nocciola, malinconici quanto la neve, la canzone di sottofondo e la zia Marie da poco rimasta vedova che fissava nel vuoto, con sguardo vitreo a non lasciar trapelare nessun sentimento. Per la prima volta nella sua vita, Liam la invidiò. Perché dai suoi, di occhi, si capiva fin troppo.
Ad un tratto, tutto cessò: Niall suonò l'ultima, bassa nota conclusiva, i parenti si risvegliarono da quello stato di trance come vittime di un'ipnosi Freudiana e l'incantesimo svanì. Partì uno scoordinato applauso al cugino di secondo grado di Liam, orgogliosissimo della sua performance appena terminata. Si alzò dal morbido sgabello, addirittura si inchinò, mentre nonni e zii vari si complimentavano con lui per l'incredibile talento a soli sedici anni.
-Tu non applaudi, cugino?-
Liam serrò la mascella. Non aveva mai sopportato il tono arrogante e sfacciato di quel marmocchio dai capelli biondo acceso e il sorriso beffardo dai denti storti. Prese un respiro. L'unico modo per non dargli soddisfazione sarebbe stato quello di rimanere calmo.
-Bella esibizione, deliziosa davvero- rispose perciò dopo qualche secondo, decidendosi finalmente di girare la testa verso di lui e scoprendo un alone rosso nel punto in cui la testa era stata appoggiata al vetro. Accompagnò il tutto con un sorriso tirato, a labbra chiuse, che lo aiutò a sembrare più che convito delle sue stesse parole. In diciotto anni della sua vita, aveva imparato a far buon viso a cattivo gioco, nonostante detestasse lui, i suoi modi di fare, quel ciuffo scleccato e irto che sembrava voler arrivare fino al soffitto, e la maniera che aveva di suonare, così fredda -proprio come i suoi occhi taglienti, color ghiaccio-, seguendo a macchinetta uno dei tanti spartiti stampati online.
Niall sembrò irritato da quella risposta così tranquilla e pacata, che rispecchiava appieno il carattere di Liam. Stuzzicare il cugino era sempre stato il suo hobby preferito, con il solo scopo di metterlo in cattiva luce e sentirsi superiore: quando erano piccoli, alle riunioni di famiglia, tirava la coda al cane e poi dava la colpa a lui, lo accusava di avergli rubato la sua fetta di torta al cioccolato quando al castano i dolci nemmeno piacevano, e si vantava dei suoi bei voti in matematica rinfacciandoli all'altro che, al contrario, odiava quella dannata disciplina e faceva il minimo indispensabile nelle materie scientifiche. Liam si era sempre chiesto da dove provenisse tutto quel rancore immotivato, ma non trovando una risposta abbastanza plausibile, s'era semplicemente rassegnato al doverlo sopportare per quelle poche volte all'anno in cui era costretto a vederlo. Tuttavia, quell'anno la situazione sarebbe stata decisamente più complicata, perché per la prima volta il castano si era ritrovato ad essere davvero inferiore a lui.
-Oh mamma mia, ma è quasi mezzanotte!- la voce di nonna Elise trillò come un campanello d'allarme ad avvisare tutti i parenti di quel che sarebbe successo da lì a poco. Liam sospirò, sfregando i palmi sulle sue cosce tornite. Anche lui aspettava con ansia lo scoccare dell'orologio: prima sarebbe arrivato il Natale, prima sarebbe finito e lui avrebbe potuto rinchiudersi nella tranquillità di camera sua.
Cominciava a soffrire i luoghi chiusi, la troppa gente, le parole, le risate. Troppe cose erano successe da lì a qualche mese, trasferimento della famiglia Payne compreso. E Liam aveva visto talmente tanti volti varcare la soglia di casa sua, sentito così tante parole vuote, inutili, false, che oramai non riusciva più a mostrare nessun tipo di interesse. Rimpianse le vacanze a Wolwerhampton, la sua vecchia casa, il suo giardino, l'aria buona, la serenità.
La felicità.
A mezzanotte, tutti brindarono. Delle dodici persone presenti in quella stanza, il castano fu il primo ad avere il bicchiere e la fetta di panettone, che cordialmente rifiutò e restituì a sua madre. Tutti in piedi, tranne Liam. Ebbe l'impulso di alzarsi, preso da un attimo di follia. Fece forza sui glutei e sui muscoli delle braccia; poi si lasciò andare, come rassegnato e stanco, fissando nel vuoto e sprofondando di nuovo sul morbido tessuto di quella sedia a rotelle. Fortunatamente, nessuno se ne accorse.
Buon Natale, mamma. Buon Natale, papà.
Cin cin, nonno Arthur e nonna Elise. Cin cin, nonno Buddy e nonna Cassie.
Auguri, zii. Sì, a tutti e quattro gli zii.
Buon Natale anche a te, Niall.
Alzò il calice pieno di spumante, seguendo quella nenia confusa di auguri. Il sorriso finto stampato sulle labbra. Lo stomaco chiuso, gli occhi da cerbiatto che imploravano pietà in quella situazione che lo metteva a disagio. Il corpo dalle membra pallide stretto in quella camicia azzurra e i jeans blu scuri. Il viso privo di barba. Le certezze crollate come un castello di carte. Le ciglia ben presto umide di lacrime.
STAI LEGGENDO
La bellezza dell'immenso
FanfictionNella caotica Londra del ventunesimo secolo, l'inverno regna sovrano col suo gelido freddo e la neve candida su strade, palazzi, menti e anime. Liam Payne è solo uno dei tanti ragazzi che ha smesso di sentire il Natale, da quando un incidente strada...