Capitolo primo

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Mi chiamo Stella, ho 14 anni e abito a Parigi, con mia madre, mia sorella e mio Zio.
Hanno deciso di formare una compagnia teatrale ma non ha molto successo.. Saltiamo da una città all'altra e io non ho, non posso avere amici.
Ricordo di aver avuto un'amica: Becky, quando vivevamo a Lione, quando c'era papà, poi se n'è andato e la nostra vita è peggiorata sempre di più fino a dover mangiare fagioli in scatola e insalata di cavolo praticamente tutti i giorni.
Mi chiedo spesso come sarebbe stato se papà fosse rimasto: non ho molti ricordi di lui solo una carezza e un sorriso gentile ma tanto mi basta, non sopporterei l'idea di avere altri rimpianti.
La mia passione è sempre stata quella di disegnare e dipingere e oggi potrò avverare i miei sogni : l'università delle tre A (American's Artist Academy) mi ha scelta per darmi una borsa di studio in quella scuola e non potrei essere più felice!
La mamma all'inizio era titubante ma alla fine si è decisa: dopotutto mi pagano viaggio e spese quindi in teoria non deve spendere soldi e riuscirà anche a togliermi dai piedi.. Vi spiego: non mi sono mai sentita parte di quella famiglia e anche loro mi trattano come un'estranea perciò.. Più velocemente me ne vado meglio è.
Sto per uscire di casa e mia sorella viene a salutarmi nel suo solito modo insopportabile.
-Buona pfortuna cerca di non pfarti efspellere - mentre me lo dice fisso la sua bocca che sputacchia ogni volta che emette qualcosa e gioisco del fatto che non la vedrò più.
Sorrido silenziosamente
-grazie Susan -
All'aeroporto c'è un viavai incredibile di persone, valigie e carrelli.
Faccio fatica a trovare il mio aereo ma riesco ad entrare all'ultimo minuto, all'interno ci sono persone di tutti i generi ma scorgo un ragazzo un po' più grande di me che indossa una maglietta arancione con una frase in lettere straniere, forse greche, fisso la maglietta e mi stupisco di riuscire a leggere la frase :Campo Mezzosangue.
Ripenso a dove ho già sentito quella parola, mi torna in mente l'unica volta in cui sono andata al cinema.. Mi ricordo bene, era Harry Potter e la camera dei segreti.. Però non capisco il collegamento.
Distolgo lo sguardo e mi concentro sui disegni che ho portato con me.
Piano piano le palpebre si fanno pesanti e cado in un sonno profondo.
Apro gli occhi: una lunga distesa di nebbia avvolge l'ambiente circostante, ci sono due porte identiche e io so che devo sceglierne una. Vedo apparire nella nebbia un topolino bianco inseguito da un serpente, so che devo salvare il topolino perciò parto all'inseguimento.
Il roditore entra nella porta a sinistra così faccio lo stesso ma all'interno è buio e non vedo nulla.
Sento solo urla e grida e mi sveglio di soprassalto: sono sull'aereo ma al centro del corridoio il ragazzo di prima sta lottando con un tizio alto due metri. Mi stropiccio gli occhi e guardo con più attenzione, il tizio non ha un occhio o meglio.. Ne ha uno solo.. Aspetta un attimo. La gente non ha un occhio solo!
Presa dai miei ragionamenti non mi accorgo che il tizio monocolare(?) ha afferrato il ragazzo per la giacca e ha attorcigliato le sue luride zampe sul suo collo.
Non appena lo vedo rimango pietrificata: i passeggeri non reagiscono!
-Aiuto!- grido, ma nessuno sembra sentirmi.
Se non faccio qualcosa il ragazzo morirà.. Prendo la rincorsa e mi lancio sull'uomo, che preso alla sprovvista lancia via la sua preda contro un muro.
Il tizio comincia a divincolarsi e io a perdere la presa, presto cadrò e sarà stato tutto inutile.
Una lacrima comincia a scendere sulla mia guancia scavando un lungo solco, il ragazzo è a terra, apparentemente svenuto, non mi può aiutare.
Sento una zampa artigliata tirarmi per la giacca e afferrarmi per i polsi.
-credevi di essere più furba? - il tizio mi guarda con il suo unico occhio scabro e lattiginoso, per poco non mi viene da vomitare ma riesco a trattenermi e a rispondere -più furba di un tizio che non si lava da quando è nato? Sinceramente si-
Il mono-occhio mi guarda con malignità -ci sarà poco da ridere quando ti ucciderò! Sempre a fare gli spacconi voi semidei, poi quando sentite le fiamme cominciate a implorare e a piangere-
Detto questo mi passa la sua mano schifosa sul collo e comincia a stringere, sempre più forte.



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