Capitolo 2

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Eccolo Alberico. Mh, era carino. Meglio così. L'unico banco vuoto era vicino a me, alla terza fila. Notandolo, Alberico mi sedette vicino.
Ehi.
fece Alberico.
Ciao, devi essere quello nuovo tu, eh?
Chiesi.
Già, spero solo di trovarmi bene in questa classe. Nell'altra mi ero trovato malissimo.
Ammise.
Beh, ti posso dire che siamo una classe molto... Ehm... Come dire? Ci chiamano vivaci per non insultarci.
Dissi. Rise.
Allora ragazzi, come potete ben vedere abbiamo un nuovo alunno in classe. Quindi adesso siamo in si fermò un attimo per controllare la lista in 35, la classe più numerosa dell'istituto. Bravi.
Questa è una professoressa che odio di più. Non so il perché, mi sale il nazismo quando la vedo. Penso che Alberico lo abbia notato, infatti pochi istanti dopo
Non ti va proprio giù questa professoressa vero?
Già, penso proprio se ne sia accorto.
È così evidente?
Chiesi.
Giusto un po'.
Rise. Perché ride sempre? Bah.
Io non so ancora come ti chiami.
Disse.
Mi chiam...
Non feci in tempo a finire la frase che
Bevilacqua, De Giglio silenzio!
A quel punto strappó un pezzetto di carta dal suo diario e scrisse
Beh, ora capisco perché ti sta in culo. Comunque, ti chiami davvero Bevilacqua?
Leggendo la prima frase risi leggermente, poi mi incupì. Presi il biglietto e cominciai a scrivere.
Bevilacqua è un cognome molto più comune di quanto tu pensi, caro.
Rise. Poi scrisse qualche parola e gli finii lo spazio, imprecó leggermente.
De Giglio, scusi che dice? Ma questa è troia forte, dai.
Ehm, scusi.
Poraccio, stava morendo.
Bene, risolvi questa. L'equazione di una circonferenza di centro nell'origine, con il raggio di 4 unità.
Alberico era in evidente difficoltà. Così mi decisi a suggerire. Presi un biglietto e scrissi:
y^2•x^2-16=0
Lo lesse e poi
Ehm, y alla seconda per x alla seconda meno sedici equivale a zero.
Disse non troppo sicuro.
Si, giusto.
Sembrò aver finito di parlare, però poi continuò.
Ah, si, Bevilacqua la prossima volta lascia la soddisfazione di risolvere l'equazione DA SOLO a De Giglio.
Cazzo.
Eh, scusi prof.
Bah, almeno la risposta era esatta.
Beh, almeno la risposta era esatta.
Disse. Ovvio.
Dopo poco suonò la campanella segno che la prima ricreazione era appena cominciata.
Ora mi spieghi come hai fatto a risolvere quella cosa in così poco tempo!
Mi stava praticamente addosso. Io ridevo a crepapelle.
Dai su, non ci vuole tanto. Basta applicare la formula.
Dissi con fare ovvio, fin troppo.
Si certo.
E a quel punto rise leggermente, poi mi chiese di fargli visitare la scuola e di spiegargli un po' di cose e comunque di come funzionava tutta questa merda.

Caos. \\ AlbericoDeGiglio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora