Lo trovai nel garage un sabato pomeriggio, io giorno dopo che ci eravamo trasferiti in Falconer Road. L'inverno stava finendo. Mamma aveva detto che ci saremmo trasferiti in tempo per la primavera. Non c'era nessun altro. Solo io. Gli altri erano in casa col Dottor Morte, in pensiero per la bambina.
Era disteso al buio dietro le casse, nella polvere e nella sporcizia. Era come se fosse lì da sempre. Era lurido, pallido e secco e pensavo fosse morto. Mi sbagliavo di grosso. Presto avrei cominciato a vedere la verità, che al mondo non c'era mai stato un altro essere come lui.
Lo chiamavano garage perché l'aveva chiamato così il signor Stone, l'agente immobiliare. Però sembrava più un cantiere di demolizione o una discarica o uno di quei vecchi magazzini del porto che ogni tanto buttano giù. Stone ci aveva accompagnato in fondo al giardino, aveva aperto la porta con uno strattone e aveva fatto luce con la sua piccola torcia in quel buio. Noi c'eravamo appena affacciati, insieme a lui.
"Dovete vederlo con gli occhi della mente" aveva detto. "Dovete vederlo ripulito, con porte nuove e il tetto riparato. Immaginatelo come un magnifico garage doppio."
Mi aveva guardato con un ghigno stupido.
"O come qualcosa per te, ragazzo... un rifugio per te e i tuoi amici. Cosa ne pensi, eh?"
Mi ero voltato. Non volevo avere niente a che fare con lui. Per tutto il resto della casa era stato lo stesso: "Vedetela con gli occhi della mente, immaginate cosa si può fare"
Io invece continuavo a pensare al vecchio, a Ernie Myers, che ci aveva vissuto da solo per anni. Era morto già da quasi una settimana quando lo avevano trovato sotto il tavolo della cucina. Vedevo quello, quando Stone ci diceva di vedere le cose con gli occhi della mente. Ce l'aveva detto persino quando nel salotto, in un angolo, avevamo trovato una tazza del water crepata, dietro un paravento di compensato. Volevo solo che stesse zitto ma lui sottovoce aveva detto che verso la fine Ernie non riusciva più a fare le scale. Avevano portato giù il letto e montato il water, per farlo stare più comodo.
Stone mi aveva guardato come se pensasse che forse non avrei dovuto sapere certe cose. Volevo andarmene, tornare alla nostra vecchia casa, ma mamma e papà se l'erano bevuta. Avevano continuato a parlarne come se fosse stata una grande avventura. Avevano comprato la casa, si erano messi a pulirla, strofinarla e ridipingerla. Poi la bambina è arrivata prematura. E tutto è partito da lì.Spazio autrice.
Ciao a tutti, ecco il primo capitolo, è la prima volta che pubblico una storia e spero vi piaccia.
-Buona giornata a tutti
Readlevine.
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Skellig
Paranormal"Lo trovai nel garage un sabato pomeriggio, il giorno dopo che ci eravamo trasferiti in Falconer Road. Era disteso al buio dietro le casse, nella polvere e nella sporcizia. Era come se fosse lì da sempre. Era lurido, pallido e secco e pensavo fosse...