Era indubbiamente uno specialista nel cacciarsi in situazioni equivoche, pericolose, mortali, dolorose, imbarazzanti ed il tuttoconsapevolmente.
Non lo faceva apposta -o forse sì?- non aveva una così bassa considerazione della sua vita, anzi, ma come poteva lasciare Scott -un fratello- in balia degli eventi a farsi ammazzare? Sì, perché era ovvio che senza il suo cervello, i suoi piani, in quel momento starebbe piangendo sulla tomba del licantropo da anni. Non solo sulla sua effettivamente. Quindi sì, alla fine con un sorriso trionfante, aveva ufficialmente preso il ruolo di stratega ufficiale.
Un lavoro sporco, ma qualcuno doveva pur farlo, ed era meglio non lasciare a Peter Hale questo onore, giusto per evitare di ritrovarsi tutti morti, nel dubbio.
Quel giorno non era poi così diverso. Aveva deciso di andare da Deaton che aveva richiesto il suo aiuto e un'ora e mezza dopo, tra maledizioni ed insulti che spaziavano ad ogni licantropo a lui noto, si era ritrovato nel bosco a cercare un determinato tipo di pianta.
Ora, la botanica non era il suo forte -motivo per cui stringeva convulsamente un'immagine del fiore- e l'andare in giro nel bosco, seppur di giorno, con un branco di alpha a zonzo non era sicuro. Almeno in teoria, sì perché Scott lo aveva spronato,praticamente obbligato, rassicurandolo con un sorriso sereno."Qui hanno deciso all'unanimità di uccidermi. Oh, ma se ne esco vivo saranno loro a invocare pietà, stupidi cagnacci pieni di pulci!"
Decise saggiamente di proseguire la sua ricerca, in modo da tornare presto a casa, quando improvvisamente una serie di rumori lo fecero irrigidire.
"Merda, merda, merda, MERDA!"
Con il cuore a mille iniziò a guardarsi attorno, notando una quiete innaturale, ed altri spari. Avrebbe dovuto darsela a gambe e invece, quatto, optò per andare a scoprire cosa diamine stesse accadendo.
Quello che si trovò davanti lo lasciò basito.
Cacciatori. No, non cacciatori di licantropi, cacciatori di animali! Oltretutto erano nella proprietà di Derek, anche se era quasi certo che a breve gliela avrebbero sequestrata, dato che non era ufficialmente sua dalla sua sparizione post-incendio. Con un moto di coraggio, campato dalla sua ormai lungimirante esperienza con cacciatori ben peggiori, drizzò la schiena palesando la sua presenza.
« Ehi. »
I due, che probabilmente avranno avuto una ventina d'anni, lo guardarono perplessi.
« Sì, dico a voi, non ai poveri cervi che abbattete o qualsiasi cosa stiate cacciando. Questa è proprietà privata. »
I due sembrarono ancora più scettici e decise di avvicinarsi. Guardandoli da vicino la domanda "Che diamine stanno facendo questi due? Sembrano più confusi di Isaac nelle sue giornate no!"si faceva sempre più saggia.
« Non stiamo cacciando. »
Guardò il più alto, sulla sinistra.
"Ah però."
Era un ragazzo che superava il metro e novanta, carnagione chiara, occhi azzurri e capelli neri. Un figo da paura, a detta dell'inconscio di Stiles. L'altro invece era alto quanto Stiles, capelli neri, fisico asciutto e meno muscoloso del compare -che però non era eccessivamente palestrato- ed occhi castano scuro.
« E cosa stareste facendo di grazia? In una proprietà privata oltretutto. »
Il ragazzo che fino a quel momento era stato zitto iniziò a ciondolare sul posto, colpevole. Quei due stavano tramando qualcosa, ne era certo. Lo osservò, notando una vaga somiglianza con il tipo al suo fianco, dovevano essere parenti. Notando solo in quel momento che non avevano armi. Il più alto prese nuovamente la parola.
« Cercavamo un vecchio rudere, non erano spari veri! Guarda! »
E mostrò a Stiles il suo cellulare dal quale la riproduzione musicale messa in play riproduceva i famosi spari.
« Oh. »
Era un attimo confuso. Ma che diavolo? Erano due pazzi, sicuro, anche se la cosa era dannatamente intelligente a pensarci. Poi continuò.
« Non si sa mai nei boschi, così per sicurezza ho pensato di spianarci la strada, non vogliamo avere incontri ravvicinati con animali selvatici. »
« Ma siete in un bosco! Cosa pensavi di trovarci? Gattini coccolosi che si fanno le unghie sui tronchi? Uccellini che cantano indicandovi la strada? Orde di persone a darvi il benvenuto?! »
« Beh, abbiamo trovato te. »
La faccia di Stiles si aprì in un espressione di sincera perplessità, al quale l'innocuo finto cacciatore estremamente bello rispose con un sorriso di apprezzamento.
Ora, non era esperto in campo relazionale e di comunicazione per corteggiare -escludendo la capacità di interpretare ringhi, soprattutto grazie a Scott ed Isaac, suo malgrado- ma persino lui, l'eterno vergine sfigato, riconosceva un tentato abbordaggio!
Pft. Non riusciva a crederci. Di tutte le cose che gli erano capitate in quella maledetta foresta, e che sapeva potessero capitargli, mai si sarebbe immaginato di essere sedotto. Con successo pure! Voleva piangere e ridere, seriamente.
« Ehm, sono il figlio dello sceriffo, quindi posso sapere perché cercate il rudere nel bosco? »
Il ragazzo più silenzioso parve ridestarsi, guardandolo come se fosse scemo.
« Perché stiamo organizzando una festa! »
Ceeerto. Una festa nei boschi, nel rudere Hale, con un branco di alpha non si sa bene dove. Un'idea geniale. Rivolse ad entrambi uno sguardo di palese accusa e nuovamente il ragazzo carino sorrise.
« Lo so. Siamo in un bosco con una suoneria che riproduce spari, di giorno, però vogliamo fare una festa di notte in una casa abbandonata. Sembra folle, lo è, ma ci saranno circa una cinquantina di persone e poi vogliamo solo ballare, bere, senza dar fastidio a nessuno. »
"Ottima idea, aspetta di trovarti Derek sul portico con le zanne sfoderate pronto ad ammazzarti, davvero ottimo programma!"
« Come ti chiami figlio dello sceriffo? »
Stiles smise di perdersi in elucubrazioni mentali per prestargli attenzione, entrambi senza dar peso al mutismo della terza persona.
« Stiles, Stiles Stilinski. »
« Io sono Andrew e lui è mio fratello minore David. Piacere. »
Strinse educatamente le mani dei fratelli, muovendosi nervosamente sul posto.
« Tu sai dove si trova il rudere? »
"MERDA"
« Sì, sì. Ma ripeto, è proprietà privata. »
« Tua? »
« NO! »
« Ci accompagni? »
Ok. Conosceva Derek, non era solo un'idea sbagliata, ma anche suicida. Eppure allo sguardo carico ed al ghigno compiaciuto di Andrew non riuscì a non arrossire ed annuire.
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Save me, Miguel! // Sterek//
Подростковая литература« Stiles, sono felice. Sei venuto per me. » Ed era così spaventoso che avesse voluto mettere quel doppio senso in così tanta evidenza che, per un attimo, il suo cervello si scollegò. Era lampante che Andrew volesse scoparlo, senza tante cerimonie, i...