Ritrovamento

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Sherlock era già entrato nella scuola spacciandosi per uno della polizia; sapeva dove andare. Entrò nel bagno delle ragazze dell'ultimo piano, quello che era sempre vuoto anche durante l'intervallo, e vi trovò ciò che stava cercando: Emma, la fuggitiva.
:-Ma guarda un po' chi c'è qui!-: esclamò ironico guardandola negli occhi lucidi di tre giorni di pianto quasi ininterrotto :-Lo sai che a casa sono tutti in pensiero per te?-:
La ragazza annuì; Sherlock si sedette accanto a lei
:-Non sei fuggita solo per un pensiero politico o un credo diverso, vero?-: sussurrò Holmes :-Scommetto che c'è dell'altro-:
La ragazza stava per ricominciare a piangere, allora Holmes la strinse a se accarezzandole la testa: voleva consolarla, farla sentire al sicuro, farla stare bene, ma non sapeva con precisione cosa fare, abituato a essere freddo con la gente.
:-Si chiama Anna-: disse lei timidamente e tirando su col naso :-È da poco che ci frequentiamo e siamo già diventate molto intime-:
:-E vi piacete -: affermò lui :-Sai, l'omosessualità non è una cosa brutta; io, ad esempio, come di certo sai, sono gay e la vivo bene. Certo, con una famiglia conservatrice, e immagino anche omofobia, come la tua sarà complicato amare Anna, ma scappare non serve a niente, anzi peggiora solo le cose-:
:-E allora che devo fare?-: implorò la ragazza
:-Parlare con i tuoi genitori-: disse Sherlock :-Anche se sarà difficile; se vuoi ti do una mano?-:
Lei tentennò un po' e poi annuì. Subito dopo i due si diressero a casa della ragazzina che con l'aiuto di Sherlock chiarì le cose con i suoi.
Tornato a casa il consulente detective si buttò sul divano esausto e lo stesso aveva fatto il suo amico nonché coinquilino: avevano avuto una lunga giornata, una lunga e faticosa giornata, erano così stanchi che nessuno dei due fiatò.
John stava quasi per addormentarsi, mentre Sherlock non riusciva a rilassarsi completamente: gli ritornava alla mente la discussione avuta poco tempo prima con i genitori della ragazza, ricordava come aveva subito notato la paura negli occhi e nelle parole di Emma, gli occhi di stupore dei genitori nell'apprendere di avere una figlia lesbica, il loro fastidio nel doverlo ammettere. Pensava che per lei sarà una vita dura, come l'aveva avuta lui, e non solo dal punto di vista familiare.
Sherlock era stanco e vedendo il suo amico tra le braccia di Morfeo si alzò e andò anche lui a riposare in camera sua .

Sherlock e la ragazza scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora