Il Mostro

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                                                                                                                                                                                     7 Agosto


Caro diario maledetto..

Ricordo ancora quando lo scorso inverno, nel bel mezzo della notte.. Mi svegliai di colpo vittima del mio stesso male, guardandomi meglio mi resi conto che non mi era stato concesso nessun dono.

Non sapevo disegnare, il mio non era un orecchio universale, non sapevo neanche ballare o cantare.. dopo la mia morte, sarebbe rimasto solo il nulla.

In preda alla disperazione mi arrampicai sugli specchi, dove vedendo solo la mia immagine riflessa mi accorsi che anche per me esisteva un'ultima spiaggia, si l'architetto non si era scordato di tutte quelle persone come me. Lui ci aveva lasciato in dono la sua intelligenza, rendendoci capaci di plasmarla come meglio credevamo.

Noi come sordi che sviluppavano la vista imparammo l'arte della scrittura e la musica dell'astuzia.

Dovevamo solo piegarci alle sue regole e stare lontani dalle tenebre.

Ma Angeli vanitosi diventammo.



Marcus lasciando cadere la penna lungo le pagine del diario appena scritte, gettò uno sguardo su quella grande finestra alla sua sinistra, la poca illuminazione gli permise di intravedere il suo volto.

Era come se riuscisse ad incrociare i suoi occhioni lucidi da quel debole riflesso.

Il ragazzo dovette ben presto abbandonare quella calma forzata, uno sgraziato vociare seguito da una veloce bussata distolsero la sua attenzione dalla finestra.

Un vento gelido accompagnò il rumore della porta che si apriva.

<<Marcus dai tuoi pantaloni e'caduto questo biglietto, ti avrò ripetuto almeno mille volte di non lasciare nulla nelle tasche se vuoi che io li lavi.>>

Il ragazzo mise bruscamente una mano sopra le pagine del diario ancora aperte sulla scrivania, cercando di apparire il più possibile disinvolto.

Nonostante ciò, quell'unico movimento inaspettato attirò l'attenzione della madre che interessata all'accaduto esclamò allegra.

<<Noto con piacere che finalmente ti sei messo a studiare.>>

Marcus tirò un sospiro di sollievo,non poteva credere di essere stato cosi fortunato. <<Effettivamente>>pensava tra se e se.<<Cosa diavolo dovrebbe farci mai un ragazzo come me con un diario, l'ipotesi più probabile è quella che io stia studiando..>>

<<Marcus quando hai finito di ridere come un ebete prendi questo biglietto, sembra esserci scritto un numero di telefono.>> Disse nervosamente la donna lasciandosi cadere quello strano pezzetto di carta alle spalle.

Il ragazzo aveva cambiato colorito,quel gesto.. l' avere lasciato cadere quel bigliettino proprio davanti ai suoi occhi era un vero e proprio affronto.

Eppure mantenendo la calma preferì ignorare, ed afferrando quel piccolo pezzetto di carta con le sue fredde mani lesse il numero pensando ad alta voce <<Non posso credere di essermene totalmente dimenticato.. Fa nulla non l'avrei chiamata comunque.>>

Il ragazzo chiuse il diario e lo adagiò come al solito nel primo cassetto della scrivania sotto una pila di quaderni e con fare svogliato si alzò dalla sedia.

Diario di un sociopatico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora