Genn's pov
Oggi arriva a Roma la mia ragazza. Si, ho una ragazza.
Strano a dirsi, vero?
Io che da tempo non provo più niente, non riesco nemmeno più a distinguere il caldo dal freddo. Invece l'amore che provo per lei è l'unica cosa che mi ricorda che sono vivo, che sto esistendo.
La amo, è tutto quello che so.
Non posso negare che senza di lei mi sentirei come perso.
Non la vedo da tantissimo tempo e oggi finalmente potrò riabbracciarla. Alle 14:00 andrò a prendere Alex a scuola che poi mi accompagnerà all'aeroporto.
Guardo l'ora.
Cazzo, le 13:20! Devo sbrigarmi se non voglio fare tardi.
Mi metto la giacca, mi metto le cuffiette nell'orecchie, prendo le chiavi della mia macchina e mi dirigo verso quella che deve essere la sua scuola.
Dopo una ventina di minuti sono arrivato, mi ritrovo davanti un edificio abbastanza nuovo, grande. Esco dalla macchina e mi appoggio allo sportello mente osservo quella scuola.
Che schifo le scuole.
Finalmente si fanno le 14:00 e tutti i ragazzi escono velocemente dal portone, come a volersi lasciare alle spalle quell'edificio.
Escono centinaia di ragazzi e ragazze, ma di Alex nemmeno l'ombra.
Decido di chiamarlo.
«Alex ma dove sei? Ti sto aspettando fuori! Sono usciti tutti!» Lo rimprovero con un tono duro.
«Ciao Genn.. Scusami ero in biblioteca con Alessia e non abbiamo sentito la campanella, arriviamo subito.» È sempre colpa di quella tipa.
La odio, la odio.
Vedo un ragazzo camminare velocemente mentre una ragazza lo segue a ruota camminando un po' goffamente mentre tiene in braccio dei libri che devono sembrare davvero pesanti.
Capisco che sono loro solo quando Alex si gira a guardarla.
«Alessia cazzo, ce la fai?» Sento chiederle. Lei non risponde ma si limita a fargli il dito medio.
Sorrido, è così piccolina che quei libri che tiene a confronto sembrano delle case, è buffissima.
Finalmente mi hanno raggiunto.
«Ciao Genn, scusa per il ritardo ma-» Lo interrompo bruscamente.
«Sbrighiamoci, l'aereo arriverà tra un'oretta.»
La ragazza nemmeno mi guarda e continua a combattere con i suoi libri.
«Comunque ciao anche a te.» Le dico, anche se la odio il saluto non si nega a nessuno.
Alza lo sguardo, i suoi occhi sono ridotti in due fessure, come se mi stesse studiano. I suoi occhi mi bruciano addosso, come se potessero guardarmi dentro.
«Ciao.» Mi dice, continuando a fissarmi.
Non riesco a sostenere il suo sguardo duro.
«Andiamo, sennò faremo tardi.» Dico rivolgendomi ad Alex. Annuisce e mi segue mentre saluta Alessia. Io non la degno nemmeno di uno sguardo, lei fa lo stesso e si allontana.Alessia's pov
«Signorina, se vuole passare l'anno scolastico senza debiti deve procurasi questi libri, qui c'è tutto ciò che le serve per rimettersi a paro con il programma» Il professore mi porge una lista di 5 libri e io mi sento mancare per il colpo al cuore.
«Può trovarli nella biblioteca della scuola, ma deve affrettarsi, non vorrà sprecare altro tempo!» Mi dice sorridendo. Lo ringrazio e me ne vado.
Sono le 13:40, tra 20 minuti dovrei uscire, ma credo che tarderò.
Decido di chiamare Alex per farmi dare una mano in biblioteca.
«Alex, ho bisogno di te! Raggiungimi in biblioteca, subito!» Dico senza nemmeno lasciarlo controbattere. Inizio a correre per il corridoio vuoto, si sento solo i miei passi. Entro nella biblioteca e finalmente posso riprendere fiato. Dopo nemmeno 2 minuti Alex arriva.
«Oi che succede?» Chiede preoccupato anche lui con il fiatone.
«Devi aiutarmi a trovare questi cinque libri. Sono di vitale importanza se non voglio essere bocciata.» Mi guarda con una faccia strana e poi si mette alla ricerca con me.
Sono le 13:55 e abbiamo trovato solo 3 libri. Ce la possiamo fare. Senza il suo aiuto non avrei mai finito.
«Devo accompagnare Genn all'aeroporto.» Annuncia così, di punto in bianco mentre osserva attentamente tutti i scaffali pieni di noiosissimi libri.
«Oh finalmente se ne va?» Dico ironicamente.
«No cretina, arriva la sua ragazza.»
Rimango di sasso. Come può uno come lui avere una ragazza? Non me lo spiego.
«Sul serio? Chi è la sfortunata?» Rispondo ridendo.
«È una ragazza che abita a Somma, nulla di particolare.» Dice con noncuranza quando improvvisamente gli squilla il telefono.
«Ciao Genn.. Scusami ero in biblioteca con Alessia e non abbiamo sentito la campanella, arriviamo subito.» Dice lanciandomi gli ultimi 2 libri rimanenti mentre chiude la chiamata.
Prende il suo zaino e si dirige fuori dalla biblioteca.
«Muovi Les!» Mi urla.
«Eccomi eccomi!» Dico cercando di tenere in braccio quei 5 libri che peseranno anche più di me. Lui è più avanti di me, cammina veloce mentre ogni tanto si gira indietro per vedere me che trascino i piedi sul pavimento. Mi prende per un braccio e mi invita a andare più veloce.
Ora siamo fuori. Vedo Gennaro appoggiato alla sua macchina.
È bello. Ha un berretto calato sulla testa, una maglia nera e dei jeans e sorride.
«Alessia cazzo, ce la fai?» Gli mostro il dito medio e continuo a camminare. Me la potrebbe anche dare una mano, o sbaglio?
Arriviamo da Gennaro, scambiamo due chiacchiere e me ne ritorno a casa, finalmente.
«Ciao mà!» La saluto baciandole una guancia.
«Ciao tesoro, li c'è della pizza se hai fame.» Mi dice indicando il tavolo.
Non le do neanche il tempo di finire la frase che iniziò a divorarmela, come se non mangiassi da mesi.
Finito il pranzo mi metto subito a studiare, o almeno ci provo. Ma il mio cervello non riesce a concentrarsi. Decido di schiacciare un pisolino.
Mi risveglio alle 18 con il telefono che squilla.
«Alex, che c'è?» Dico assonnata.
«Domani sera c'è una festa, sei invitata.»
«Alex ma io..»
«Ssh non fare storie, tu vieni.»
«Okay.. mi arrendo, ora lasciami dormire!»
«Va bene ciao Les!» Lo sento ridere. Un'altra festa, fantastico.
Sprofondo la testa sul cuscino e mi addormento di nuovo.—
Hey!! Come va?
Se avete notato ho aggiunto il punto di vista di Genn, non so, mi ero resa conto che mancava qualcosa alla storia e quel qualcosa era proprio quello! Spero che il capitolo vi piaccia e che vi piaccia anche questa idea! Un bacio:)
Baell!
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Genn Butch || so similar but yet so different
FanfictionVedere non è guardare e guardare non basta. Bisogna guardare oltre,perché niente è come appare, niente è come sembra