"Dottore" lo richiamò la mora,inseguendolo nei meandri del TARDIS mentre l'altro cercava di scappare,il quel momento non voleva darle spiegazioni di nessun tipo"tanto non mi semini,lo sai Dottore" gli disse ancora,silenzio,la ragazza sbuffò,esausta perché con questa rigenerazione era tutto così difficile ? Certo aveva i suoi lati positivi ma alle volte si chiedeva,se era ancora capace di provare qualcosa,aveva imparato a conoscere quel dottore sempre brusco e arrabbiato, che faveva batutte che non facevano ridere,ora però,dopo tutte le loro avventure,era capace di guardarlo e di capire,anche se in minima parte,ciò che pensava. Aveva scoperto che quella rigenerazione portava così tanto dolore,per le perdite, rimpianti,per i momenti non vissuti,gli amici e le persone non salvate era il dottore vedevo,come aveva scoperto tempo fa,forse lo era sempre stato,addolorato ma la rigenerazione precedente sembrava ancora in grado di sorprendersi,ridere e divertirsi,lui no. Una zazzera di capelli bianchi voltò l'angolo,inseguito subito della piccola mora"Dottore" lo richiamò di nuovo mentre lui voltava un altro angolo,cercando,invano,di seminarla,avendo un preciso obbietivo da raggiungere,ma per allora voleva essere solo,solo con il suo dolore e quella stanza che non accoglierà nessun altro corpo oltre al suo"non puoi scappare per sempre dalle mie domande lo sai" cercò di convincerlo la ragazza,continuava ad ignorarla,incurante ormai della sua presenza, voleva solo nascondersi in un angolo e ripensare a quei momenti,persi per sempre. Entrò in una stanza,che ormai conosceva a memoria,odiava se stesso e lei per questo, accese la luce in un gesto meccanico e la stanza si illuminò,con una luce tenue,come piaceva a lei,sorrise quando vide l'enorme libreria che ricopriva quasi tutta la camera,si fermava solo per il letto,a due piazze,diceva che quella stanza era un po' come il suo cuore,e nel suo cuore ci sarebbe sempre stato un posto per lui,aveva un comodino dove teneva una loro foto,non si soffermò troppo su di essa,gli avrebbe fatto troppo male, la libreria in alcuni punti aveva delle teche,lì teneva le cose importanti per lei , tantissime foto di famiglia costellavano un intera teca,un'altra era piena di oggetti antichi ,gli piacevano così tanto ,molti li aveva rubati,altri li aveva rubati apposta per lei,lui,il moralista quello che odiava questo tipo di cose ma che per lei lo avrebbe fatto altre mille volte,la sedia a dondolo in un angolo della camera,costruita dal nonno apposta pere lei,stava li quando era triste o stanca,sopra ancora il kit medico che gli aveva dato suo padre,un 'altra lunga storia. La mora stava per entrare in quel stanza,si era quasi dimenticato che lei gli correva ancora dietro"dottore,per favore"lo stava implorando la mora mentre quasi attraversava la soglia di quella camera,senza neanche prestarci attenzione,voleva sapere "NON OSARE ATTRAVERSARE QUELLA PORTA,CLARA" le urlò contro il dottore,la ragazza rimase pietrificata da quel cambiamento di umore inprovisso,prima la evitava e ora? Ora le urlava contro,lunatico,fu la prima parola che le vanne in mente,si avvicinò,lei indietreggiò sotto il suo sguardo furioso pronta per un altra ondate di urla ma se voleva litigare lei gli avrebbe dato filo da torcere,invece si avvicinò al interutore della luce,ma invece si premere quel interruttore ne premette uno vicino e Clara vide delle porte in acciaio grigio chiudersi sul suo sguardo, stupito,l'aveva veramente chiusa fuori? Era uno dei suoi pessimi scherzi? Rimase li per un po' incerta ,prendere a pugni quella porta o andarsene,scelse la seconda,con questo dottore sapeva che ci voleva pazienza,in un modo o in un altro doveva sempre avere ragione,con lui insistere era inutile,forse sperava che se ne dimenticasse,sapeva già che non sarebbe accaduto,al momento opportuno gli avrebbe fatto quella domanda al quale non voleva rispondere in nessun modo,dalla quale scappava e si rintanata in una stanzetta per sfuggirle.
Clara non capiva,non poteva capire,aveva sofferto anche lei per amore,lo sapeva,con Danny ma la sua situazione era completamente diversa,più complicata e infinitamente più dolorosa,non finiva mai,non avrebbe potuto ne voluto,si sedette nella sua parte del letto sporgendosi verso l'altra mentre la sua mano ormai rugosa passava una mano dove prima si stendeva lei,ora che dimostrava gli anni che aveva,ora che sembrava il vecchio a pezzi,lei non c'era,sapeva come avrebbe reagito quella donna,avrebbe fatto un sorrisetto per prendere in giro quei capelli bianchi e le rughe,avrebbe detto qualche battuta,pensare a lei era come farsi a pezzi da soli,soffrire ma il dottore ne aveva bisogno,alle volte,per ricordare a se stesso che non dimentica, che lei ha ancora un posto nei suoi cuori,c'è l'ha.