Just This

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L'ennesimo caso risolto dalla mente brillante di Sherlock Holmes e dal suo migliore amico (e blogger), John Watson, che finalmente possono godersi il meritato riposo. Sherlock è steso sul divano occupandolo interamente mentre John ha appena finito di aggiornare il blog con un nuovo post sul caso. "Fai un po' di spazio lì per far coricare anche me?" chiede John allegro di potersi riposare.
Da un po' erano amici più di prima, più vicini, e capitava anche di passare i pomeriggi liberi leggendo uno stesso libro, guardando film al pc o cercando storie sui loro personaggi preferiti. E proprio da una di queste storie veniva la frase che Sherlock voleva sentirsi dire. "Non c'è spazio, scusami." rispose, appunto. "Vorrà dire che mi stenderò su di te!" affermò John scherzando e andando verso il suo amico che iniziò a ridere.
In quei giorni a volte restavano anche qualche minuto a stringersi in silenzio in un abbraccio, a loro piaceva così, in fondo, ormai in tanti, fra amici più o meno stretti, avevano iniziato a scambiarsi baci a stampo, come se fossero abbracci, sminuendo il valore di quel tocco magico. E loro si erano promessi che un giorno, più o meno lontano, se ne sarebbero scambiato uno. Non provavano assolutamente niente l'uno per l'altro se non quella forte amicizia che li legava, la loro era solo curiosità, 'un'esperimento' direbbe forse Sherlock.
Intanto John, ridendo, si distese su di lui: era in una posizione un po' scomoda, a pancia in giù e si teneva abbracciandolo e facendo leva con le gambe per non scivolare a terra. Le loro risa presto si trasformarono in sorrisi lasciando spazio al silenzio. Un silenzio a dir poco pesante, ma che nessuno dei due riusciva a rompere.
Sherlock guardava fisso il soffitto.
John sentiva il cuore sotto l'orecchio accelerare il suo moto.
Neanche si stavano guardando e stavano, molto probabilmente, pensando alla stessa cosa. Restarono per un bel po' di tempo in quel modo, fino a quando John decise di farsi più vicino.
Ora il suo respiro si interrompeva contro il collo di Sherlock. Quasi tremavano. Il silenzio gravava su di loro come se avessero un macigno addosso. Tutto ciò che provavano ormai era un misto di ansia e timore, ma allo stesso tempo anche eccitazione. Sapevano per certo quello che sarebbe successo di lì a poco, ma nessuno dei due aveva il coraggio di compiere la fatidica mossa. Restarono ancora immobili in quel modo fino a quando John sollevò la testa. A quel punto Sherlock si girò verso di lui e John si chinò nuovamente per far toccare le loro labbra.
Il timore che si era accumulato fino ad allora scomparve magicamente. Quel bacio stesso fu qualcosa di magico e unico. Sembrò prolungarsi un'eternità, anche se durò molto più di quanto potrebbe essere un primo bacio. Nessuno dei due aveva provato prima qualcosa di così bello. In seguito entrambi si resero conto che per la maggior parte del tempo non fecero altro che mordersi le labbra a vicenda. Conclusero quel tempo splendido con uno dei loro soliti abbracci, uno di quelli così stretti da mozzargli il fiato.
John si ricordò poco dopo di avere una commissione urgente da svolgere: "Scusami Sherlock, devo uscire un attimo, torno subito." accennò John, a bassa voce, come per non rovinare quell'atmosfera, prima di andare a prendere il cappotto e uscire.
Non passarono neanche cinque minuti che il suo cellulare vibrò nella tasca. 'Hey John scusami, sono stato un disastro, faccio pena a baciare, perdonami. SH' leggeva John a mente. Lo rilesse altre due volte e si mise a ridere prima di rispondere 'Ma scherzi? Cosa ti fa anche minimamente capire che sei stato un disastro? Se non mi fosse piaciuto mi sarei allontatato. Sei stato una favola, idiota. È stato una favola.' Sia Sherlock sia John si sentivano stanchissimi, avevano bisogno solo di cenare e andare a letto, così Sherlock si mise l'anima in pace e aspettò che John rientrasse.
Era comunque ancora tutto come prima. Non provavano niente l'uno per l'altro all'infuori di quel sentimento che li teneva così uniti. Non era altro che pura amicizia e in tal modo dovevano impegnarsi a farla rimanere per avvicinarsi alla perfezione.

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Strange Things Can Always Happen, But, After All, Everything Will Be The SameDove le storie prendono vita. Scoprilo ora