3.Weaknesses.

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  JUSTIN'S POV
Stavo ancora nel letto quando sentii un tuono rimbombare fra le pareti bianche della mia camera. Ero in dormi veglia, ma al suono di esso spalancai gli occhi come se un fantasma mi fosse, appena, passato davanti. Devo ammettere che mi spaventai abbastanza, ma dopo qualche minuto tornai calmo e decisi di alzarmi e andare in bagno.
Mi sciacquai velocemente il viso con dell'acqua gelida, mi lavai i denti e fonai un po' la mia chioma dorata, dopo di che mi vestii.
Controllai il mio iphone per vedere se, magari, Selena mi avesse scritto qualcosa, ma niente. Fu li che mi venne l'idea.
Corsi in cucina e presi la prima cosa che mi capitò, di commestibile, sotto le mani. Presi le chiavi della macchina e mi diressi verso casa di Selena: volevo portarla io, quella mattina, a scuola. Sarebbe stata un'ottima occasione per passare un'altra mattinata insieme a lei. Ero un pò nervoso, inizialmente, ma ormai mi ero deciso.
Mentre ero in macchina mi guardavo intorno, il paesaggio era bellissimo. Adoravo vedere la pioggia cadere e adoravo anche ascoltarla, a volte di sera, se pioveva, mi concentravo sul suono che le migliaia di goccioline facevano e ciò mi rilassava, adoravo gli alberi che da verdi stavano diventando rossi, gialli, marroni...adoravo l'asfalto bagnato che, sotto quei pochi raggi di sole, luccicava, ma sopratutto adoravo il fatto che stava arrivando l'autunno, la mia stagione preferita.
Dopo una manciata di minuti arrivai sotto il vialetto di Selena, spensi la macchina e di corsa mi diressi davanti la porta. Ad aprirmi fu proprio lei.
"Oh..Hei, ma che ci fai qui?" disse lei perplessa;
"Bhè Gomez, ho pensato che sarebbe stato carino portarti a scuola." risposi con un sorriso umile;
"Ah, ma grazie.."arrossì leggermente;
"Allora sei pronta?" dissi osservandola bene, ero preso nei suoi occhi così dolci e magnetici;
"Certo, andiamo." rispose sorridendo, e lì mi venne, di nuovo, un brivido lungo la schiena.
Non so spiegare bene come mi sentivo in quel momento...mi sembrava tutto surreale.
Le misi un braccio intorno al collo e cominciammo a correre verso la macchina, per evitare di inzupparci. Le aprii lo sportello del passeggero e, lei, dopo avermi ringraziato con un dolce 'grazie' salì.
"Che mi dici Selenur?" le chiesi, dopo essere salito in macchina, usando quel soprannome sapendo che lei lo odiava;
"Metti in moto la macchina e parti. Se devi chiamarmi Seleneur per tutto il tragitto, allora è meglio che non ci parliamo." indurì lo sguardo e si girò dalla parte del finestrino per osservare il paesaggio.
Accesi la macchina e mi diressi verso l'accademia.
"Scusa Gomez, non lo faccio più. Ora rispondi però...come stai oggi?" le dissi porgendole le mie sincere scuse;
"Okay, scuse accettate." rispose accennando un sorriso "Comunque oggi non è una delle mie giornate migliori." continuò facendo sparire il sorriso e abbassando lo sguardo;
Forse non le aveva fatto piacere che io l'ero andata a prendere a casa, forse era successo qualcosa in famiglia, forse con Kylie o forse...mi stavo riempendo la testa di 'forse', senza darmi un'ovvia risposta,così lo chiesi a lei.
"Gomez, che succede?" rimasi con lo sguardo fisso sulla strada;
"Niente di che, ho litigato con mia madre." quando pronunciò quella frase tirai un sospiro di sollievo.
"Comunque, Justin, grazie. E' stato davvero molto carino da parte tua venirmi a prendere." mi disse e dopo aver fatto una pausa sorrise e mi accarezzò la spalla. Un altro brivido attraversò la mia schiena e un sorriso luminescente mi si aprì in viso.
Durante il viaggio parlammo molto, lei mi disse del suo debole per Billie Joe Armstrong e io le dissi del mio debole per American idiot,Wake me up when september ends e altre canzoni della band. Mi raccontò anche della litigata con la mamma, in fin dei conti le solite litigate figlio-genitore.
Poi dopo un po', quasi vicini all'accademia, mi disse del suo debole per l'inverno e l'autunno.
"Amo l'autunno, amo i suoi colori. Devo dire che tutte le stagioni sono belle, ma non so...l'autunno lo adoro particolarmente." disse concentrata sul paesaggio. In quel momento avevo un sorriso che poteva illuminare il mondo.
"Amo anche l'inverno. Amo i meravigliosi paesaggi innevati, tipici dell'inverno. Penso che mi rispecchi molto, come stagione. Dietro l'apparenza distaccata, infatti,nascondo un cuore, cioè...sono sensibile, sincera, a volte ingenua...non so come spiegarlo..." disse vagando fra i suoi pensieri.
Anche io la pensavo come lei e ciò mi rendeva felice.
Dopo poco arrivammo a scuola e incontrammo i nostri amici. Kylie e Kendall mi rubarono Selena, mentre Michael e Luke rubarono me.
"Weee Bieber! Come mai stai solo soletto con Sel?!" Mi chiese Michael super eccitato. Non volevo dire che forse, molto probabilmente,avevo una cotta per lei...cioè questo era sicuro, ma non mi andava di sbandierarlo in giro. Volevo tenere questo segreto con me, solo per me e custodirlo come se non fosse mio.
"Niente Michael, lascia stare." dissi ridendo;
"Dai Bieber, andiamo a fare colazione!" disse Luke trascinandomi verso il bar.
Arrivai al bar, ma non volevo mangiare, avevo lo stomaco pieno di farfalle, decisi così di andare in classe e aspettare l'inizio della lezione. Nel mentre mi abbandonai a qualche flashback. In mente avevo solo il sorriso di Selena, oltre alle varie domande che mi turbavano, del tipo: 'Selena prova ancora qualcosa per me?' o 'Io ho solo una semplice cotta per Selena?'(...) Ero molto confuso, ma allo stesso tempo felice.

SELENA'S POV

Cominciai la giornata con una litigata con mamma, ma poi, quella sorpresa mi ha tirata su di morale.
Mentre ero in macchina con lui ero un pò nervosa, confusa, ma ciò non toglie il fatto che ero felicissima. Ogni tanto sentivo un nodo alla gola e infatti per evitare lo sguardo di Justin, mi giravo a guardare il magnifico paesaggio, quasi autunnale.
Parlammo del più e del meno, come non avevamo mai fatto, prima d'ora. E' stato davvero bello scoprire quel suo lato nascosto, scoprire che ha un debole per le canzoni dei Green Day, che ama l'autunno...ma la cosa più bella, oltre al suo sorriso e ai suoi dolci occhi color caramello, è stato sapere che abbiamo molte cose in comune. Poi, tra una chiacchiera e l'altra io mi sentivo sempre più a mio agio e le parole mi uscivano più facilmente.
Ripensai a tutto il tempo trascorso con lui, sia la mattina precedente che la mattina stessa. Vari dubbi sorgevano nella mia mente, piena di pensieri vari, tra cui: ' provo ancora qualcosa per lui?' o 'perchè mi ha fatto questa sorpresa?' oppure cercavo di convincermi con frasi del tipo: 'No. Non provo più nulla per lui. Siamo solo amici. Stiamo legando moltissimo, amo il suo sorriso, i suoi lineamenti, i suoi capelli, i suoi occhi profondi e dolci, ma siamo solo amici. Dobbiamo restare solo amici.'.
Tutta la giornata andò avanti così fino a quando, dopo l'ultima ora di Spagnolo io e Shay, la ragazza sensuale, dolce e solare, notammo degli strani atteggiamenti del prof. Carlos, professore di Spagnolo, nei confronti di Taylor.
Notammo che, appena finita la lezione, il giovan uomo, dall'accento spagnolo, aveva attirato l'attenzione di Tay, la ragazza più intelligente che io abbia mai conosciuto, a volte se ne stava troppo sulle sue, ma in fondo è davvero una brava ragazza ,sincera, sensibile e dolce.
"Professore..." disse Taylor toccandogli la spalla;
"Hei, dimmi tutto, signorina Swift" rispose il professore sorridendo e prendendola, delicatamente, per il polso.
Io e Shay rimanemmo sconvolte, sembravano fidanzati! So che è sbagliato origliare, ma in quell'occasione era impossibile.....
"Non ho capito bene ciò che ha spiegato oggi" disse Taylor, nelle sue parole si poteva percepire quel pizzico di sensualità che lei, di sua spontanea volontà, voleva far percepire al prof;
"Oh bhè, allora signorina Swift, potrei rispiegartelo oggi pomeriggio verso le quattro, al bar all'angolo." non potevamo crederci.
Shay mi guardò e rimase, letteralmente, a bocca aperta. Io neanche sapevo che dire, ma decidemmo di andarcene e di dimenticarci quella storia.
"Andiamo via, magari è solo frutto della nostra immaginazione o meglio siamo noi che fantastichiamo troppo. Lei le ha solo chiesto di rispiegarle l'unità di Spagnolo. Insomma sappiamo com'è fatta Taylor...vuole essere sempre perfetta, in ogni materia." disse Shay tutta d'un fiato trascinandomi verso l'uscita della scuola;
"Ma si...." dissi ancora scandalizzata "Sicuramente è colpa della nostra, troppa, fantasia" continuai con gli occhi punti fissi su delle foglie, adagiate sull'erba bagnata del giardino dell'accademia.
Cercai di togliermi quella scena dalla testa e,dopo aver salutato Shay, tornai a casa con l'autobus, con le cuffiette nelle orecchie e American idiot a palla, una delle canzoni per la quale Justin aveva un certo debole...
Mentre ascoltavo quella canzone avevo un sorriso smagliante e gli occhi che girovagavano in mezzo al paesaggio, l'autobus si fermò e io non mi accorsi che ero arrivata a destinazione, così persi la fermata e dovetti farmi tre isolati a piedi. Però camminare sotto la pioggia, con i Green Day nelle orecchie, con i vari flashback di Justin che mi apparivano ogni tanto in mente, rendeva il tutto, diciamo, romantico e più emozionante...
Arrivai a casa fradicia e mia madre subito cominciò ad urlarmi contro, ma io sembravo ipnotizzata e non ci feci caso, le sue urla le sentivo a stento. Salii in camera e con un grande sorriso mi feci una doccia. Dopo due orette uscii e misi su un pantaloncino nero con una canotta sulla quale c'era scritto 'american idiot', non so...mi sentivo più vicina a Justin.
Mi distesi, poi, sul letto a ragionare sulla scena alla quale avevo assistito, cioè il presunto flirt fra il prof e Taylor.Mi convinsi del fatto che, davvero, la mia fantasia era la causa di tutti quei dubbi, aveva ragione Shay, Taylor in fin dei conti gli aveva chiesto solo se poteva rispiegarle la lezione...Così chiusi gli occhi e mi misi in testa di non pensare più a quella storia, perchè tanto non avevo bisogno di preoccuparmi. Ad interrompere il silenzio tombale che c'era in camera mia fu la dolce voce di mia madre.
"Hei Sel, posso entrare?" disse bussando;
"Certo mamma" risposi mettendomi seduta, a gambe incrociate, nel centro del letto.
Lei entrò e si mise, a sua volta, seduta, in mano, però aveva un pacchettino ben incartato con una carta oro e argento.
"Allora, questa è un pacchetto regalo" disse porgendomelo;
"Ma dici sul serio?!" dissi ironicamente;
"Dai, non fare la stupida. Questo è un pacchetto regalo, un regalo che ti ha fatto tuo padre." quando pronunciò quella frase cominciai a sorridere;
"Oh mio dio, che bello! Non mi aveva mai fatto un regalo." dissi cominciando a scartare il pacchetto dai colori lucenti.
Quando lo aprii, definitivamente, trovai un bigliettino con su scritto: "Questo è il tuo ultimo anno, stai studiando per realizzare i tuoi sogni e li stai inseguendo con tutto il cuore, lo so. Tienilo sempre con te. Ho pensato che sarebbe stato carino regalartelo, volevo trovare un modo semplice per dirti buona fortuna e che devi credere sempre in te stessa. Spero ti piaccia, ciao amore mio.".
Mentre leggevo qualche lacrima mi rigò le guance. Ero emozionatissima e felicissima, durante l'anno papà lo vedevo solo per due mesi, lui viveva in Messico e io potevo andarci solo d'estate. Diciamo che non è molto bello vedere il proprio papà solo 60 giorni all'anno su 365.
Ma d'altro canto con mamma e Brian mi trovavo più che bene e poi qui, a Los Angeles, c'erano tutti i miei amici.
Dopo aver letto il bigliettino,aprii la scatolina. C'era un magnifico braccialetto in oro bianco, con la sigla 'SMG' incisa sopra, che stava per 'Selena Marie Gomez'. Era un semplice braccialetto, fino, leggero e preziosissimo allo stesso tempo.
Lo indossai subito, facendolo chiudere da mia madre che poco prima, con le sue mani fredde e affusolate, come le mie, mi asciugò le lacrime che mi erano scese. Ero davvero molto contenta e ciò rese la mia giornata ancora meglio di quella che già era.
"Sono contentissima che ti sia piaciuto. Tuo padre è stato davvero gentile...ora vado a preparare la cena." disse, mentre usciva, sorridendo.
Mi distesi di nuovo sul letto e cominciai a fissare il braccialetto. Era una delle cose più belle e preziose che, in quel momento, possedevo...
Dopo svariati minuti mi tornò in mente Justin, così accesi il telefono e gli scrissi:
-"Ciao Jus, volevo solo dirti che questi giorni sono stata molto bene con te. Mi trovo molto a mio agio...non so il motivo per la quale non abbiamo fatto tutto questo prima. Mi ha fatto piacere che oggi mi sia venuto a prendere a casa. Sei davvero un ottimo amico e voglio passare ancora del tempo con te, da soli.Voglio conoscerti fino in fondo. Grazie ancora,ah...non chiamarmi più Seleneur haha. Detto questo, buona notte Jus."- Gli scrissi queste poche righe per ringraziarlo, non mi dilungai troppo per non dare nel'occhio, ecco.
Subito dopo avergli scritto, mi girai verso la finestra che affacciava sul giardino, c'era ancora la pioggia e gli alberi con le foglie che, da verdi, stavano diventando rosse. Sul prato, poi, si intravedevano tante margheritine, bianche, ricoperte dalle goccioline d'acqua e illuminate dalla luce, fioca, del sole. Il cielo era di un color grigio chiaro, mischiato con il blu che mi faceva pensare al ghiaccio, all'inverno...Tutto sommato non faceva freddo, si stava bene e la temperatura tenue, che c'era nella mia camera, era come se mi stesse cullando mentre osservavo quel meraviglioso paesaggio. Distaccai lo sguardo dalla finestra per portarlo, di nuovo, sul mio braccialetto con qualche swarosvki applicato sulla lettera 'S'.
Come al solito, ricominciai a vagare fra i miei pensieri e tra essi c'erano: il regalo di papà, che mi fece sorridere e Justin. Lui, ormai, era un mio pensiero fisso.
Non sentivo di amarlo, o forse lo stavo semplicemente negando a me stessa. Lui non avrebbe mai e poi mai ricambiato, dovevamo rimanere solo amici...grandi amici.
Avevo un nodo allo stomaco, mi misi sotto pancia e chiusi gli occhi.
Avevo il suo sorriso stampato in testa e dovevo dormire, ma tutti quei pensieri mi turbavano. Si mi piaceva pensare al suo viso con quei lineamenti perfetti,mi piaceva pensare a lui quando era incazzato-con gli occhi magnetici e duri che ti fulminavano con un semplice sguardo.-, amavo il suo sorriso, amavo quando era felice e cominciava a piacermi anche quando mi chiamava 'Seleneur', ma questo a lui non glielo avrei mai detto.
La mia mente era così incasinata che, appena chiudevo gli occhi, i miei pensieri era come se si concretizzavano.
Ero nel letto, mi giravo e mi rigiravo, volevo piangere. Volevo che Justin ricambiasse i miei sentimenti, ma ero convintissima del fatto che lui non l'avrebbe mai fatto e ciò mi faceva stare malissimo. Avevo una voglia matta di baciare le sue rosee labbra carnose, ne sentivo davvero il bisogno, volevo poterci dormire insieme...
Però la cosa che volevo più di tutte era poter dire al mondo intero che lo amavo invece di continuare a sopprimere i miei sentimenti per lui che, giorno dopo giorno, sentivo che crescevano.
'Lui è la mia malattia, ma allo stesso tempo il mio antidoto.' pensai.
Ebbene si, lui era l'unica cosa che amavo e che mi faceva star bene, ma allo stesso tempo che mi distruggeva...  


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