Hannah è la mia più cara amica qui. Fedele compagna di bevute, l'ho conosciuta circa tre anni fa quando lavoravamo per lo stesso ristorante: lei come commis chef e io come apprendista pastry chef. Ci separano solo due anni d'età e non molto in quanto a carattere.
Mi reputo una persona dalle mille sfaccettature, possiedo diverse personalità e tutte queste fanno di me la persona che sono. Timidezza contro estroversione, banalità contro inventiva, calma contro brivido. Mi piace definirmi come l'armonia fra gli opposti. So stare al mio posto, ma amo divertirmi; mi piace stare da sola, ma la vita con gli amici è sempre più bella. Sono un'altalena per emozioni. La mia vita da cinque anni a questa parte è finalmente diventata a misura di Grace, alla mia misura. Che sia stata l'indipendenza totale o il trasferimento da un piccolo paesino a sud dell'Inghilterra a Londra, quest'ultima, in ogni caso, mi ha insegnato a prendere il meglio da tutto. Cerco di farlo mio, mi diverto e arricchisco la mia vita di esperienze nuove ogni volta che posso, cosa potrei volere di più?
Hannah è la mia compagna di avventure, per l'appunto. La reputo una sorta di Holly Golightly, ma decisamente meno lunatica. La maggior parte delle mie conoscenze sono di seconda mano, lei infatti sembra avere amici sparsi per tutta la città e, fra un turno e l'altro, si preoccupa di tenermi aggiornata sulle conoscenze utili oppure piacevoli che potrei fare anch'io.
"Non mi devo vestire elegante, vero?" le chiedo per sicurezza "La classe è sempre apprezzata" risponde dopo qualche minuto e, pensando a ciò che le avrei scritto successivamente, sorrido fra me e me. "Allora sarò molto elegantemente vestita in pigiama". L'emoticon di risposta che ricevo subito dopo la dice lunga.
Non che non ami vestirmi bene, anzi, ci tengo molto, ma la stanchezza gioca brutti scherzi trasformando la persona attiva che sono nella più pigra dell'universo. E poi si tratta di Hannah, non di una cena con la Regina, o sbaglio? Se la mia amica sentisse la mia affermazione, probabilmente mi lascerebbe fuori di casa senza cibo.
Decido comunque di rivedere il look, dal momento che il nuovo coinquilino ancora non mi conosce e che non è nei miei più prominenti desideri apparire come una barbona.
Ho il tempo di riposarmi per un'ora, di studiare per due ore e mezza prima di prepararmi per la cena e di andare a prendere una bottiglia di vino e una scatola di cioccolatini, giusto per non arrivare con nulla in mano.
L'appartamento in cui vive Hannah è a due piani e, al secondo, oltre a due camere da letto e il bagno più grande, si trova la cucina che divide lo spazio dell'intera stanza con il salotto (costituito da un divano e una TV appesa precariamente alla parete). Da lì si accede poi a un piccolo terrazzo che dà sul complesso di appartamenti più in basso e su una stradina poco trafficata di Paddington. La vista, tuttavia, è fantastica. Fin da bambina amavo le finestre dei palazzi in lontananza illuminate durante la notte.
Arrivo qualche minuto in anticipo e appena faccio capolino in cucina, un delizioso odore di cibo comincia a farmi brontolare lo stomaco. Del nuovo coinquilino ancora nessuna traccia. "Ciao tesoro! Vieni qui che ti abbraccio" dice avvicinandosi Hannah. Il sorriso che mi fa è enorme e le sue labbra, vermiglie per il rossetto, si distendono fino a diventare una linea dritta e sottile sul suo volto. "Adam dovrebbe arrivare a minuti" mi spiega "Ha fatto un'ora extra a lavoro. Sai? Si occupa della scrittura dei sottotitoli per la TV" dice emozionata e allo stesso modo reagisco io. "Che hai preparato di buono?" le chiedo per riservare al ragazzo qualche argomento di conversazione "Lasagne al pesto, besciamella e fagiolini; pollo in salsa agrodolce; patate aglio e rosmarino al forno e panna cotta al caramello con lamponi" risponde dandosi arie a cui non crede nemmeno lei. Ridiamo entrambe, poi lei appoggia la fronte sulla mia spalla: "È da stamattina che lavoro, ho bisogno di bere qualcosa". Mi sposto facendole riprendere il controllo del corpo e, come fossi stata a casa mia, apro il primo pensile marroncino che trovo di fronte a me, il quale contiene tutte le stoviglie. Da lì prendo due calici che riempio con un po' di Sauvignon che ho portato. Un istante prima del nostro brindisi, però, Adam entra in cucina spalancando la porta. Una cuffietta in un orecchio, scarpe casual ai piedi, maglioncino e jeans e una busta in mano. Non sorride, non dice nulla e noi rimaniamo per qualche secondo con i bicchieri per aria, quasi fossimo rimaste congelate o il tempo si fosse fermato. "Ciao!" esclama Hannah per sciogliere il ghiaccio in un primo momento. "Hey! Io sono Adam, piacere di conoscerti" dice guardandomi negli occhi di sfuggita. Mi porge la mano e, dopo avermela stretta, appoggia sul bancone la busta prendendone fuori il contenuto. Birra. Sei lattine di birra per tre persone, fantastico! Ribalto gli occhi all'indietro dentro di me. Forse mi aspettavo qualcuno di diverso, qualcuno di più...elegante. Pensavo di conoscere abbastanza i gusti di Hannah, ma, a quanto pareva, mi ero sbagliata di grosso. Adam si scusa ed esce dalla stanza promettendo di tornare subito. In quel momento mi volto verso la mia migliore amica: "Non pensavo fosse il tuo stile" la guardo corrugando la fronte "Era il migliore fra tutti. Quello che piaceva a me ha avuto una proposta di lavoro dalla Nuova Guinea e si sta trasferendo in questi giorni. Fidati, non è male lui. Sai che sono molto cauta con le scelte dei coinquilini".
La cena comincia e io sono entusiasta del menù, delle portate, del vino che, forse, stava iniziando a deviarmi un pochino. Adam beve solo birra e mangia con gusto la piccola porzione di dolce che Hannah ci aveva dato, affermando che, in realtà, non va matto per lo zucchero. "Quindi non ti piacciono i dolci?" gli domando "Non proprio" fa spallucce "E se ti dicessi che sono una pasticciera?" chiedo di nuovo "Te ne faresti una ragione" distoglie lo sguardo ponendolo sullo schermo del cellulare. A quella risposta rimango un po' delusa e leggermente stizzita. Quel ragazzo è davvero strano.
Finalmente anche Hannah si siede al tavolo per gustarsi l'ultima dolce portata e imbottisce il suo corpo dell'ultimo bicchiere di vino rimasto all'interno della bottiglia. "Bene, ragazzi, per stasera io ho fatto il mio lavoro" afferma alzandosi in piedi e dirigendosi verso la piccola terrazza. "In ogni caso, benvenuto" dico ad Adam che, ringraziando con il suo solito entusiasmo, si alza dal tavolo a sua volta per dirigersi all'esterno con Hannah. Inizio a credere di non stargli molto simpatica, ma ci faccio poco caso, alla fine non è un mio coinquilino. Inizio a sgomberare la tavola imbandita e pian piano smaltisco l'immenso arsenale di pentole, padelle, stoviglie, posate e bicchieri utilizzati durante la serata. Adam si degna almeno di aiutarmi asciugando tutto, apprezzo il gesto. Una volta che la cucina risplende, ci buttiamo tutti e tre sul divano e Hannah accende la TV. "Che facciamo? Guardiamo un film?" chiede lei mentre sbadiglio silenziosamente "Per me va bene" risponde lui, al che cedo e la dò vinta alla proposta.
Dal momento che non possiamo vedere niente di romantico o horror, optiamo per l'azione e, al posto di un film, cominciamo una serie televisiva basata sul narcotraffico nel Nuovo Messico che si rivela alquanto esilarante, in realtà. Sono davvero stanca, ma decidiamo di vederne due puntate, poi tutti a dormire.
Ho sempre avuto un grande occhio per ciò che succede nel corso delle storie e, anche quella volta, predico cose che succederanno in seguito o ne noto altre insignificanti che diventeranno fondamentali per il seguito, cosa che, a mia sorpresa, mi permette di ricevere un complimento a fine serata da Adam. "Grazie, ma sarà presto il mio lavoro" commento sollevando un sopracciglio quasi per vantarmi. A quella risposta non ricevo alcuna domanda, ma, in quel momento, ciò che mi interessa di più è raggiungere il mio amato materasso. Li saluto raccattando borsa, trench e sciarpa e mi dirigo verso casa.
Mi butto sul letto completamente vestita e così mi addormento; avevo fatto di ben peggio da ubriaca e poi il giorno dopo sarei stata off, quindi poco me ne importava.
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Lifetime.
General FictionGrace è una ragazza inglese che, per realizzare i suoi sogni e raggiungere la totale indipendenza, decide di trasferirsi nella città dalle infinite possibilità: Londra. Amicizie, studio e lavoro la risucchiano in un vortice dal quale ogni tanto vor...