E fu la Luna

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C'era una volta un giovane bambino dal cuore puro, dolce e sincero, che però si vedeva costretto a lavorare come un comune è inutile schiavo per conto di un uomo malvagio e arido come un deserto, avido e crudele, che non aveva provato un po di tristezza nemmeno di fronte alla morte della sua famiglia. A lui importava solo della sua vita e dei suoi guadagni.
La mattina il bimbo lavorava sotto il sole cuocente, con il freddo o con il caldo era sempre costretto in mezzo ai campi. E il pomeriggio fino a tarda sera lo facevano lavorare nello scantinato, tra cumuli di polvere e topi.
Ma invece di farsi prendere dal panico, il giovane fanciullo aveva trovato nei topi, degli amici con cui parlare e giocare quando nessuno stava ad osservarlo.

Quando finalmente, a giornata finita, si ritirava nella sua cuccetta, composta da vecchi e logori stracci e addentava un piccolo pezzo di pane inzuppato in un timido bicchiere d'acqua, per lui quel momento era una goduria, una delle più grandi che poteva provare nonostante la sua grande forza di spirito.
Nella sua mente quel bicchiere sporco non era altro che una grande tazza candida piena di cioccolata calda e il tozzo di pane quasi marcio diventava un enorme biscotto dolce e tenero che poteva far invidia anche al più ricco dei signori.

La vita continuava sempre più estenuante e sempre più difficile, giorno dopo giorno, ma lui trovava sempre il modo di farla sembrare bella e felice. Quando però una notte, durante un violento attacco di tosse, che lui aveva sempre visto come un'allergia al polline proveniente dal grande prato fiorito dove si trovava a sedere ogni sera, qualcuno si fece vedere sulla vecchia e malandata porta della cuccetta.

Chiunque si sarebbe spaventato nel riconoscerla lì in piedi con aria solenne e spaventosa, ma il bambino fece lei un grande e solenne sorriso e la invitò, arrecandole parecchio stupore, a sedersi accanto a lui su quegli stracci che per lui erano un letto favoloso è comodissimo.

La nera signora incappucciata si fece vedere meglio con la falce stretta nella mano sinistra pensando così di incutere timore in quel misero mortale che tanto osava sfidarla, lei così grande e imponente a cui tutti prima o poi dovevano inchinarsi, a cui nessuno era superiore, sbeffeggiata da un mocciosetto qualunque?

< Sai già chi sono vero? > chiese la morte abbandonando per un attimo la sua aria di superiorità, stranita dal comportamento del bambino.
< Si, signora Morte, ti aspettavo già da mesi ormai.. Il mio brutto raffreddore allergico, cioè la mia tosse non mi ha mai lasciato un attimo.. > rispose il bambino con semplicità, assumendo un'espressione un po più seria, ma sempre con un grandissimo sorriso stampato sulle labbra, tanto grande da increspargli le guance.
< Che triste visione.. Ma non posso oppormi al mio lavoro, quindi ti concedo tre desideri, se pensi bene magari potrai trovare una scappatoia e salvarti..> interruppe il silenzio con voce roca e ansimata nel freddo della notte.

Era la prima volta che la morte concedeva una simile possibilità ad un essere umano, ma il bambino all'umore quelle parole aveva già deciso, e non avendo mai visto nulla al di là di quella fredda e triste tenuta, parlò con il sorriso più radioso che un umano potesse mai sfoggiare.

< Come primo desiderio voglio una tazza di cioccolato caldo e dei biscotti >
La morte guardandolo storto, punto la mano scheletrica sulla cuccetta e puff!! Apparirono dei biscotti adagiati su un bianco piattino e accanto ad essi una candida tazza in ceramica piena zeppa di cioccolata calda fumante che emanava il suo dolce profumo tutto intorno a se.
Il bimbo prima di mangiare anche solo un pezzetto stupì la grande signora, offrendogli un biscotto e un sorso della sua cioccolata, ma lei con un cenno da sotto il mantello oscuro come la notte, declinò la cortesia, e il bimbo iniziò ad abbuffarsi a più non posso e a stento con la bocca piena riuscì a mormorare < Wow!! Il gusto che ho sempre immaginato che avessero!!>

< Scegli meglio il tuo prossimo desiderio..> aggiunse lei dall'alto della sua visione.
Il bambino sempre più avventato la guardò gioioso e disse ad alta voce alzandosi in piedi di scatto. < Come secondo desiderio vorrei trovarmi in un prato immenso di notte con tante stelle che brillano nel cielo!>
La mano scheletrica della morte da sotto il lugubre mantello si mosse verso il cielo, e mormorò qualcosa in una lingua sconosciuta e puff!

Il prato era immenso e la notte era una di quelle tra le più belle che fossero mai esistite.
Il bambino senza perdere tempo comincio a correre su e giù, a fare capriole e salti ovunque, finché dopo una mezz'ora abbondante, crollo a terra con il fiatone, ma stranamente senza tossire.
Fu allora che il suo sguardo si perde tra le stelle per la prima volta in tutti i suoi pochi anni di vita, ma vide che tra tutto il manto vi era un buco di cielo enorme, fatto sicuramente apposta per la stella più grande e splendente di tutte... pensò, e chiudendo appena gli occhi sognò di essere lì e di diventare quella stella grande e luminosa per dare speranza a chi come lui aveva sofferto, e per consolare coloro che erano tristi.

La morte, come una vecchia amica, gli si sedette accanto e con voce triste cerco di farlo ragionare.
< E' la prima volta che non voglio compiere il mio lavoro, quanto vorrei non essere più infallibile come sono... Come vorrei poter dare una seconda possibilità a coloro che lo meritano... Ti prego, scegli bene il tuo prossimo desiderio, anche se ne rimane uno puoi ancora salvarti...>
La morte che piangeva? E quando mai si era vista una cosa simile? Eppure era proprio ciò che il piccolo vedeva di fronte ai propri occhi e con una mano sulla spalla era come se fosse una vecchia e preziosa amica.
< Signora Morte... Ora sono più che serio, ecco il mio ultimo desiderio che vorrei che avverassi... >
Lei si alzò solenne sistemando il nero manto.

< Io desidero che tu non sia più infallibile è che possa tu valutare la sorte di colui che giace sulla tua fredda e triste lista, che ti porti appresso come un grosso peso.. > disse il giovane guardandola con occhi seri.
Detto questo il bambino prese per mano la Morte sconvolta e iniziò a passeggiare con lei sparendo a poco a poco nel buio, accompagnato da quella nera figura che tutti tanto temono.

La sera seguente, là dove vi era il buco nel cielo stellato, apparve una nuova stella, la più luminosa e splendente di tutte.

Se guardi il firmamento nelle notti serene, anche tu puoi vedere quel luccichio accecante che si differenzia da tutte le altre stelle, tonda, grande e splendente cento volte più di una stella e con il tuo cuore puoi sentire e vedere il suo sorriso è venir cullato da quello sguardo dolce e pieno di amore, quella grande stella che tutti chiamiamo comunemente Luna.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2016 ⏰

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