capitolo 1

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  La luce della luna illuminava fiocamente la mia camera, disegnando delle ombre dai confini fluidi sui muri chiari.Finalmente ero tornata a casa, le 4,10, questa volta avevo fatto più presto del solito,l'unica cosa che volevo era rimettermi a letto, e lasciare che le stelle mi cantassero la loro ninnananna.
Mi preparavo a questo periodo della mia vita da quando, a sei anni, mio piadre mi raccontò la storia della nostra famiglia.
Noi Cielesteri facevamo parte di una lunga dinastia di ''funzionari delle ombre'', così li chiamava papà.
Il nostro scopo era quello di controllare e mantenere al suo posto la tiuke ,la sorte.
Lo so è complicato, ma è piu facile a dirsi che a farsi! Il mio lavoro era sostanzialmente quello di assicurarmi che nessuno fosse più sfortunato del proprio vicino, che la signora Maria del terzo piano non si svegliasse col giradito e che Massimo l'edicolaio potesse sognare sua moglie Assuntina.
A tal fine, ogni notte, in qualità di guardiana italiana, mi recavo al centro di Piazza Navona, A Roma e di fronte la statua del Bruno, recitavo la solita poesia alle stelle, le nostre consigliere.
Non ero sola, eravamo tanti quante le nazioni del mondo, e come me, ogni notte i guardiani degli altri paesi dovevano recarsi nella loro capitale e adempiere al loro dovere.
Avevo iniziato a ricoprire questa ''rinomata carica'' a dire di mia zia,la notte del mio 18esimo compleanno, quando, diventata maggiorenne,ottenni il pieno controllo dei miei poteri.
Io non ero cosi entuasiasta, ma sentivo su di me l'orgoglio di tutta la famiglia, solo mio padre capiva quanto tutto questo mi rendesse infelice, quanto questa corona dorata altro non fosse per me che una catena di nebbia che mi soffocava.
Ma alle stelle non si recrimina, loro ti scelgono, è scritto nei libri polverosi che Monsignor Arduino tiene con tanta cura nella sua biblioteca.
"il prescelto nasce a mezzanotte,in una stanza dove la luna possa vederlo,i suoi occhi sono fatti di notte e non piange, nasce in silenzio."
Dato che in quell'ospedale di Praga,nella mezzanotte del 31 dicembre di 18 anni fa, la luna splendeva benissimo, inondando la stanza di luce, che i miei occhi erano più scuri della pece stessa, e che non emisi nemmeno un lamento, si capì che la fortunata ero io.

La mattina dopo come al solito, mi svegliai alle 7.
Mi guardai allo specchio, sicura di riconoscere la figura emaciata e liberamente ispirata ai racconti fantasy di fine 600, che mi scrutava dalla parete.
Infatti la ritrovai a fissarmi con quegli occhi neri e tondi che come al solito spiccavano troppo su un viso che rifuggeva la luce solare come se la sua esistenza dipendesse da quello, il risultato era un coloritoo pallido, a tratti violaceo regalandomi due belle occhiaie indaco.
Come ogni ragazza che si rispetti aveva un naso, non era grande, ma nemmeno piccolo, era un naso, funzionava bene, l'aria passava quasi sempre, a parte nei mesi più freddi quando a volte mi raffreddavo o in primavera quando quegli odiosi pollini decidevano che, si! il mondo aveva bisogno di loro.
Sotto al naso, non ci crederete mai ma aveva delle labbra, sottili ma scure. Il tutto poi era incorniciato da dei lunghi capelli corvini che mi ricadevano sulla schiena.
Avvilita da quella visione decisi che fino a quando non mi sarei dovuta truccare avrei evitato oni specchio della casa.
Mi recai in cucina e salutai i miei che civilimente stavano sorseggiando un caffe mentre leggevano il giornale.
Mi preparai due toast con marmellata e burro , li adoravo!
Quando vivevamo a praga, la mamma mi portava sempre a fare colazione in uno dei numerosi bistrot della città, e ogni mattina ordinavo rigorosamente pane e marmellata. Mi mancava la mia città natale, sapevo di essere italiana, e amavo Roma, ma le guglie di piazza dell'orologio, e il tramonto su ponte Carlo erano cose che la città eterna non poteva nemmeno provare a darmi. E poi la magia che si respirava nell'aria e tutte le sue leggende... amavo Praga, ma pensarci mi faceva sentire solo più triste, mi ricordava di quanto fossi legata, ancorata, a Roma.
Papà me lo diceva sempre, avevo il cuore leggero, come quello di un uccellino, non è carattere, è costituzione! Un cuore leggero segue l'aria, cerca il cielo e il vento, è il cuore di un viaggiatore.
Ma non potevo andarmene, se non in occasione degli incontri con gli altri guardiani.
Scacciai la malinconia con una bella sorsata di caffe, forte e caldo, ne avevo bisogno.
quella mattina preferii mantenere il silenzio, i miei capirono e non forzarono nessuna conversazione.
Mi preparai in fretta, ovviamente ero in ritardo, presi la mia vespa rossa, nuova di zecca, e mi diressi verso la scuola.
Il mio liceo era costituuito da un vecchio edificio fatiscente, in muratura pesante , le mura giallino sbiadite, imbrattate da murales rendevano l'atmosfera ancora più desolata e pesante.
La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, erano ormai due settimane che ogni notte ero costretta ad alzarmi e star fuori fino a tardi, mi avevano assicurato che presto il mio fisico si sarebbe abituato alle poche ore di sonno ma per ora non sembrava volerne sapere.

Scesa dal motorino, mi tolsi il casco e feci un respiro profondo,'' respira Claudia, non lasciare che la negatività prenda il possesso dei tuoi pensieri, va tutto bene!''
Mi stavo dedicando ai miei monologhi motivazionali quando vidi arrivare la mia migliore amica, Michela.
Michela era una ragazza snella e slanciata, dai colori chiari, con due occhioni da cerbiatto verdi e il nasino all'insù. Messe una di fianco all'altra sembravamo due negativi fotografici!
Mi diede una pacca sulla spalla con la sua solita energia mattutina, di cui ancora ignoravo la provenienza, mi disse '' Ehiii! Quanto sei giù per il rientro quest'anno?'' evidentemente la mia faccia mi tradiva più di quanto avrei voluto.. ''Non tocchiamo l'argomento, ti rendi conto che mancano solo 6 mesi agli esami?'' cercai subito di cambiare argomento, e ci riuscì.

Non le avevo ancora confessato tutta la verità, sapeva soltanto che la mia era una famiglia influente, ma presto avrei dovuto vuotare il sacco.. non mi piaceva mentirle e inoltre avevo dovuto darle buca parecchie sere dalla sera di capodanno..

Ma se non avesse capito o peggio mi avesse creduto pazza?
Scacciai quei pensieri dalla testa, pronta a dedicarmi ad un'inebriante lezione di matematica,una lingua cosi aulica e criptica che dubitavo potesse essere realmente studiata.



**SALVE A TUTTI E GRAZIE PER AVER LETTO IL PRIMO CAPITOLO DELLA MIA STORIA, SO COSA PENSATE.. MANCA UN PO' DI ROMANTICISMO, MA TRANQUILLI, IL FUTURO PER CLAUDIA STA PER TINGERSI DI ROSA.. OPPURE NO? 
-FA_DIESIS **



L'ombra delle stelle.Where stories live. Discover now