Ero seduta al bar con Jorge e Lodovica, in un giorno come un altro. Jorge stava parlando dell'ennesima rissa provocata da Victor: "... e allora lui fa: 'Hey, hai qualche problema, per caso?' e poi l'altro ha iniziato a prenderlo a pugni e..." a quel punto smisi di ascoltarlo e iniziai annoiata a far vagare il mio sguardo.
Parlava di quelle risse ogni giorno e francamente a me e a Lodovica importava poco o niente, ma lui ci sarebbe rimasto male se gliel'avessimo detto.Quel giono in piazza c'erano meno persone del solito: una coppia che passeggiava, una donna che portava a spasso il suo cane (che avrebbe potuto benissimo essere scambiato per un topo), un gruppo di ragazzi che non faceva altro che ridere e urlare cose incomprensibili e un ragazzo seduto sul bordo della fontana.
Quest'ultimo in particolar modo attirò la mia attenzione.
Aveva i capelli neri, era molto pallido, indossava una maglia a mezze maniche nera e dei jeans scoloriti. Aveva la testa china, quindi probabilmente stava leggendo qualcosa.Lodovica si accorse della mia distrazione e mi chiese, interrompendo Jorge, che la guardò male: "Hope, è tutto apposto?".
Mi girai verso di lei: "Sì, perche?" le chiesi.
"Oh, non so, forse perché è da cinque minuti buoni che stai guadando un punto fisso".
Mi voltai di nuovo verso quel ragazzo e i miei due amici seguirono il mio sguardo.
"Uhu, hai trovato una nuova preda, a quanto pare" esclamò maliziosa Lodovica.
"Effettivamente..." dissi io.
Il ragazzo era veramente molto bello e non avrei avuto nulla da perdere.
"Vuoi che ti crei una scusa per andarci a parlare?" mi chiese Jorge.
"Che cos' hai intenzione di fare?"
"Tu sta' a vedere" e detto questo prese il suo pallone da sotto la sedia e si allontanò da noi.
Quando capii le sue intenzioni era ormai troppo tardi.Tirò un calcio al pallone, che volò dritto verso lo sconosciuto, poi gridò :"ATTENTO!".
Lui alzò lo sguardo lo sguardo verso la palla, che stava inesorabilmente per colpire la sua faccia, e la bloccò prontamente con una mano.
Rimasi abocca aperta, come del resto gli altri due.Lodovica si riscosse per prima e mi esortò a recuperare il pallone. Mi alzai e mi diressi verso la fontana.
Quando fui davanti al ragazzo, che mi guardava confuso, notai che aveva due fantastici occhi azzurri, e che precedentemente stava leggendo una guida turistica.
Mi riresi e gli dissi, imbarazzata: "Mi dispiace moltissimo, il mio amico non voleva di certo colpirti".
Lui non disse niente e mi porse il pallone, che afferrai.
Esitai un attimo e gli chiesi: "Come ti chiami?".
Passarono un paio di secondi quando mi rispose, in inglese: "Scusa, non parlo lo spagnolo".
Mi illuminai: "Ah! Sei inglese".
"Americano" specificò.
"Anche io sono americana, vengo da Lima, mi sono trasferita qui solo tre anni fa. Comunque io sono Hope" gli dissi porgendogli la mano.
"Alec".
"Quindi... tu hai una ragazza?" domandai schiettamente.
"Veramente..." cominciò imbarazzato, quando una voce alle mie spalle mi rispose al posto suo:
"Veramente sì, ed è esattamante dietro di te".Mi voltai di scatto. Davanti a me c'era un ragazzo molto alto, sui vent'anni. Aveva i capelli neri pieni di brillantini e gli occhi verdi, leggermente truccati. Indossava una maglia viola chiaro e dei pantaloni blu.
Il suo sguardo era altamente inquietante, diciamo pure spaventoso. Sembrava volesse darmi fuoco."Ehm... ecco, io... tu sei..." balbettai.
"Il suo fidanzato? Proprio così" disse lui: "E ti invito gentilmente a stare lontana dal mio ragazzo, se non voui che ritrovino il tuo cadavere in un vicolo abbandonato" aggiunse in spagnolo, forse per non farsi capire da Alec.
Mormorai delle scuse impacciate e tornai velocemente dei miei amici, che mi fissavano in attesa di una spiegazione.Alla fine Lodovica mi chiese: "E...?"
"E niente, era fidanzato" risposi ancora in imbarazzo.
Rimanemmo in silenzio per un paio di minuti, alla fine Jorge parlò: "E poi gli tirò un calcio negli stinchi! Ma vi rendete conto!? E Victor era tipo 'Vuoi botte?' Dopodiché... "><
"... e a quel punto lui le ha detto qualcosa in spagnolo e lei se n'è andata. Poi si è sedutovicino a me e non ha più proferito parola" concluse Alec.
Jace non si trattenne e scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Magnus.
Alec si rivolse a quest'ultimo: "Non mi voui proprio dire che cosa ti prende?".
Lo stregone allora rispose: "Semplice, fiorellino: non posso lasciarti solo due minuti che una mondana qualunque ci prova con te! Queste vacanze non stanno proprio andando per il verso giusto: prima il tizio che mi viene addosso con il gelato sporcando la mia fantastica maglietta, poi la fobia di Riccioli d'Oro e la sua scenata al parco..."
"E, tanto per la cronaca, quelle erano oche" aggiunse Simon.
"... e infine questo!" finì Magnus.
Isabelle, a quel punto, intervenne: " Secondo me è stata una buona idea prenderci una vacanza, io mi sto divertendo tantissimo".
"Già, direi che dopo tutto quello che è successo l'anno scorso ci serviva proprio" confermò Clary.
Magnus sospirò: "Forse avete ragione..." disse guardando in modo truce la ragazza che ci aveva provato con Alec - Hope, aveva detto il suo ragazzo, ma seriamente, chi è che chiama propria figlia Hope ?- che era ancora seduta al bar.
"Ma la prossima volta che ci prova potrebbe scapparci il morto".