28/7/2013

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Stamattina, appena sveglia, sono andata a fare una colazione abbondante.
Tutto aveva un sapore diverso, più strano. Oppure sono io ad essere strana?

Avevo un brutto presentimento, come se tutti i miei piani potessero crollare da un momento all'altro. Ma non ci diedi molta importanza.

Scesi in cantina per controllare la situazione. Aperta la porta, le mie narici furono subito invase dal forte odore di sangue. La cosa mi eccitava non poco.

Come sempre, controllai lo stato dei prigionieri, e tanto per divertirmi un poco ne torturai alcuni.

Due erano già morti, probabilmente per colpa sua.

Era sdraiato nel suo solito angolino a fissare ogni mia minima mossa, ero attizzata dall'idea di essere attaccata da un momento all'altro da lui.

Mi avvicinai cautamente, per poi dargli un calcio sullo stomaco, facendolo piegare dal dolore, ma nessun verso.

Lo presi per i capelli costringendolo a guardarmi negli occhi.
Ghignava ancora, con gli occhi che ardevano, assetati di sangue.
Ghignai e gli chiesi il nome, ma nessuna risposta. Gli diedi un pugno stringendo la presa sulla testa, ma non cedeva.

Mi arresi buttai contro il muro per poi alzarmi ed andarmene. Dovrò pensare per come pulire quel posto.

Passai la giornata a nascondere e bruciare i corpi in decomposizione, per poi aggiustare alcuni dettagli del mio piano.

Siamo vicini.

La sera, come sempre, cenai e diedi i resti ai prigionieri per poi ritirarmi in camera mia.

Il suo sguardo, anch'esso ora è strano. Sembra interessato a me, magari in futuro potrò farmelo alleato.
Ma non ci siamo ancora, deve essere ancora più pazzo.

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