La verità...

13 1 2
                                    

Martedì 30 luglio
Il pranzo si è svolto molto in silenzio, ma io mi sono vestita con un vestito bellissimo da elfa. Ho mangiato riso in bianco con aroma di rose e una prugna. Poi ci siamo spostati tutti e tre in un salotto molto accogliente con tre divani in velluto rosso e il re ha cominciato a parlare:- Cara Emma tu sei la prescelta e quindi sarai tu ad andare a sconfiggere Saragon, il mio gemello cattivo.- Io a quelle parole sono impallidita, ma lui mi ha guardato e ha detto:- È evidente che tu non sai niente, tuo nonno è morto quando tu eri troppo piccola per capire e adesso sarò io a spiegarti. Tuo nonno era un elfo potente, era il guerriero migliore. Lui combatteva ed è riuscito a far ritardare di alcuni anni la guerra ma si sapeva prima o poi che ciò sarebbe dovuto accadere e adesso sta accadendo è solo tu puoi porre fine alla guerra e sconfiggere mio fratello. Tu non sai combattere ma mia figlia Calipsa ti insegnerà e oltretutto tu non sai di essere un elfo. Adesso puoi andare a riposarti, è stata una giornata lunga. Domani ti aspetto alle 7 qua per fare colazione.-
Non era ora di andare a dormire erano le 2, quindi decisi di andare a fare un giro in paese. Ero alquanto sconvolta e pensai che prendere un po d'aria mi verbo fatto bene. Uscii e mi incamminai verso le casette, ma naturalmente dopo un po' mi stancai e decisi di tornare indietro. Solo che mi ero inoltrata in un bosco gigante e a furia di guardare alberi e fiori non mi ero resa conto di fossi, cominciai a camminare in quello che mi sembrava il senso opposta dopo due ore di giri mi resi conto che ero al punto di partenza. Mi misi seduta e aspettai, cosa precisamente non lo so. So solo che dopo un po' mi addormentai, e credo che venni svegliata da una specie di lucciola con un vestito e delle ali che mi tirava l' orecchio. Mi svegliai di colpo e lei si spaventò e volò sopra un albero, io le dissi:-Non aver paura, non ti voglio fare del male. Ti ringrazio per avermi svegliato, sai mi sono persa e se tu potessi aiutarmi a tornare al mio villaggio te ne sarei molto grata.- A queste parole la fatina (o almeno quello che credevo fosse una fatina) scese dall'albero e disse:- Piacere sono Fiorebellochesemiincontrinonmidimentichipiù! Tu come ti chiami?- Io un po' confusa dal fatto che un essere così piccolo avesse un nome così grande le risposi:- Io sono Emma, ma non è un nome un po' il tuo? Sai pensavo che se ti va bene ti posso chiamare Fofì!- Lei mi guardo pensierosa e poi annuì:- Bene allora tu sarai la mia compagna!- Io la guardai un po' in confusione e lei disse:- Allora adesso ti spiego, quando un elfo e una fata si incontrano e l' elfo da spontaneamente il soprannome alla fata allora sono legati insieme.- Io annuii e poi le chiesi:- E se non lo da spontaneamente il soprannome che succede?- Fofi rispose:- Niente- -Ah- Poi Fofi mi guardò e disse:- Hai detto che ti sei persa, andiamo a casa. Dove vivi?- E io risposi:- Nella casa castello- Fofi mi guardò sbalordita, ed esclamò:- E perché?! Sei una regina o una cosa del genere?- -No adesso ti spiego meglio...- E gli spiega tutto. Arrivati a castello era proprio tardi, ho saltato la cena e adesso credo che andrò a dormire. Domani mi aspetta un lungo allenamento.

Il diario di una ragazza elfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora