Primo Capitolo.

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Emma's POV

« Speriamo proprio di trovarti un bel uomo su questo paradiso! » Squittisce mia mamma, mentre saliamo sul Titanic.

Io, Emma Charlotte Bennett, potrei essere considerata una diciassettenne con una vita da far invidia a chiunque.
Anche adesso, che mi ritrovo a sorridere alle persone di prima classe, con la schiena dritta, le mani posate una sopra l'altra poco più giù del petto,  addobbata di gioielli e un vestito che mi impedisce il cammino, potrei sembrare felice.
Nessuno si è mai soffermato a pensare che la mia felicità potesse essere una grande, grande finzione.
A mia mamma non importa nulla di me, se non di consegnarmi ad un uomo con un grande patrimonio per usufruire della sua ricchezza. (Come se non fossimo già ricche abbastanza)

Mi sono sempre chiesta a cosa serva la ricchezza materiale, se dentro sei completamente vuoto.
Ma non ho mai ottenuto risposta.

Come se non bastasse, non sono mai stata libera di scegliere quello che sarebbe stato meglio per me. È sempre mia mamma a decidere .

Ho sempre avuto tanta voglia di lasciarmi andare: lasciarmi andare oltre.
Oltre le apparenze e la superficie.

« È una meraviglia! Pensa a quella povera gente costretta a vivere nella terza classe.»
Mia madre e le sue amiche si mettono una mano sulla bocca mentre ridacchiano.

Mi viene la nausea.

« Per l'amor del cielo, Emma! Vuoi stare dritta? »

Mia madre mi dà un colpetto sulla schiena e io, con tutta la pazienza possibile, mi raddrizzo.

Mi schiarisco la voce, guardandomi intorno.

« Madre.. » azzardo.  Lei punta subito i suoi occhi a palla e scuri su di me, sorridendo solo da un lato della bocca.
« Potrei, ehm, potrei andare ad esplorare la nave? Visitarla, vedere com'è fatta.. » continuo, cercando di non incontrare il suo sguardo.

Se a queste grandi signore di prima classe piace  il fatto di avere una cabina simile ad una suite regale e, addirittura, un ponte di passaggio privato.. beh, a me fa sentire male.

Mia mamma mi scruta dall'alto in basso per poi accennare una risatina.

« Vai pure, Emma. Ci vediamo nella sala grande tra mezz'ora. D'accordo?
Oh, e cerca di incontrare qualche bel ragazzo con un patrimonio soddisfacente. »

Non le rispondo nemmeno, annuisco e mi allontano da quell'inferno: vorrei urlare. Ma sarebbe come urlare in una stanza affollata e con la musica a tutto volume.

Quando sono abbastanza lontana, mi appoggio con una mano ad una parete e mi sfilo le scarpe con i tacchi, o meglio, i trampoli.

Siamo divisi dalle persone di prima classe, quasi come fossero infette da una qualche malattia.
C'e un piccolo "balcone", se così si può chiamare, in cui -essendo al piano superiore della grande nave- possiamo vedere la prima classe. Dove la gente può essere libera.

Prendo le scarpe con una mano, mi alzo il vestito con l'altra e raggiungo la piccola ringhiera per osservare il panorama.
C'è un via vai di gente, vestita normalmente, che ride, che si sporge sulla prua per osservare meglio l'Oceano, che indica il mare, che corre nel portico, bimbi che giocano.
Libertà.

Zayn's POV

Avevamo lavorato sodo, io, Harry, Louis, Niall e Liam per ottenere questi biglietti. Volevamo da tempo raggiungere l'America e non esisteva un modo migliore, se non quello di abbordare sul Titanic: la nave dei sogni.

La terza classe non è per niente male, anzi, penso sia la migliore di tutti.
Solo vedere come si atteggiava la gente di prima classe, mi ha fatto venire la nausea.
Ci sono solo dei gran ricconi, sbruffoni e presuntuosi. Addobbati peggio di un albero natalizio con tutti quei gioielli che, dato il loro peso, la loro ricchezza, farebbero sprofondare questa nave, considerata inaffondabile.

Dopo esserci sistemati nella cabina decidiamo di raggiungere la poppa della nave: c'è una ringhiera che funge da parapetto e mi ci appoggio gustandomi la distesa infinita d'acqua che ci si prospetta davanti.

Harry sale con i piedi sulla prima parte della ringhiera, reggendosi ad una corda.

Restiamo in silenzio, a goderci questo bellissimo momento.

Paragono l'amicizia con questi fantastici quattro ragazzi all'Oceano: infinita e indistruttibile. Niente ci avrebbe mai diviso.

Niente.

« Che meraviglia, ragazzi! Sono sempre più orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto: n'è valsa la pena. »
Liam mi ha tolto le parole di bocca.
Harry scende dalla ringhiera e si passa una mano sui capelli, con un sorrisone.
« Puoi dirlo forte! » esclama.
« Questa nave è fenomenale solo perché è Irlandese » interviene Niall, scherzando.
Ridiamo tutti, poi noto lo sguardo di Louis posarsi su un ufficiale con a spasso dei cani, tenuti benissimo: presumo appartengano alla prima classe.
« Quindi è così che funziona: portano i cani a fare le loro cagatine quaggiù » replica acidamente il mio amico, storcendo il naso.
« Oh, su, ci fanno capire quanto valiamo! » ribatto, accennando una risata e facendo ridere anche i miei amici: Liam mi scompiglia i capelli.
Meglio prenderle sul ridere, queste cose.

Ma Louis continua a guardarsi intorno, finché non si ferma come fosse incantato, in un punto.

« Da qui si vede la prima classe! » alza un braccio ed indica il punto superiore della nave.

Seguo il suo sguardo, che arriva al ponte di prima classe.
Sgrano gli occhi: c'è una tale tranquillità lassù.
Ma si divertono un po'?

Noto, dopo un po', che c'è una ragazza appoggiata al parapetto. Scalza, con un vestito -a parer mio- orribile, i capelli legati in uno chignon e un'espressione quasi deprimente.
Ha gli occhi grandi e scuri, dei lineamenti molto belli del viso: avrà diciassette o diciott'anni. Sembra così triste, mentre guarda attentamente il paesaggio.
Guardandola meglio il suo volto ha tratti leggeri, dolci..
Se non fosse così.. -triste? - non mi sembrerebbe umana.

« Ehi, amico mio, bisogna che ti trovi una di terza classe. Immagina il caratterino della ragazza che stai fissando » mi distrae Harry.

E ha ragione.

Non ho bisogno di una ragazza di prima classe, eppure -se non fosse stato per l'abito e i gioielli- non avrei mai detto appartenesse ai "superiori."

Sembrava così depressa che per un momento ho pensato volesse buttarsi giù da parapetto.
Rido a quel pensiero assurdo: avrà una vita fottutamente perfetta. Piena di soldi, felicità e  con nessun problema.

Mentre noi siamo qui, con biglietti di prima classe guadagnati dopo anni di lavoro. E come ci ripagano?
Portando i cani di quella gente a fare i bisogni qui.
Che cosa ridicola.


~
AUTRICE.

Scusate se come primo capitolo vi aspettavate qualcosa di più, vi prometto di non deludervi con gli altri.

Siccome è il primo capitolo, però, vi sarei grata se lasciaste una stellina (se vi è piaciuto, ovvio) e un piccolo parere.

Accetto anche critiche, tranquilli!

CIAOOO!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2016 ⏰

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You jump, I jump. ❁ A Titanic Version. [z.m]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora