1958L'unico suono che arieggiava per la stanza buia erano i continui sospiri del McCartney sedicenne, che, con i suoi grandi occhi sbarrati, fissava il buio più totale, nel disperato tentativo di trovare sonno; le aveva provate tutte, si era cantato la ninna nanna, aveva contato le pecore con tutti i pastori, aveva provato a pensare a qualcosa di bello, ma nulla di nulla, i suoi occhi sgranati non sembravano volersi chiudere. Rimanevano lì, immobili, a contemplare il nulla, il buio più totale, mentre qualcosa di caldo, strusciava contro la sua schiena.
'John... Johnnie, John, Winnie, Joh-' 'Eh?' la voce assonata e brusca del maggiore fece sorridere Paul, che mugolò in modo debole mugugno, quasi disperato, un piccolo lamento, una lagna 'Sono le due di notte, ed io ancora non riesco a prendere sonno'. Lennon roteò gli occhi, conosceva quei tipi di capricci, conosceva il tono lento e lagnoso di McCartney, e sapeva qual'era il suo scopo 'Dubito che io possa esserti utile.' rispose dopo una manciata di secondi John, facendo arricciare le labbra al minore, in una smorfia quasi contrariata.
'Se la tua schiena la smettesse di spingere contro la mia, ho caldo!' si lagnò ancora, il solito tono pesante, formando una espressione a dir poco tenera, che, a causa del buio e delle spalle, John non riusciva di certo ad intravedere; 'Sai, Paulie – iniziò con tono sgarbato Lennon, odiava quando il suo sonno veniva interrotto- il pavimento è molto comodo.' 'Sai John, ti ricordo che questa è casa mia e se non..' Paul non terminò la frase, la mano di John si era allungata verso il comodino di legno norvegese, aveva accesso l'abat-jour, illuminando il suo volto e parte della stanza. Paul sorrise vittorioso e si voltò sul fianco opposto in cui si trovava, guardando John dal basso, che, seduto sul letto, poggiava la schiena contro lo schienale del letto. 'Tutto quello che desideri, ma non parlare come Mimi!' rise John, voltandosi verso Paul, che si era stretto al suo braccio e lo fissava dal basso; gli occhi erano di un verde chiaro, molto più chiaro rispetto al solito castano, erano grandi, grandissimi, e luccicavano sotto la luce fioca della lampadina, e John si chiese se era la mancanta presenza degli occhiali da vista sul proprio naso sbilenco a far sembrare il piccolo McCartney così... Perfetto.
Rise.
Rise fra sé e sé, lasciando spuntare un sorrisino idiota sulle sue labbra sottili. Occhiali, non occhiali, verde, marrone, Paul era Paul, era perfetto, come sempre, così com'era, in ogni singolo istante della giornata, anche in quel momento.
'Allora, tesorino, che ne dici se papi ti racconta una storiella, così la principessa prende sonno?' il sarcasmo di John era ciò che faceva impazzire Paul, che, dopo aver riso di gusto, fece stendere nuovamente John, voltandolo sul fianco opposto al proprio, in modo che i loro visi fossero uno di fronte all'altro. 'Ma stai zitto, scemo!' esclamò con un sorriso divertito, dolce, innamorato.
John mise una mano sul fianco del minore e se l'attirò contro, poggiandogli un dito sulle labbra, sussurrando un piccolo e tenero 'shh', un'esortazione, un invito, un comando, semplicemente voleva che il minore facesse silenzio, così da poter iniziare a raccontare.
'C'era una volta, una piccola principessa di no-' 'John andiamo, non sono un bambino!' esclamò Paul scoppiando in una risata divertita, scuotendo la testa, davvero John riusciva ad essere così infantile? Alzò il muso verso quello di John e socchiuse gli occhi, strusciando piano il nasino perfetto contro quello aquilino di John, che esalò un piccolo respiro beato, invintando Paul, con una mano poggiata sulla sua nuca, a poggiare il viso nel proprio petto 'Andiamo Paul, dormi, domani ci aspetta una lunga giornata, lo sai, le prove, la scena, Amburgo, i trans, le puttane, ed un viaggio lunghissimo, dormi.'.
La voce assonata di Lennon fece sorridere il piccolo McCartney, che, poggiando una mano su quella di John, la strinse in modo caloroso, intrecciando le dita con le sue, andando a respirargli sulle labbra 'Solo se mi stringi tutta la notte.'***
1968
Un mugolio infastidio uscì dalle labbra carnose di Paul, che, dopo essersi stroppicciato gli occhi, li aprì in modo lento, cercando di mettere a fuoco il più possibile.
Un sorriso gli increspò le labbra, allungò piano la mano e spostò delicatamente un ciuffo di capelli dalla fronte di John, andando a lasciare un piccolo e dolce bacio sulla pelle del maggiore, la notte precendente si era lagnato, come un bambino, la voglia di dormire era passata, e gli servivano le coccole di John per prendere sonno.
Fece scorrere il proprio sguardo lungo le braccia di John, trovandole strette ai propri fianchi, guardando infine i due petti stretti fra di loro, aveva mantenuto la promessa, ancora una volta.
Erano dieci anni che, ogni volta che potevano, i due dormivano insieme, tenendosi stretti l'un l'altro, in modo quasi ossessivo.
Erano dieci anni che John, nonostante tutte, nonostante le continue litigate, le sfuriete, le moglie, le amanti, erano dieci anni che si ritrovavano nello stesso letto, i piedi stretti fra di loro, a dimostrarsi l'un l'altro quanto si amavano.
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"Johnnie, I can't fall asleep"
FanfictionPaul soffre spesso di insonnia, e rimane ore intere senza dormire. Menomale che c'è John, sempre disponibile. Storia ispirata ad una fan art di FionaFu.