È il 16 ottobre 2015, sono le cinque e mezzo del mattino e l'orribile suoneria del telefono di Federico sta suonando da dieci minuti buoni. «Rispondi, cazzo» è il gentile commento di Giulia che sotterra la testa dentro il cuscino e geme frustrata, lui ancora non è del tutto sveglio per cui quando allunga la mano per prendere il cellulare sul comodino questo cade a terra, così grugnisce, spalanca gli occhi e decide di alzarsi per andare verso la cucina.
«Pronto?» domanda con la voce impastata dal sonno e cercando di non inciampare sulle varie scarpe sparse per l'appartamento.
«Manca una settimana al primo live ed io vengo a Milano tra cinque giorni,» l'accento è straniero, gli sembra uno scherzo e infatti sta per chiudere il telefono in faccia a quell'imbecille mandandolo a cagare «atterro alle tre di pomeriggio, vieni a prendermi» solo dopo riconosce la voce decisa e con una cadenza franco-americana del collega, anzi, amico Mika che per qualche strana ragione al mondo ha deciso che le cinque e mezzo del mattino siano l'orario migliore per dare notizie del genere.
«Sei completamente pazzo?» domanda ridacchiando appena il rapper mentre comincia a girare per la cucina alla ricerca di una moka. «Potevi chiamarmi anche più tardi o dirmelo tra un paio di giorni e si può sapere dove sei?»
«A Parigi»
«E che ore sono a Parigi?»
«Le cinque e mezzo» alza gli occhi al cielo Federico nonostante nessuno possa vederlo e da dell'incorreggibile al ragazzo dall'altra parte di quell'aggeggio infernale che non gli permette di mettere un po' di caffè nella caffettiera. Mika ha ricominciato a parlare, questa volta di qualcosa che non riesce neanche a capire, nomina Fortunè, Paloma ed un paio di volte anche i suoi cani. Spunta il nome di Valentino e poi quello di Loboutin, ma in realtà Federico non sta ascoltando nulla, ancora troppo assonnato e ancora troppo occupato ad accendere il fornello.
«Lo hai visto il film che ti ho consigliato due giorni fa?» bestemmia tra i denti per la domanda inaspettata e si dà del coglione, perché gli aveva promesso che lo avrebbe visto quel film francese (nonostante i film francesi non siano proprio per lui) ma se lo è completamente dimenticato solo che non ha proprio il coraggio di dirgli che non lo ha fatto.
«Certo» afferma allora cercando di sembrare sicuro, la caffettiera fischia e Federico sospira «mi è piaciuto soprattutto quando si baciano» aggiunge, in ogni film che si rispetti c'è sempre bisogno di un bacio.
«Il cielo è bianco oggi» Federico si affaccia alla finestra ma al cielo non c'è una traccia di nuvola e per essere autunno è davvero incredibile a Milano.
«C'è il sole»
«Non lo hai visto, dimmi la verità c'mon»
«Ti dico di sì, e mi è piaciuto un sacco» insiste gironzolando per la cucina a piedi nudi grattandosi la base della nuca.
«E quando si baciano?»
«Ehm- ma sì, alla fine!»
«Federico, non ci sono baci»
«Ah...» il panico prende ancora una volta il sopravvento, vorrebbe dire che è stato così bello che si è addirittura immaginato scene in più, ma alla fine decide di optare per la cruda verità «mi sono dimenticato, mi dispiace, giuro che lo vedrò in questi giorni» Federico sente l'altro sospirare e rimanere in silenzio. Gli dispiace, davvero tanto, erano stati quindici minuti a promettersi che lo avrebbe visto, il libanese ci tiene davvero particolarmente e Federico davvero non ne capisce il perché.
«Il titolo lo ricordo, si chiama Gli amanti del Pont-Neuf, Giulia me lo ha scaricato, devo davvero solo vederlo, mi dispiace, non avercela con me» ma il silenzio persiste, anzi, quando Federico nomina Giulia non sente neanche più respirare.
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by the smokestack
Fanfiction"Le persone che si sognano di notte bisognerebbe chiamarle la mattina, la vita sarebbe più facile." Quando quella mattina alle cinque e mezza il libanese lo chiama Federico non rimane impreparato come in tutti questi mesi, è visibilmente nervoso ma...