LA TUA PASSIONE

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Stamattina, incontrando una mia amica, mi sono accorta di quanto i suoi occhi fossero tristi. Le ho domandato il perché ma lei in realtà non mi ha voluto dire un gran ché. Con educazione ho rispettato la sua scelta e ci siamo salutate, andando via però, mi ha preso la mano e mi ha messo al corrente della sua angoscia.

Mi ha detto testuali parole: "sono stufa di essere giudicata". Io sono rimasta allibita, perché non sapevo a cosa si riferisse, poi in seguito ho capito!

Mi ha detto, che aveva da poco pubblicato un libro, un romanzo autobiografico, dove raccontava la sua vita, con tutto quello che aveva passato, cose belle e cose brutte, i suoi momenti li chiamava. E' cominciato tutto per gioco, si giustificava, diventando successivamente però una valvola di sfogo.

Quando è iniziata questa sua passione di scrivere, che in realtà ce l'aveva fin da ragazzina, ha voluto informare la sua mamma, mettendola al corrente di ciò che stava accadendo. Ma con tutta franchezza le aveva risposto, di non perdere tempo a scrivere e di andare a letto presto la sera, perché almeno dormiva. La mia amica ci rimase un po' male. Ma incurante del consiglio di sua madre, proseguì nel suo intento. Finita la bozza iniziale, nonostante quello che le aveva proposto, la fece leggere alla sua famiglia, con il risultato di un pianto al telefono, pregandola di non pubblicarlo. La ragazza non concepiva questo suo atteggiamento, invogliandola ancora di più ad andare avanti. Infatti dopo mesi, gli si presentò l'occasione di una proposta editoriale. La prima persona che chiamò, fu proprio la sua mamma. Con il risultato di un silenzio di tomba al ricevitore. Distrutta emotivamente, non raccontò più gli eventi di quella pubblicazione e nemmeno da parte dei familiari, ci furono richieste a riguardo. Sembrava, come se la cosa non interessasse a nessuno. I mesi passavano e arrivò finalmente il giorno della consegna dei libri. Lei era felicissima e orgogliosa di tutto ciò. Non disse niente a nessuno però, per paura di sbagliare. Trascorsero dei giorni ma l'euforia cresceva e quindi si decise ad andare a casa di sua mamma per dare la notizia e regalarle il libro..Ma tutto l'entusiasmo, svanì nel momento in cui le fece vedere il romanzo, con il solo dire " brava ce l'hai fatta", in senso ironico. La giovane scrittrice, non si aspettava le braccia al collo dalla felicità ma neanche una freddezza che attanaglia le ossa. Amareggiata, tornò a casa dal marito, vergognandosi anche di raccontare l'accaduto. Visto che per lei era gente di larghe vedute e se ne vantava di questo ma evidentemente si sbagliava!

Avendo capito il dissenso dei suoi genitori non ne parlò più. La tensione però si faceva sentire in casa. Non si accennava mai al libro, si doveva tenere tutto dentro. Finché una sera, ci fu una piccola discussione tra genitori e figlia. Non avevano neanche voluto la copia del romanzo. La ragazza si mortificava e si chiedeva cosa mai avesse fatto di così eclatante da essere trattata secondo lei ingiustamente. Risposero, che si vergognavano di lei per aver raccontato la sua storia, di aver messo in piazza i suoi fatti. Il libro, dopo le prime righe, il suo papà lo aveva addirittura scaraventato a terra. La mia amica, a quel punto piangeva, non si dava pace, era arrabbiata con il mondo intero. Successivamente, non fece neanche la presentazione del suo libro, come è di consuetudine. Non ne parlava con nessuno, infatti le copie rimanevano tutte a lei. Si era demotivata. E' passato diverso tempo da allora e finalmente dopo mesi di buio, ha ritrovato la gioia nel suo talento. Anche se pensando ai suoi cari, le viene un magone allo stomaco. Però, da quell'esperienza è diventata più forte, vuole difendere la sua sensibilità cercando di trovare gente che la capisca, la sproni. Ma poverina si è sentita dire tante cose, che il suo libro non suscitasse nessuna emozione, che poteva fare di meglio, che a scrivere la propria storia siamo tutti bravi, che il costo del libro era eccessivo essendo così piccolo, che aveva scritto cavolate e così via da essere veramente esasperata. E stamane, aveva appena ricevuto ancora una volta un'altra esclamazione del genere, ecco perché era così giù di morale. Era disperata e piangeva tra le mie braccia, io cercavo di confortarla come potevo. Mi ha riferito anche, che ha scritto un altro libro e una casa editrice di Roma l'ha contattata, lei ne è entusiasta ma non può dirlo a nessuno per paura di sconvolgerli di nuovo. Ha ricevuto un attestato per un concorso a cui ha partecipato ma anche questo a loro è indifferente. Purtroppo io le ho spiegato, a mio modo ovviamente, che non si può pretendere di poter condividere le proprie passioni con chi vorresti, a volte ti senti sola senza nessuno che ti capisce, ti sostiene, questo ti fa male e ti fa anche soffrire. Ma bisogna andare avanti, con i pugni chiusi, difendere i propri sogni e crederci soprattutto, farci scudo della cattiveria, rimanendo noi, indifferenti di questo sentimento acido e crudele. Andare avanti per la nostra strada, fregandocene del giudizio altrui e per chi come lei, scrivere sui muri, la farà sentire importante e realizzata al massimo. Le ho consigliato, di uscire fuori quella parte sensibile, buona, altruista di se stessa e lasciare agli altri l'ingiustizia che hanno dentro. C'è Dio che giudica, di fidarsi di lui e sarà ricompensata per la sua onestà. E lasciandoci le ho augurato ogni bene possibile..e lei mi ha detto sorridendo, con una lacrima che le rigava il viso semplicemente "grazie".

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⏰ Last updated: Jan 20, 2016 ⏰

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