(2) Martedì 8 dicembre, notte

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Il poliziotto fa un cenno rapido e si alza, si passa la mano sopra la giacca sporca con un gesto confuso e lascia la stanza.

《Tutti accoltellati》, continua Joona. 《Pura follia. Pestati a sangue, presi a calci, picchiati, accoltellati e la bambina... era segata in due. La parte bassa del busto e le gambe erano sulla poltrona davanti alla televisione e...》

Tace e osserva Erik un istante prima di continuare.

《Pare che l'assassino sapesse che il padre si trovava al centro sportivo》, spiega Joona.

《C'era una partita di calcio, lui faceva l'arbitro. L'assassino ha aspettato che fosse solo prima di ucciderlo, l'ha accoltellato furiosamente e poi è andato nella viletta per far fuori gli altri.》

《È stata questa la sequenza degli omicidi?》 Chiede Erik.

《Questa è la mia supposizione》, risponde il commissario.

Erik si passa una mano sulla bocca e la sente tremare. Il papà, la mamma, il figlio, la figlia, pensa molto lentamente prima di incontrare lo sguardo di Joona Linna.

《L'assassino voleva eliminare un' intera famiglia》, constata Erik a bassa voce.
Joona fa un gesto esitante.

《Ma è proprio questo che... Manca ancora uno dei figli, la maggiore. Una ragazza di ventitré anni. Non riusciamo a rintracciarla. Non si trova nel suo appartamento  a Sundbyberg, non è a casa del fidanzato. Secondo noi il criminale la sta cercando. È per questo che vogliamo interrogare il testimone appena possibile.》

《Va bene, allora farò un'analisi più precisa》, dice Erik. 《Grazie.》Joona fa un cenno. 

《Ma non possiamo rischiare la vita del paziente per... 》

《Lo capisco bene》, lo interrompe Joona. 《Ma più tempo impieghiamo per trovare qualche traccia da seguire, più ne resta al criminale per trovare la sorella maggiore.》

《Forse dovreste fare una perlustrazione sul luogo del delitto》, dice Daniella.

《Certo, è già in corso.》

《Allora vada là e veda di mettere fretta ai suoi uomini》, insiste lei.

《Non otterremo comunque alcun risultato》, dice il commissario.

《Cosa intende?》 

《Lì attorno rischiamo di trovare un miscuglio di DNA appartenente a centinaia, forse migliaia di persone diverse.》

Erik torna dal paziente. Resta in piedi davanti al letto, osserva il volto pallido e ferito. Il respiro leggero, le labbra livide. Erik ne pronuncia il nome e qualcosa sembra passare sul viso del ragazzo, dolorosamente. 

《Josef》, ripete a voce bassa. 《Mi chiamo Erik Maria Bark, sono un medico ed ora ti visiterò. Fammi un cenno se capisci quello che sto dicendo.》

Il ragazzo resta immobile, l'addome segue il ritmo del suo respiro. Eppure Erik è assolutamente convinto che abbia capito le sue parole, prima che il livello di coscienza calasse di nuovo e il contatto si interrompesse. 

Quando Erik lascia la stanza, mezz'ora dopo, Daniella e il commissario lo guardano.

《Ce la farà?》dice Joona.

《E' troppo presto per dirlo, ma... 》

《Il ragazzo è il nostro unico testimone》, lo interrompe il commissario. 《Qualcuno ha ucciso suo padre, sua madre, la sorellina e questa stessa persona, molto probabilmente, sta cercando la sorella maggiore.》

《Lo sappiamo》, ribatte Daniella. 

《Se l'intenzione era di uccidere tutta la famiglia, l'assassino non deve essersi preoccupato troppo di nascondere il proprio volto.》

《Potrebbero passare settimane prima che il ragazzo sia in condizioni di essere interrogato》, afferma Erik. 《Voglio dire, non possiamo semplicemente scuoterlo finchè non si risveglia e poi raccontargli che la sua famiglia è stata sterminata.》

《E provare sotto ipnosi?》gli domanda Joona.

Nella stanza cala il silenzio. Erik pensa alla neve che poco prima, mentre lui era in viaggio, cadeva su Brunnsviken. A come scendeva tra gli alberi, sopra l'acqua scura.

《No》, mormora fra sè. 

《L'ipnosi potrebbe funzionare?》

《Non so nulla di ipnosi》, rispone Erik.

《Io ho un'ottima memoria per le facce della gente》, dice Joona con un grande sorriso.

《Lei è un famoso ipnotista, potrebbe...》

《Era un bluff》, lo interrompe Erik.

《Non credo.》, insiste Joona. 《E questa è una situazione di emergenza.》

Daniella sorride, lo sguardo fisso sul pavimento e le guance arrosate.

《Non posso》, dice Erik.

《Al momento il paziente è sotto la mia responsabilità》, interviene Daniella alzando la voce. 《E non mi sento particolarmente incline a permettere un'ipnosi.》

《Ma se appurassimo che non è pericoloso per il paziente?》chiede Joona.

Erik si rende conto che il commissario sin dall'inizio deve aver pensato all'ipnosi come una possibile scorciatoia. Non può essere altrimenti. Joona Linna gli ha chiesto di andare all'ospedale solo per cercare di convincerlo ad ipnotizzare il paziente. La sua esperienza di trattamento dei traumi e shock gravi non c'entra nulla.

《Ho promesso a me stesso che non avrei più praticato l'ipnosi》, dice Erik.

《Okay, capisco》, sospira Joona. 《Mi avevano detto che lei era il migliore, ma al diavolo, non posso che rispettare la sua scelta.》

《Mi spiace》, conclude Erik.

Guarda il paziente attraverso il vetro, e si gira poi verso Daniella.

《Gli avete dato la desmopressina?》

《No a dire il vero ho aspettato》, risponde lei.

《Perchè?》

《C'è il rischio di complicazioni tromboemboliche.》

《Visto il decorso, non direi proprio; io do sempre la desmopressina a mio figlio》, ribatte Erik.

Joona si alza pesantemente dalla sedia.

《Le sarei grato se potesse raccomandarmi un altro ipnotista》, dice alla dottoressa.

《Non so nemmeno se il paziente riprenderà conoscienza.》

《Ma io cerco...》

《E deve pure essere cosciente per venire ipnotizzato》, conclude Daniella con un sorriso forzato.

《Però ha sentito le parole di Erik》, insiste Joona.

《Non credo》, mormora lei.

《Sì, effettivamente mi ha sentito, per un breve istante》, conferma Erik.

《Potremmo salvare sua sorella》continua Joona.

《Io adesso vado a casa》, dice Erik a bassa voce.《Dai al paziente la desmopressina》

Lascia la stanza e si toglie il camice mentre attraversa il corridoio per prendere l'ascensore. Ora c'è parecchia gente nell'atrio. Le porte sono aperte ed il  cielo si è leggermente schiarito. Appena l'auto esce dal parcheggio, Erik allunga la mano verso la scatoletta di legno che conserva nel cassetto del cruscotto. Senza distogliere lo sguardo dalla strada, fa scattare la chiusura con il pappagallo colorato e l'aborigeno, prende tre pillole e le manda giù in fretta. Vuole dormire ancora un paio d'ore prima di svegliare Benjamin e fargli l'iniezione. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 30 ⏰

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