PROLOGO

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- PROLOGO -

Faceva male da morire. Il dolore di una pallottola in corpo era da sempre quello che odiava di più. Quel dannato piombo rimaneva dentro la carne e bruciava come l'inferno e non c'era verso di farlo smettere se non estraendolo.

Era quello che aveva intenzione di fare, ma il punto era che farlo da sola era impossibile; sarebbe svenuta non appena inserite le dita dentro quella dannata ferita e oltretutto credeva che non fosse proprio una buona idea considerato quanto sporche erano le sue mani.

Era consapevole del fatto che un'infezione era l'ultima cosa di cui avrebbe dovuto preoccuparsi in quel momento ma non poteva farne a meno. Salvarsi dalla pallottola e morire per un'infezione causata dalle mani sporche sarebbe stato il colmo. Non molto divertente come modo di morire.

Lei invece aveva sempre immaginato di morire in modo avventuroso, cacciando qualcosa o magari cadendo da un tetto mentre uccideva qualcosa o magari in un inseguimento mozzafiato per sfuggire a qualcosa... una morte non banale insomma. E con un qualcosa a darle filo da torcere.

Decisamente non a causa di uno stupido proiettile.

"Ah dannazione!" esclamò mentre si cambiava la benda e scopriva che stava ancora sanguinando. "Fantastico..."

Facendo un grosso respiro – e anche quello faceva male – pensò alle possibili soluzioni. Andare all'ospedale sarebbe stata la scelta più logica, ma cosa avrebbe detto ai medici? Che un mutaforma le aveva sparato? Probabilmente i medici avrebbero chiamato uno psichiatra oltre che la polizia.

Si rese conto che non le rimanevano molte altre opzioni... anzi, nessuna a parte una.

"Maledizione..." sussurrò mentre si trascinava fino alla porta di quella squallida camera di motel e poi fino all'auto.

La sua unica possibilità richiedeva alcuni minuti di guida e mentre metteva in moto sperava che non avrebbe perso i sensi durante il tragitto. Si chiese perché quell'incidente le fosse capitato proprio in quella maledetta città.

Dannata New Orleans! Non aveva un singolo bel ricordo legato a quel posto. Forse solo uno...

****

"Così la strega è fuggita." Hayley posò l'abito che aveva in mano dentro una grande cassapanca dove ve ne erano conservati tanti altri.

"Non capisco" le disse Renekah dando una rapida occhiata ai suoi fratelli e Marcel. "Sa che lì fuori è pericoloso per lei, eppure è comunque fuggita."

"Forse potrei averle detto che le streghe che la minacciavano sono tutte morte..."

"Ah, quindi è colpa tua se è fuggita. Ora Marcel, Klaus ed Elijah si metteranno a fare gruppetto e diventeranno insopportabili."

"Oh non preoccuparti sorellina" intervenne Klaus raggiungendole, seguito da Marcel ed Elijah. "Non staremo insieme così a lungo perché io so come trovare Davina. Le chiederò gentilmente di non fuggire più e mi ascolterà."

"E suppongo che la tua gentile richiesta somiglierà moltissimo ad una minaccia..." sentirono dire. "A meno che tu non sia cambiato in questi ultimi tre anni."

Lo sguardo tutti si spostò in direzione della voce e questa prese forma; aveva lucenti capelli castani, due occhi nocciola e la fronte imperlata di sudore.

"Immagino che sia un brutto momento" continuò la voce abbozzando un sorriso, facendo spuntare sulle guance due fossette profonde. "Ma ho davvero bisogno di aiuto."

Klaus scosse il capo, allargando le braccia. "Hai un talento innato... riesci sempre a cacciarti nei guai. Com'è possibile?"

"Ho un dono" scherzò lei, ma cadde in ginocchio aggrappandosi ad una piccola sedia lì accanto.

Elijah, fino ad allora immobile, sembrò ridestarsi dai suoi pensieri e la raggiunse. "Cosa ti è successo?" le chiese piegandosi sulle ginocchia per guardarla negli occhi.

"Mi hanno sparato" rispose lei togliendo la mano che teneva poggiata sul fianco. "Ho provato ad estrarre da sola il proiettile ma fa dannatamente male."

L'Originale le poggiò una mano sul viso e accarezzandole piano lo zigomo con il pollice si accorse che alcune lacrime le avevano bagnato le guance. Pensò che doveva soffrire molto, perché da quando la conosceva l'aveva vista piena di lividi e piena di graffi... ma non l'aveva mai vista piangere.

"Chi ti ha sparato?" le chiese.

"È una lunga storia, te la racconterò per filo e per segno, ma prima..." si fermò per riprendere fiato. "Prima puoi togliermi questo proiettile? Sembra che il fianco mi stia andando a fuoco."

"Certo" Elijah le sorrise tristemente, poi si alzò e la prese piano in braccio. "Iniziate a cercare Davina, io devo prima occuparmi di lei."

Gli altri lo guardarono mentre si allontanava con la donna sanguinante stretta tra le braccia. Klaus poteva percepire la confusione, gli occhi di Hayley fermi su Elijah e la misteriosa ragazza che non conosceva.

Gli venne da ridere ma non sapeva esattamente dire perché.

"Chi è quella donna?" chiese il lupo.

"Quella è Allison Morgan" rispose Rebekah. "Unica amica di mio fratello Niklaus, infallibile cacciatrice del soprannaturale e uno dei più grandi amori della vita di Elijah."

Lo sguardo di Hayley sembrò colorarsi di uno strano sentimento e Klaus pensò che ci sarebbe stato da divertirsi.

A blast from the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora