Passavano i giorni, i mesi e l'odio non mi bastava più, o almeno, non mi soddisfava più. Era o troppo o troppo poco, a volte inutile a volte necessario e questo mi faceva riflettere, mi faceva capire che forse infondo infondo l'odio non poteva salvarmi, che forse dovevo fare qualcosa per migliorare la situazione, trasformare l'odio in un bene superiore che mi permettesse di salvare la società da buio e dal vuoto in cui cadeva. Ovviamente continuavo a odiare tutto e tutti ma cercavo comunque di migliorare le cose,non per loro ma per me, per rendere la situazione in cui vivo vivibile. A volte questo compito così facile a dirsi era troppo arduo a farsi, il mondo da salvare era troppo, troppo incasinato, mi uccideva, non riuscivo a trovare il bello nelle cose, vedevo e sentivo comunque l'odio finché non mi sono detto "e se fosse proprio l'odio a impedirmi di salvarlo? Se l'odio mi facesse vedere la situazione nel peggiore dei modi? Devo cambiare o rimanere così?" queste sono le domande che mi pressano e che mi accompagnano ogni giorno a cui non riesco a rispondere. Per il momento vivo e continuo a vivere così come sono, cercando di migliorare il mondo per i posteri, per far si che i miei avi non siano come me, per far si che i miei figli non siano "figli dell'odio".

Figli dell'odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora