CAPITOLO 2. CENTRO!

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Ci sono dei giorni in cui l'unica parola che mi viene in mente è "FANCULO".

Okay, non è femminile, okay è osé, ma per certe ragioni mi viene spontanea.

Avevo finito la scuola superiore.

Ero uscita con un buon punteggio e i professori, anche se non ero tra le prime della classe, avevano detto che avevo fatto un buon lavoro all'esame.

Dopo aver passato l'estate a divertirmi e dopo aver affrontato la mia prima rottura tra agosto e settembre, mi ritrovavo a vivere in uno strano universo parallelo.

La vita che stavo conducendo, mi sembrava così diversa dopo la scuola.

Non vedevo ogni giorno le mie amiche, io e il mio ex c'eravamo lasciati e invece di trascorrere la maggior parte del tempo sui libri e tra i banchi di scuola, li passavo tra casa e immersa nei curriculum da consegnare.

Mi faceva schifo vivere così.

Sentivo i miei giorni farsi sempre più vuoti, insensati e diventare insignificanti.

Senza scopo, afflosciavo nei ricordi dei momenti passati con il mio ex ragazzo, rintristendomi a morte.

-Ti ci vuole qualcosa per svagarti...-mi aveva consigliato quella sera Bea, la compagna di mio padre, nonché madre di Ilenia-...è ovvio che se stai chiusa in casa ci pensi in continuazione.-

I nostri, come me e la mia sorellastra, si erano conosciuti a scuola, la nostra.

Poi...si sa come vanno certe cose: un colloquio con i professori, qualche battutina di papà, le lunghe ciglia di Bea e BAM! Mi ritrovavo ad avere una nuova famiglia!

Risciacquai l'ultimo piatto e lo misi al suo posto, ringraziando il cielo per aver finito.

Non amavo particolarmente lavare i piatti e di ultimo non lo facevo finché il lavello non straboccava di stoviglie e posate.

Lei era seduta su una sedia al tavolo, mentre dalla mia camera si poteva sentire un continuo tintinnio di messaggi con cui era alle prese Ilenia.

Mi sedetti di fronte a quella donna dai capelli biondi e raccolti con una pinza argentata, con due occhioni azzurro ghiaccio che guardavano solo me:

-Lo so, lo so.- esclamai rassegnata alla mia condizione

Avevo consegnato qualche curriculum in giro, ma nessuno aveva ancora chiamato.

Tutti mi dicevano che a Natale qualcuno mi avrebbe sicuramente preso, ma eravamo ad ottobre ed io, non sarei riuscita ad aspettare tanto.

-Ti ci vorrebbe un lavoro...-

-Magari.- feci

In quel momento la porta d'ingresso del mini appartamento in cui vivevo con mio padre dal divorzio dei miei, si spalancò.

A passi leggiadri quanto un bufalo imbestialito, entrò mio padre nella sua tenuta da lavoro, rivelando alla sua amata un sorriso da un orecchio all'altro.

-Ciao amore!-esclamò felice come una Pasqua

Sorrisi, vedendoli scambiarsi il solito bacio.

Ero così felice per loro.

Sapevo che cosa avevano passato con i loro matrimoni precedenti e, senza saperlo, loro erano la prova che non ci si deve mai arrendere: può sempre arrivare il lieto fine.

Già, il lieto fine.

Quello che il mio ex aveva cancellato.

Mi alzai e fingendo di essere disgustata e ridendo, mi rifugiai in camera mia.

BarmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora