Prologo

272 21 1
                                    

7 Novembre 2015, New York.

"Permesso...Permesso...Scusate..." esclamò l'uomo incappucciato, spintonando le persone per strada. Aveva il fiatone. Stava correndo da circa mezz'ora ed avrebbe fatto l'inverosimile pur di arrivare in tempo per vedere la nascita della sua primogenita. Arrivato in ospedale, fece un ultimo sprint, aprì la porta e trovò una ventina di persone in fila in coda al banco d'informazione.

"Oh, ti prego..." pensò l'uomo. Sbuffò e avanzò con passo deciso verso il bancone, superando e subendo in silenzio tutti gli insulti delle persone in fila. Arrivato davanti al balcone, l'uomo alza il suo cappuccino nero, lasciando di stucco tutte le persone nella sala.

"Cerco Virginia Potts, in che stanza è situata?" disse tutto d'un fiato l'uomo. L'infermiera lo guardava paralizzata e sorpresa.

"Allora? Andiamo, già sono in ritardo..." continuò lui a voce più alta. L'ansia e il nervosismo crescevano. Doveva farcela in tempo.

"Sesto piano, corridoio di sinistra, stanza 12." sussurrò l'infermiera, guardandolo ancora impietrita.

"Ah, grazie!" esclamò e subito corse verso l'ascensore, che era occupata.

Alzò gli occhi al cielo.

"Ovviamente, tutto questo deve accadere oggi..."

Salì le scale di fretta e furia. Il fiatone aumentava e l'ansia gli scorreva nelle vene. Non era mai stato così nervoso in tutta la sua vita come lo era adesso. Nella sua mente, si ripeteva di calmarsi, ma non l'aiutava. Finalmente, arrivò davanti a quella dannata porta. L'ansia svanì. Aprì la porta e trovò Pepper stesa sul lettino con una faccia stremata.

"Tony! Mio Dio, sei rosso come un peperone!"

"Già è fatta?"

"Sì, da cinque minuti."

Tony si passò una mano tra i capelli.

"Tutta colpa di quei soliti giornalisti appiccicosi e di tutti gli altri individui puzzolenti che ho dovuto superare per venire qua. Ma, dico io, un deodorante non lo usano? È un'invenzione così utile, non sapevo che per così tante persone fosse sconosciuto, eppure siamo nel 2015..."

Pepper rise. "Sei sempre il solito."

"Già. Allora, dov'è?"

"La stanno lavando."

Tony si sedette accanto a Pepper, le prese la mano e iniziò a massaggiargliela con il pollice.

"Come stai?"

"Bene, esausta, ma bene."

"Lei com'è?"

"Bellissima e minuscola."

"E a chi assomiglia?"

"Tony, l'ho partorita cinque minuti fa. I neonati appena sfornati sembrano più patate che bimbi, ma ti posso dire per certo che ha i tuoi occhi. Quando li ha aperti, mi è sembrato di rivedere una parte di te."

"Davvero?" A Tony spuntò spontaneamente un grande sorriso. Era entusiasta e moriva dalla voglia di vederla.

"Eccomi Pepper. Oh, buongiorno, signor Stark!" spuntò l'ostetrica con la piccola in braccio, avvolta in un asciugamano. La signora s'avvicinò al padre della bimba e gliela porse. L'attesa era finita. Finalmente poteva coccolare la sua piccola creatura. La prese in braccio e la guardò felice e fiero. Era davvero minuscola, con le guance belle tonde, grandi e morbide. La sua testolina era piena di capelli castano chiaro e dormiva.

Tony le diede un bacio sulla fronte che la fece svegliare. La piccola aprì gli occhietti e sorrise alla vista del padre.

"È vero, ha i miei occhi! Si vede che è mia figlia." esclamò contento Tony.

Pensò alla sua vita, alla sua situazione che precedentemente aveva con il mondo femminile e alle donne che lui aveva avuto. Sembrava inimmaginabile per uno come lui vivere la situazione che stava vivendo. Solo una donna gli era stata davvero fedele e per la quale lui avrebbe fatto di tutto ed era Pepper ed ora ne era arrivata un'altra e, in quel momento, si promise che l'avrebbe protetta e sostenuta fino alla fine.

"Tony, tutto ok?" fece Pepper preoccupata.

"Uh?"

"È la seconda volta che ti chiamo, tutto bene?"

"Sì, scusami. Dicevi?"

"Che nome le diamo?"

"Uhm, bella domanda..."

Ci fu qualche minuto di silenzio prima che la risposta definita fosse data.

"Che ne dici di..." stava per proporre Peppe, quando Tony la stoppò.

"Hope. Si chiamerà Hope Stark."

"Mi piace." disse convinta Pepper.

"Perfetto, ora vado a registrarlo." disse l'ostetrica e tornò nell'altra stanza.

Tony era al settimo cielo. Guardò prima Pepper, poi la figlia con aria felice.

"Bene, mondo"- pensò lui -"Preparati perché la creazione più grande targata Stark ti sconvolgerà. Dai il benvenuto alla mia piccola, Hope Stark."

My greatest creation is you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora