I. Would you like to dance with me?

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Erano passate poche ore da quando il ladro s'era calato dal davanzale del castello, svanendo nel buio della notte con la promessa che sarebbe tornato, per lei: solo per lei... Chissà perché, una volta averlo incontrato, ogni singolo uomo in quella stanza le pareva nulla a confronto di quel Killian, che era riuscito a farla sorridere in pochi minuti; per una volta nella vita qualcuno le aveva donato quella splendida sensazione di libertà, di non dover badare a tutte quelle dannatissime – ed inutili – regole insegnatole dalla madre e dalla sua personale insegnante di buone maniere a cui aveva sempre preferito un bel pomeriggio di tiro con l'arco o una rilassante galoppata con il suo fidato destriero: Hunter. Le era stato regalato all'età di sei anni e da quel giorno erano divenuti inseparabili; lui si lasciava carezzare o addestrare solo da lei; lei regalava un poco di dolcezza solo a lui... Se fosse stato un umano, di certo sarebbero divenuti migliori amici fin da subito! Ma purtroppo non lo era...

Era talmente persa nei suoi pensieri, che nemmeno si accorse di una mano posarsi delicata sulla sua, per poi stringerla un poco, così da convincerla a farsi seguire. Chi diamine era, si chiese, eppure non le sembrava di averlo visto nella stanza fino a quel momento, che fosse appena arrivato? Rifiutò gentilmente l'invito dell'uomo e tornò a sedersi, ma questi non mollò l'osso e si avvicinò nuovamente a lei, per poi alzare lo sguardo verso il suo e sorriderle sinceramente; la ragazza boccheggiò sorpresa e quando lui posò nuovamente la mano sulla sua, lo seguì senza indugiò, quasi soggiogata da quelle due splendide pozze azzurre che sostituivano i suoi occhi...

I due si spostarono al centro della sala e tutte le altre coppie volsero lo sguardo a loro, meravigliati: finalmente qualcuno era riuscito a convincere la principessa a ballare! Erano sotto gli occhi di tutti e questo imbarazzò alquanto Emma, ma l'uomo di fronte a sé le avvolse la vita senza secondi fini e subito dopo partì un valzer... Ancora non s'erano rivolti la parola, ma forse non servivano frasi per descrivere il momento, forse il viso nascosto nell'incavo tra il collo e la spalla di lui bastavano. Quasi si accoccolò tra le braccia del ladro e lui la strinse maggiormente a sé, guidandola in quel lento che pareva essere intonato dai battiti sincronizzati dei loro cuori...

"Cosa ci fate voi qui?" si decise a sussurrare, lei.

"Avevo detto che sarei tornato, ed io mantengo sempre le promesse" rispose.

"E come siete entrato?" insistette la principessa.

"Diciamo che ormai non mi è più così difficile scovare le entrate segrete dei castelli..." ridacchiò il ladro. "Sono divenuto ormai un esperto in ciò!" si vantò.

"Non alzate troppo la voce o potrebbero sentirvi" lo ammonì.

"Oh, ma come...? Ora vi preoccupate della mia incolumità?" sorrise lui.

"Grazie di essere qui" sviò lei, dolcemente, per poi aggrapparsi alle sue spalle.

"Grazie a voi di-"

"Dammi del tu" lo interruppe, in un flebile sussurro.

"Grazie a te per non avermi denunciato... Sì, rubo per comprare le cure a mio fratello, ma sei l'unica che – ancora prima di sapere il reale motivo – ha deciso di non denunciarmi, di salvarmi. Non riuscirò mai a sdebitarmi abbastanza..." commentò.

"Io ti ho assolto dalla pena. Tu mi hai regalato il primo ballo... Siamo pari" ridacchiò, godendo dell'inebriante profumo di salsedine – mista a rhum – del compagno di ballo. Come rare volte in vita sua, stava concedendo un poco della sua dolcezza a qualcuno che constatò essere molto simile a lei... Ma per quanto stesse comportandosi in tal modo, non sapeva se sarebbe mai riuscita ad aprirsi del tutto, ad abbattere quegli indistruttibili muri che s'era creata per proteggersi dal mondo. Eppure Killian non pareva volerla costringere ad aprirsi in soli pochi secondi, voleva darle tempo. Darle tempo... Ciò significava che sarebbe rimasto? Sperava di sì. Ma la domanda maggiore nella sua mente era: cosa aveva di così speciale quell'uomo da farle desiderare di stare stretta tra le sue braccia all'infinito? Forse perché era l'unico che la trattasse semplicemente come Emma e non come la principessa; forse perché era riuscito – dopo anni – a farla sorridere per davvero, non solo con le labbra ma anche con gli occhi ed il cuore; forse perché, dopotutto, passando tutto quel tempo in solitudine aveva finalmente capito d'aver bisogno di qualcun altro. Ma non qualcuno a caso, qualcuno che fosse simile a lei e che riuscisse a farla star bene...

Il ballo finì e tutte le coppie nella stanza – loro compresi – si fermarono, separandosi, ma lei rimase stretta al petto del ladro ancora qualche secondo, senza neppure accorgersi della fine del valzer; era fin troppo concentrata nei suoi pensieri...

"Emma" si sentì sussurrare dolcemente all'orecchio.

"Scusami!" esclamò, separandosi dalle sue braccia, rossa in viso.

"Sono stato bene..." sviò lui, con un lieve sorriso, e lei incrociò il suo sguardo, per poi chinarlo subito dopo con un poco di imbarazzo. Che effetto le faceva...?

"Anche io" ammise. "Killian, io-"

"Emma, tesoro!" la interruppe la madre, affiancandola. "Non ci presenti il ragazzo?" chiese, con dolcezza, e lui subito sussultò, guardandola negli occhi come a scusarsi.

"I-Io devo andare" sussurrò Jones, per poi correre via dal castello.

Emma lo guardò scappare via e non lo fermò. Era un ladro e se qualcuno l'avesse riconosciuto, l'avrebbe di certo fatto decapitare... Non poteva mandarlo incontro ad un tale rischio, ma al contempo vederlo andar via le spezzò il cuore; era tutto così perfetto, dannatamente perfetto, ma come ogni favola ebbe una fine...

"Che strano il ragazzo!" commentò la madre, ignara. "Lui era...?"

"Non so dirvelo, madre" rispose. "Non mi ha detto il suo nome" mentì.

"Oh, capisco" sussurrò. "In ogni caso, la stanza è piena di pretendenti! Buttati!"

"Scusatemi, madre, ma sono stanca..." mentì per l'ennesima volta. "Vorrei congedarmi nelle mie stanze, se permesso" sussurrò, tristemente.

"Tesoro, va tutto bene?" chiese Mary Margaret, apprensiva.

"Certo... Solo un po' di mal di testa" rispose, e detto ciò si avviò verso la scalinata che portava alle sue stanze, con aria combattuta.

Camminando verso la sua stanza – essendo il corridoio abbastanza lungo – ebbe il tempo di ricordare il momento appena passato e, nonostante tutto, sorrise tristemente: il suo profumo, così dolce ed inebriante, la sua sensuale e roca voce, i suoi meravigliosi occhi color dell'oceano paragonabili solo al più splendido degli zaffiri esistenti... E poi, il suo sorriso. Non l'avrebbe dimenticato tanto facilmente, e lo sapeva bene... Lo avrebbe ricordato, forse per sempre, e di sicuro sarebbe stata costretta a sposare qualcun altro e ad addormentarsi tra le braccia di un altro uomo, potendo semplicemente concedersi di immaginare le sue labbra sul suo capo.

Finalmente arrivò nella stanza ed una volta aver chiuso la porta, notò un bigliettino sulla soglia della finestra, così si avvicinò e lo prese in mano; fortunatamente quella notte non v'era molto vento, quindi non era volato via. Immediatamente sorrise.

«Sognami questa notte, ti prego... Io sognerò te. – Killian» v'era scritto.

E fu così che la principessa si lasciò andare al mondo dei sogni, consapevole che l'uno avrebbe popolato quelli dell'altra e, chissà, magari in essi avrebbero avuto la possibilità di incontrarsi, sorridersi, parlarsi, sfiorarsi nuovamente...

Angolo dell'autrice:
Finalmente, eccomi qui con il primo vero capitolo di questa fan fiction che, a quanto pare, mi è stato richiesto da molti di voi e per questo vi ringrazio tantissimo, perché i vostri commenti mi colmano il cuore ogni volta di più, davvero... Grazie davvero.
Ma passiamo alla storia. Ancora è la sera del ballo e tutto sembrava dover finire per il peggio, nella noia più totale, poi è arrivato lui e ha reso la sua serata meravigliosa.
Beh, che dire... Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo al prossimo – che prometto arriverà prima di questo! – itsyouswaan.

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