Zhero, il mecha

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Ruggine. Parecchia ruggine color rame, scendeva lungo gli arti e la scocca del possente androide metallico.
Tozzo e non più alto di un albero la cui chioma va ad infastidire gli inquilini di un primo piano, il mecha se ne stava la, parcheggiato da almeno un ventennio, in un garage sotterraneo camuffato da rocce desertiche.
Il deserto, quale luogo più remoto e inaccessibile, in fondo, esiste al mondo?
Mheltz nascose il mecha, il suo mecha -compagno di innumerevoli battaglie- quando decise di abbandonare l'esercito e, con esso, il suo alto ruolo di Generale. Il tutto per lei, Ghaia.
Ghaia era nata in piena guerra. La madre morì per un'infezione post-parto. All'epoca antibiotici e altri farmaci erano di difficile reperimento persino per personalità importanti come le alte cariche del Corpo di Difesa Nazionale. Mheltz fece di tutto per salvare la sua amata, ma fu tutto inutile. Nemmeno una trasfusione del proprio sangue -sangue di mezzorosso- bastò per salvarla. Di contro, la nascitura, avendolo ereditato direttamente dal padre, quel sangue, si salvò dopo due infernali settimane in preda alla stessa febbre che aveva ucciso la madre.
Ghaia, pensò suo padre, non avrebbe dovuto vivere le atrocità della guerra, diversamente da loro. Per questo motivo, Mheltz, diede le sue dimissioni rinunciando all'agio che la sua posizione gli offriva e si trasferì ai confini di Tokhys, in un piccolo villaggio rurale, dove decise di far crescere sua figlia in mezzo alla natura e, specialmente, alla pace.

Ghaia crebbe fra gli insegnamenti dell'amato padre. Insegnamenti che comprendevano le scienze, la matematica, la letteratura, ma anche un addestramento marziale a mani nude e armata. La guerra era finita, o così si voleva credere. Per ogni evenienza, tuttavia, Mheltz decise di tenere la figlia, fra giochi, libri e campi, anche pronta ad ogni situazione ostile.
Mheltz era stato addestratore marziale e di tiro nell'esercito, prima ancora di diventare Generale. Non aveva mai dimenticato la sua vecchia vita, tantomeno la rinnegava, ma preferiva sfuggirla.

Un giorno, durante uno dei consueti temporali estivi di quella periferica regione di Tokhys, Ghaia decise di uscire di casa senza chiedere prima il permesso a suo padre.
Il villaggio era stato terreno di conquista in passato, anche se meno di paesi d'altre regioni, le più centrali. Durante le poche, ma sentite influenze esterne, parecchie strutture urbane "innovative" avevano visto la luce per brevi periodi, tra le quali alcuni pozzi che erano stati aperti in un primo momento per cercare combustibile, e successivamente chiusi -alla men peggio- quando esauriti o semplicemente ritenuti improduttivi.
Quella sera, Ghaia, tra il fango e la fitta pioggia, non vide uno di quei pozzi e vi cadde dentro.
Aveva quasi compiuto quindici anni ed era una ragazza attiva e forte. La sua resistenza (e la sua genetica) l'aiutò a non restarci secca, ma le si fratturò la gamba destra rendendole impossibile la scalata per la risalita.
Al non tornare della figlia per l'orario consueto, Mheltz andò nel panico. Uscì di casa e cominciò a cercare la figlia fra pioggia e terra bagnata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 04, 2016 ⏰

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