Scesi in cantina per cercare qualcosa, ma non ricordo bene cosa.
C'era un odore di vecchio, di muffa lì sotto.
Era insopportabile.
Accesi la luce e andai a cercare in mezzo a dei vecchi scatoloni. Ne spostai tre o quattro, ma niente.
Continuai per un po', quando sentii un rumore.
No, non era un rumore... era.. un suono!
Ecco, sì, un suono.
Una melodia.
Lì per lì mi pietrificai per lo spavento. Non c'era nessuno, a parte me e non sapevo da dove provenisse il suono. Non voleva fermarsi nemmeno per un secondo; mi sembrava di impazzire.
Ricordo che era dolce e rassicurante. Ricordo anche che, l'avevo già sentita da qualche parte, e ciò rendeva il tutto ancora più inquietante.
Iniziai a cercare il luogo da cui proveniva quel suono. Mi guardai intorno, ma nulla. Così iniziai a cercare tra le scatole.
Cercai lì in mezzo e, ogni minuto che passava, la melodia si faceva sempre più forte.
-Ma da dove viene?-
Continuavo a spostare gli scatoloni e gli impicci, ma non trovavo nulla.
Inciampai.
Fortunatamente non mi feci nulla.
Alzai lo sguardo e vidi ciò che cercavo con tanta ansia e desiderio: il carillon. La musica proveniva da quell'oggetto infernale.
Lo presi e cercai di far esaurire la carica, ma non funzionò.
-Che succede?-
-Vorresti fermarlo, non è così?- domandò una voce maligna e sinistra. Gelai.
Chi era?
Come aveva fatto ad entrare in casa mia?
-Oddio, sei facile da spaventare! Ahahah.- quella risata mi trapanò i timpani.
Non sapevo che fare, come reagire...
Chiusi gli occhi e iniziai a ripetermi tra me e me:-E' solo un brutto sogno. E' solo un brutto sogno.- ma non successe nulla. Ero ancora lì...
-Che c'è, non mi vuoi parlare? Perché non ti giri? Sono così brutta? Guarda che mi offendo.-
Mi girai.
Rimasi scioccata.
-Hey, ci sei rimasta male?- sogghignò beatamente.
Mi disturbava tutto ciò.
-Cosa vuoi da me?- balbettai.
-Ma per favore. Cosa potrei mai volere da una come te? Ma ti sei vista? Sei un fallimento! Ti sei mai chiesta perché nessuno ti vuole?-
Non risposi; non avevo né il coraggio né la forza.
-Non riesci nemmeno a controbattere, non è così?! Sei patetica! E' per questo che non sei riuscita a fare nulla di buono nella tua vita! Perché non te ne vai e fai un favore a tutti?-
Quelle parole erano come lame affilate che laceravano la mia carne... Mi facevano troppo male, ma aveva ragione...
-Allora? Vuoi rispondermi?!- gridò impaziente.
-I-io... Non lo so...- risposi con la voce che tremava.
Sorrise divertita.
-Perché continuare? Non sarebbe meglio andarsene? Fa tutto così male. E tutto è così, difficile.-
-Be'...-
Aveva ragione; eccome se ce l'aveva. Cos'aspettavo?
-Aspetti qualcosa che ti impedisca di farlo. Aspetti qualcosa che non arriverà mai.-
rispose. Non mi meravigliai nemmeno.
Forse, aveva ragione. Forse non sarebbe mai arrivato quel qualcosa pronto a fermarmi. O, quel qualcuno...
Si chinò su di me e allungò la sua mano alla mia.
-Prendi.- mi sussurrò.
Quel che vidi quando tolse la mano, fu una pistola.
Sbarrai gli occhi incredula. Ero davvero messa così male?
Sì.
Guardai la pistola e poi lei.
Poi, buio. Non ricordo più nulla.
Sinceramente, ho solo due rimpianti: non essere mai riuscita a tirar fuori tutto, e di aver permesso a me stessa di distruggermi, dato che la persona che mi diede la pistola, mi parlò e mi convinse a fare questo passo estremo, ero io.