~Prologo~

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Ed eccomi qui,con i capelli disordinati,con un sonno della miseria,sveglia,sul letto a due piazze di camera mia dopo una nottata stupenda in discoteca con il mio gruppetto.

Per quale assurdo motivo i miei genitori devono urlare alle nove di mattina di Domenica? Così sveglieranno tutto il vicinato.

Mi siedo sul letto a gambe incrociate, e non sentendo più le urla dei miei controllo i messaggi su Whatsapp; mentre un sorriso nasce sulle mie labbra grazie a Ginevra, la mia migliore amica sin da piccoline. Avevo solo cinque anni quando la conobbi e da quel giorno non ci siamo più separate. Avete presente quando conoscete una persona e pensate " Faremo invidia al mondo. "? Beh, ora eccoci qui dopo mille litigate ,più forti di prima, sempre insieme, a far invia a tutti quanti.

Stanca decido di scendere al piano di sotto in pigiama e non appeno arrivo cessa il casino per dar spazio a un silenzio da tomba.

"Cos'è,ora vi hanno rubato la lingua?"rido amaramente.

"Su ,forza,diglielo!"urla..mia madre?!

"Cosa devi dirmi? Dai su,ora che mi avete svegliata voglio sentire l'assurda motivazione per cui urlate la Domenica mattina."mamma guarda mio padre con sguardo feroce e lui si sistema la cravatta per poi alzare lo sguardo su di me.

"Ecco,noi ci trasferiremo a San Francisco, mi dispiace.."a quelle parole scoppio di felicità.

"Davvero??? Ma è stupendo! Buon viaggio,non dispiacetevi, statemi bene!!"saltello per la stanza come una bambina quando i parenti vanno a casa dei suoi genitori e le portano le caramelle con una bambola nuova.

"Per noi..intendevo io, te e mamma.."il sorriso mi muore sulle labbra.Io..lui e mamma a San Francisco..no. Io qua ho una vita,la mia migliore amica, sono popolare a scuola,sono finalmente felice dopo anni di sofferenza..no,no,no, non può essere vero.

"No!"sbotto"Io da qui non non mi muovo!La mia vita è tutta qui come la mia felicità !"guardo fissa negli occhi papà.

"Tesoro mi dispiace..mi hanno trasferito lì a lavorare,qua non c'è più spazio."

"E tutti questi problemi per uno stupido lavoro?Ti licenzi e ne trovi uno migliore , facile."

"Amore,con questo lavoro tuo padre guadagna bene..ti troveresti benissimo la!Ci sono ragazze molto simpatiche, la scuola è ottima, la villa è stupenda. "

"Sai cosa?Non mi importa niente dei soldi,io rimango qui e poi..da quanto tempo lo sapevate di questo trasferimento?Io mi chiedo perché non me lo avete detto prima,sapete quanto ho sofferto gli ultimi anni per il mio ex e ora che ho trovato la pace e la felicità mi portate via?"

"Amore.."

"No mamma,amore un corno."urlo.

"Signorina, non rispondere a tua madre!"

"Andate a farvi fottere!" dico tornandomene in camera piangendo e chiudendo la porta a chiave.

È solo un incubo vero? Ditemi che ora mi sveglio e che tutto questo è solo uno stupido incubo.

Mi butto sul letto a pancia in giù e piango fino a respirare male, fino a sfogarmi, era tutto troppo perfetto per sembrare vero.

"Lara,dai..apri la porta, parliamone!"dice mamma sbattendo il pugno sulla porta bianca che divide la mia camera dal corridoio.

"Mamma,vattene,non ho niente per cui parlare con te.Solo una domanda, perché solo adesso? Perché solo adesso che andava tutto a meraviglia me lo dite? Dimmi la verità,vi piace vedermi piangere,disperata e distrutta,non è così?"

"No,piccola...aprimi,ti prego, ne parliamo.."mi alzo dal letto e apro la porta.

****

Alla fine mamma mi ha spiegato tutto per filo e per segno ed ho capito che,anche se fa male,devo per forza partire con loro.

Se solo fossi stata maggiorenne sarebbe stato tutto più facile,meno sofferenze e più felicità, proprio come stava andando poche ore prima.

Scrivo un messaggio a Ginevra e prima di premere Invio lo rileggo infinitamente.

Da Lara:

"Dobbiamo parlare, possiamo vederci tra mezz'ora al nostro parchetto?"

La sua risposta non tarda molto ad arrivare.

Da Ginevra:

"Certo! Tutto bene?"

Blocco il telefono ed inizio a lavarmi e a preparmi un discorso per poi arrivare al tasto più dolente, almeno per me.

****

"Allora?"mi chiede Ginevra senza nessuna emozione.

"Sediamoci!"

Il nostro parchetto è il parco in cui ci siamo conosciute,quando ho perso la mia palla di Winnie The Pooh e lei vedendomi piangere mi ha invitata a giocare con la sua che era delle Winx. È iniziato tutto qui e spero non finirà mai, si trova proprio dietro casa mia.

"Bene, ecco.. Questa mattina mi sono svegliata per colpa dei miei che urlavano, dopo averti risposto su Whatsapp sono scesa al piano di sotto e i miei hanno detto che.."inizio a piangere"che..dobbiamo trasferirci a San Francisco,io non voglio! Non voglio allontarmi da te,sono undici anni che ci conosciamo e cinque che siamo migliori amiche,io non voglio abbandonarti,okay? Sei tutto quello che ho!"anche lei sta piangendo,con i pollici delle mano le asciugo le lacrime fino a quando non me la ritrovo tra le mie braccia che singhiozza.
Lei non deve piangere..lei merita i sorrisi più belli di questo mondo.

"Ti prego,non andare.."mi sussurra mentre continua a singhiozzare.

"Se solo potessi..io ci ho provato,non posso rimanere qui. Devo andare,ma ti giuro che tornerò e finché non lo farò continueremo a parlare su Whatsapp,a vederci su Skype o su FaceTime,dove tu preferisci,ma basta che ci teniamo a contatto e che non ci allontaniamo,me lo prometti?"

"Te lo prometto"

La stringo a me forte,ma in modo di non farle male,per farle capire che ci sarò,anche se non fisicamente.

****
Osservo il cielo dall'alto per la prima volta,vedo la terra sparire sotto ai miei piedi, come Ginevra, la felicità,la scuola, la vita che avevo fino a poco tempo fa.

Appoggio la mano sul vetro dell'aereo cercando di riuscire a prendere il mondo nella mia mano per metterlo poi in tasca e portalo con me, ma tutto questo non è possibile, rimane dov'è e con lui i ricordi.

Empty MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora