Giò era appena entrato nella giungla del liceo, fatta di piramidi sociali, difficoltà adolescenziali e lotte per la sopravvivenza. Ma lui non era un tipo che si deprimeva tanto facilmente. Aveva una forte convinzione in sé, quasi da risultare spocchioso a volte. Era sicuro di avere le carte in regola per farcela a spiccare lì dentro, già dal suo primo anno. In fondo faceva già parte della squadra di football della scuola. Ovviamente non era un titolare e doveva sottostare alle regole dei più grandi, ma lui era disposto ad allenarsi duramente per riuscire a primeggiare.
Richiuse il proprio armadietto e si guardò attorno, notando alcune ragazze che lo osservavano interessate e ammiccavano. Ma lui non se ne preoccupò minimamente, come sempre faceva con tutte quelle ragazzine che ne avevano addocchiato subito la bellezza.
Giò aveva solo una persona in testa, il suo vero obiettivo da quando era entrato in quell'istituto: Elisa, la capo cheerleader. L'aveva vista il primo giorno attraversare il corridoio a testa alta, indossando una camicetta e una gonna al ginocchio, accompagnata dai suoi due inseparabili amici. Aveva continuato ad incrociarla per caso in giro e pian piano aveva scoperto chi fosse, visto quanto fosse conosciuta da tutti gli studenti. Il suo ruolo da capo cheerleader, che aveva conquistato l'anno precedente, la rendeva temuta e invidiata da tutte le ragazze, adorata e contesa da tutti i ragazzi. Lei non si comportava da stronza con nessuno però, aveva sempre un atteggiamento divertito e ironico verso chi le si avvicinava. Il vero problema era proprio avvicinarlesi in realtà. Aveva la sua cerchia di amici e sembrava che le andasse più che bene.
E difatti, mentre Giò distoglieva lo sguardo dalle sue fan e si avviava verso la classe, Elisa comparve affiancata da Davide e Fabio. Il ragazzo passò loro affianco e i due, che a loro volta facevano parte della squadra di football, lo salutarono. Lui sorrise e ricambiò, ma quando spostò gli occhi sulla ragazza, lei lo ignorò completamente. Avrebbe voluto parlarle ma ormai era tardi e i tre si erano allontanati.
"Ha la giacca degli Elliott, ma non l'ho mai visto..." mormorò Elisa una volta girato l'angolo.
"È uno del primo anno, non è ancora in formazione ma promette bene." spiegò Davide ficcando le mani in tasca.
"A me sembra anche simpatico!" sorrise Fabio, con il solito modo di fare amichevole.
"Ma è del primo anno!" storse il viso la rossa.
"Quindi?" chiese di rimando il più alto.
"Beh, dovreste insegnarli chi comanda, alla vecchia maniera!" disse lei come fosse un'ovvietà.
"A quello ci pensiamo noi!" le mise un braccio attorno alle spalle Davide. "Tu piuttosto non è che mi presenteresti quella nuova cheerleader..."
Lei sollevò gli occhi al cielo e sbuffò, perché era sempre il solito.
Quel pomeriggio c'erano gli allenamenti sul campo da football e Giò si preparò più in fretta che poté, sapendo che sugli spalti ci sarebbero state buona parte delle cheerleader a guardarli, compresa Elisa.
E infatti appena arrivò la vide, seduta in disparte rispetto alle altre, ad attendere annoiata l'arrivo dei giocatori. Lui prese coraggio e salì gli scalini, dirigendosi a passo sicuro verso di lei, sotto gli occhi sbigottiti di tutti i presenti.
"Ciao!" la salutò sorridendo tronfio.
Lei alzò lo sguardo quasi fosse una fatica e lo squadrò senza dire una parola.
"Sono Giovanni, sono del primo anno e sono nella squadra." si presentò un po' sciocco.
"E allora?" rispose Elisa, chiaramente scocciata di quell'intrusione nel suo mondo, ma in realtà era curiosa di quel novellino con tanto fegato da avvicinarsi a lei con disinvoltura.
"Effettivamente potrebbe non fregartene nulla." convenne lui scrollando le spalle. "Però, visto che secondo me sei la più bella della scuola, volevo chiederti per primo di venire con me al ballo."
Lei sbuffò in una risata e scosse il capo: non poteva fare sul serio. Eppure non aveva accennato a nessun rossore o balbettio e se ne stava lì, fermo davanti a lei a fissarla a braccia conserte.
"Non so se mi fa più ridere il fatto che tu me lo stia chiedendo o il fatto che manchino ancora mesi al ballo." commentò non prendendolo comunque sul serio.
"Beh, sicuramente te lo chiederanno in molti, quindi mi prendo per tempo!" rispose imperturbabile lui.
Aveva progettato tutto nei minimi dettagli per giorni, e gli pareva un piano geniale.
"In fondo hai in programma qualcosa da fare per il ballo?" le domandò.
Elisa scoppiò a ridergli in viso.
"Facciamo così: diventa bravo in campo e gioca almeno una partita e poi riprovaci, eh?" si alzò per dargli una pacca sulla spalla e se ne andò, avvicinandosi al cancello che separava le gradinate dal campo.
Giò sorrise soddisfatto quasi gli avesse detto di sì e corse verso l'allenatore che iniziava a radunare la squadra.
Anche Davide e Fabio erano arrivati, ed Elisa li aveva subito chiamati perché le si avvicinassero.
"Vuoi darci un bacio di buona fortuna?" scherzò il moro, mentre sistemava le cinghie del suo caschetto.
"No. Voglio che complichiate la vita a quel Giovanni!" indicò il ragazzo con il capo.
"Perché?" fece una faccia dispiaciuta Fabio.
"Perché ha avuto il colpo di genio di chiedermi di andare al ballo con lui con semplicemente 6 mesi di anticipo." prese un attimo di pausa, vedendo le reazioni tra il perplesso e il divertito degli altri due. "E io gli ho detto che se gioca una partita può richiedermelo: credo di aver fatto un'immensa cazzata." si aggrappò alla rete in evidente ansia.
"Ok, cerchiamo di fermarlo noi, tranquilla." sospirò Davide infilando il casco, conoscendo la campana di vetro che si era costruita Elisa attorno per evitare i ragazzi.
Comprendeva bene la sua agitazione di conseguenza. Anche Fabio la capiva ma non era per niente d'accordo della scelta.
"Secondo me sarebbe meglio di quello che hai accompagnato l'anno scorso..." borbottò, anche se tutti sapevano che l'avrebbe comunque aiutata.
Poi l'allenatore fischiò per dare inizio agli allenamenti e i due dovettero allontanarsi. Tutto procedette normalmente, finché non giunse il momento della partitella a fine giornata. Qui Fabio e Davide decisero di agire contro Giò. Il primo infatti, in posizione da quarterback, doveva lanciargli la palla, e lo fece dandogli un leggero effetto per cui scendendo si allontanava da lui. Giò però riuscì a notare la direzione del tiro e calcolare dove scattare velocissimo; con un salto prese il pallone e si mise a correre dritto verso la meta. Da quel lato comparve Davide con altri compagni per placcarlo, ma Giò riuscì a scartarli agilmente. Solo Davide parve riuscire effettivamente a contrastarlo, ma non tanto da impedirgli di divincolarsi dalla presa e tenere il pallone con sé proseguendo verso il fondo campo. E riuscì a raggiungerlo, superando la linea di meta e meritandosi persino un applauso per la prestazione.
Giò tornò indietro con una corsetta leggera e passò davanti ad Elisa, sempre aggrappata alla rete.
"È un buon inizio no?" le chiese con un sorrisone soddisfatto.
"Non essere troppo sicuro di te, che le mazzate arriveranno anche per te!" lo prese in giro, stavolta donandogli uno sguardo intenso mentre lui indietreggiava verso il campo, sempre tremendamente orgoglioso e fiducioso.
E in fondo non aveva tutti i torti di esserlo, visto che ormai era riuscito ad attrarre la curiosità di Elisa. Sarebbe bastato solo attendere un po' di tempo.
Angolo di Ari
E vabbè son pazza. E quindi torno a scrivere pazzie. Sopportatemi.
Ditemi quello che volete, accetto tutto e anzi attendo vostri commenti e soprattutto consigli e suggerimenti se li avete, e se v'interessa che continui a scrivere!
Con questo bacioni a tutti e alla prossima <3
Ari
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My love you lost and won
FanfictionElisa ha sempre evitato Giò nella realtà di X Factor. In altri universi paralleli, come sarebbe andata tra di loro?