La sala del trono era bella come sempre, i grandi stendardi azzurri sulle pareti rendevano il tutto più luminoso. La luce entrava dalle grandi vetrate laterali, specchiandosi sulle colonne marmoree. Nonostante i colori freddi la stanza trasmetteva un senso di calore. -Figlia mia.- La voce profonda di mio padre riecheggiò nella sala, si alzò dal trono d'argento e chinai la testa. -Padre, mi é stato riferito che volevate parlarmi-, guardò i suoi servi. -Lasciateci.- Il suo volto si fece serio. -Come ben sai, le terre ai confini si ribellano alle mie leggi, ci sarà bisogno di reprimere i moti dei ribelli con la forza. Un giorno sarai regina e devi sapere quando vi é la necessità di usare il pugno di ferro.- Il mio cuore iniziò a battere più velocemente, avevo un solo pensiero nella mia mente, un nome, Astor. -Padre, il popolo ha fame, non sarei così dura se fossi in voi- non feci in tempo a finire la frase che la sua voce sormontò la mia. -Come osi dare ordini al tuo Re?!- chiuse gli occhi per la frustrazione e si lasciò cadere sul trono d'argento. -Sai perché mi siedo su questo trono e non su quello d'oro?- Non sapevo il reale motivo, ma quando ero piccola ricordo che mia madre sedeva lì, alla destra di mio padre. -No, Elentine, non siedo qui a causa di tua madre.- sembrava leggermi nel pensiero e questo mi spaventava. -Siedo qui perché l'argento simboleggia il ghiaccio e l'oro il fuoco.- -Non riesco a capire, Padre.- -Il nostro regno, il Regno del ghiaccio, sottomise il Regno del fuoco circa 100 anni fa, durante la guerra che portò all'unione dei due regni, e io siedo sul trono d'argento per dimostrare la supremazia del ghiaccio, mia adorata figlia.- I suoi occhi azzurri brillavano per il potere, se il male di questo mondo potesse avere uno sguardo sarebbe molto simile a quello. -Padre, capisco le vostre ragioni, ma finirete per farvi odiare in questo modo.- -Preferisco farmi odiare da quegli insulsi ribelli piuttosto che farmi vedere debole dal mio vero popolo.- Distolse lo sguardo, come per dimostrare quanto fosse disgustato, e continuò -ora va', ho detto ciò che dovevo dirti.- Chinai il capo e mi voltai appena in tempo, le lacrime cominciarono a scorrere calde lungo le mie guance. Riuscii a trattenere i singhiozzi fino alla mia camera, mi diressi verso il letto e mi lasciai devastare dal dolore. Non riuscivo a distinguere le emozioni con chiarezza. Avevo paura di mio padre, avevo paura di quegli occhi così simili ai miei. Non avevo avuto così tanta paura di qualcosa da quando da piccola la balia mi raccontava le leggende sui grandi draghi che erano nell'esercito del Regno di fuoco o dei giganti mostruosi che uccidevano chiunque nel bosco ombroso. Con questi pensieri mi strinsi al cuscino di piume e piansi fino a che le palpebre non si fecero troppo pesanti e mi addormentai.
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La ragazza dagli occhi di ghiaccio
General FictionIn un tempo lontano e in un luogo sconosciuto una ragazza che non desiderava altro che essere una "nessuno" si fa forza e affronta tutte le difficoltà che il suo ruolo comporta. La principessa Elentine non può sfuggire al suo destino.