Un abbinamento di persone assolutamente incompatibili tra loro.*
La osservo da lontano, senza osare avvicinarmi.
So che quando è con loro è meglio starci lontani. Non sopporto quando sta con loro, perché la proteggono, le vogliono bene, la amano e non la disprezzano. Le sono accanto da sempre, ormai. Io no.
Quando si sono allontanati, rimane sola, e, seppur indecisa, si va a sedere, tirando fuori dalla sacca un libro vecchio e polveroso; sono già cinque minuti che è lì, così decido di andare da lei.
Mi caccerà via, come sempre.
Sta seduta, con le gambe accavallate, sul muretto in pietra che dà sul giardino esterno, affacciata al Lago Nero.
Con i capelli al vento, lunghi e ricci che le vanno davanti agli occhi, impedendole la lettura del tomo quasi più grande di lei.
Anche se ogni secondo il suo sguardo si posa sulle rive del placido Lago, pensieroso.
Si mordicchia di tanto in tanto il labbro inferiore, nervosamente.
Nonostante tutto, la guerra alle porte, la morte di Silente, rimane comunque la so-tutto-io che conosco dal primo anno. Saccente e affascinante allo stesso tempo.
«Hermione...»
La colgo di sorpresa, tanto che sobbalza. Mi guarda, con le sue iridi dorate leggermente velate.
"Per me?"
«Dimmi, Draco, che ci fai qui?» mi chiede calma, facendo un mezzo sorriso, triste e felice insieme.
«Sono qui perché è giusto che tu sappia la verità»
La guardo dritta in quei suoi dolci occhi.
«Ti amo.» dico in un sussurro, mescolato al vento gelido che stava crescendo sempre più.
La sua espressione, muta, mi fa capire che anche lei mi ama, ma che non si potrà fare nulla per noi.
«Anche io.»
Non c'è bisogno che dica altro, ormai ho capito cosa fare.
A mezza voce bisbiglio un "Oblivate" e mi allontano.
Della nostra conversazione non le rimarrà nulla, ma a me sì.
So che lei mi avrebbe ricambiato, mi avrebbe amato e, magari, cambiato.
Se solo fossi stato una persona migliore di quella che sono.*un omaggio a Murakami Haruki, con la citazione presa da 1Q84.