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Le sirene suonarono quando gli aerei erano ormai sopra le loro teste e le prime bombe cominciavano già a cadere. 

L'Italia era entrata in guerra da sole quarantotto ore e nessuno poteva immaginare che gli inglesi avrebbero fatto così in fretta ad organizzare l'offensiva, eppure quella notte di giugno il rombo di dodici bombardieri Whitley riempì il cielo sopra Torino. La città completamente illuminata era un bersaglio fin troppo facile e la contraerea non era sufficientemente preparata per affrontare l'incursione britannica. All'una e mezza i torinesi furono svegliati dalle prime esplosioni senza rendersi realmente conto di quello che stava accadendo sopra di loro e confusi si riversarono nelle strade cercando di raggiungere i rifugi più vicini. Contravvenendo alle prescrizioni c'era chi portava con se oggetti di valore, scorte di cibo, ricordi di famiglia, ma soltanto Ercole Ronco aveva pensato di infilare nella tasca dei pantaloni la Beretta appartenuta a suo padre. Un gesto istintivo che avrebbe condizionato per sempre le sorti della sua famiglia.

Faceva caldo quella sera e forse per questo non era riuscito a prendere sonno. Dopo cena, come sempre, aveva acceso la pipa e si era seduto davanti alla finestra guardando con un occhio la notte stellata e con l'altro la moglie che cuciva in poltrona. Pensava alla figlia maggiore che solo qualche giorno prima era partita per Milano, dove un cugino le aveva trovato un impiego come operaia in una fabbrica di biciclette. Era una buona occasione per una quattordicenne e gli zii sembravano davvero felici di ospitarla, così, aiutata dalle sorelle, Adele aveva infilato tutti i suoi vestiti in una vecchia valigia di cartone e con le raccomandazioni della madre e la benedizione del padre aveva lasciato Torino per la prima volta nella sua vita. Ercole sapeva che suo fratello l'avrebbe trattata come una figlia ma non riusciva comunque ad accettare l'idea di non averla più intorno e saperla così lontana, proprio ora che ci si preparava alla guerra, non faceva che alimentare in lui paure e incertezze. A casa poi c'erano altre due figlie di cui doveva preoccuparsi e se Maddalena, la più piccola di soli sei anni, aveva un'indole docile e ubbidiente, lo stesso non si poteva dire di Vera che, ereditato il carattere del padre di Anna, sembrava avere l'argento vivo addosso e una spiccata propensione all'insubordinazione. E forse, più ancora del caldo, furono proprio questi pensieri a togliergli il sonno quella sera di giugno, quando, dopo aver dato la buonanotte alle figlie con un bacio sulla fronte, insieme alla moglie si era infilato nel letto con ancora nelle orecchie quel discorso che tutta l'Italia aveva ascoltato alla radio solo due giorni prima: Popolo Italiano! corri alle armi e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!

Nessuno fu in grado di ricordare in seguito se furono le esplosioni o le sirene a destare la città addormentata ma il caos che ne seguì rimase per sempre impresso nella memoria di tutti.

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⏰ Last updated: Feb 17, 2016 ⏰

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VeraWhere stories live. Discover now